Chiusura ponte sul Nure, piange il commercio a Montale: «Un deserto»
Imprenditori e negozianti in difficoltà: «Diminuiscono i clienti non per colpa nostra, ma le tasse restano le stesse. Perchè?» Preoccupazioni anche riguardo al rispetto del cronoprogramma

Marco Vincenti
|15 giorni fa

Matteo Peracchi, titolare di un bar alle porte di Montale- © Libertà
I lavori di manutenzione lungo il ponte sul Nure sono iniziati "solo" 22 giorni fa, ma le ripercussioni sulle attività lavorative di paesi e frazioni vicine si fanno già sentire. No, non è solo una questione di traffico. L'esempio lampante arriva ascoltando le preoccupazioni di commercianti e imprenditori che lavorano lungo il controviale di Montale.
«La mattina è un deserto». «Incassi calati del 40%». «Clienti dimezzati ma le tasse sono sempre le stesse». E poi ancora: «Non abbondateci, qui diamo lavoro a famiglie del territorio». Imprenditori e proprietari di esercizi commerciali di Montale fanno squadra per richiedere quelle che definiscono «soluzioni concrete per porre rimedio a una situazione critica che rischia di peggiorare con il passare del tempo». Protagonista delle preoccupazioni di commercianti, normali cittadini e automobilisti è sempre lui: il cantiere lungo il ponte sul Nure, diventato un vero e proprio incubo per chi - in un modo o nell’altro - vive o lavora nei paesi limitrofi. «Nessuno mette in dubbio l’importanza dei lavori di manutenzione – commenta Matteo Peracchi, proprietario di un bar alle porte di Montale -, la sicurezza degli automobilisti viene prima di tutto, ma qui ci sono ancora domande lasciate senza risposte. Diminuiscono i clienti, ma le tasse restano uguali, il Comune di Piacenza non può fare qualcosa per sostenere le attività?» A preoccupare ulteriormente i commercianti è che i tempi non vengano rispettati: «Sono più i giorni in cui non c’è nessuno a lavorare sotto il ponte che il contrario – prosegue Peracchi -. Se questi 180 giorni aumentano qui si traballa davvero. Perché la sicurezza è fondamentale, ci mancherebbe, ma siamo nel 2025 e dei lavori di manutenzione non possono mettere in croce frazioni e interi e propri comuni per tempi insostenibili». Dalla chiusura del ponte sul Nure che ha spezzato in due la via Emilia Parmense sono passati «solo» 22 giorni. Un cantiere che secondo il cronoprogramma durerà per sei mesi.
«Noi apriamo alle 4.30 del mattino e a quell’orario non si vedono più camionisti e lavoratori. C’è il deserto – afferma Patrizia Mazzari, titolare di un altro bar lungo il controviale -. Recuperiamo con i pranzi perché molti lavoratori residenti, per esempio, nei comuni di Pontenure e Cadeo non tornano più a casa in pausa pranzo per limiti di tempo». «Abbiamo subito un calo di ingressi e un calo del fatturato del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Numeri difficili da sostenere» spiega amareggiato l’imprenditore Marco Gandolfi che auspica venga al più presto ristabilita la circolazione almeno a senso unico alternato lungo il ponte sul Nure. «Sarebbe un compromesso che farebbe bene sia ai residenti dei comuni limitrofi che ai proprietari di attività commerciali – le sue parole -. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete. Spero che le amministrazioni comunali di Piacenza e Pontenure non ci abbandonino perché qui diamo lavoro a tante famiglie del territorio».
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