Wednesday, September 10

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Bully, il videogioco sulla scuola e sul bullismo che è ancora attuale

Il protagonista è Jimmy Hopkins, un problematico quindicenne che viene spedito all'immaginaria Bullworth Academy

Francesco Toniolo
|1 giorno fa
Il videogioco Bully
Il videogioco Bully
4 MIN DI LETTURA
La ripartenza delle scuole è ormai prossima. Come ogni settembre si riprendono le lezioni si ritrovano compagni e insegnanti, ricominciano le interrogazioni e i compiti. Finite le vacanze, si ritorna nelle classi. Un ritorno non molto gradito, anche perché la vita scolastica di tanti, troppi studenti è sempre una sorta di giungla in cui bisogna destreggiarsi non solo tra verifiche e le lezioni, ma anche tra bulli e rapporti sociali tesi. Anche quando si è adulti, tanti conservano un brutto ricordo dei loro anni scolastici perché sono stati vittime di bullismo o si sono ritrovati in qualche altra situazione difficile.
Non stupisce il fatto che questo immaginario condiviso sia stato ripreso anche dai videogiochi. Nel corso degli anni si sono visti alcuni progetti educativi, ma quando si parla di gaming e bullismo il primo nome che torna alla mente di tante persone è uno solo: Bully (2006) di Rockstar Vancouver, conosciuto in Italia anche col titolo Canis Canem Edit.
Bully può essere descritto come un Grand Theft Auto (GTA) ambientato a scuola e, in effetti, gli sviluppatori del gioco sono gli stessi che hanno lavorato alla celebre saga di GTA, una tra le più famose nella storia del medium. Mentre in GTA si gioca nei panni di un criminale che ruba automobili e rapina i passanti, destreggiandosi tra polizia e bande di mafiosi, Bully trasla tutto questo in un’ambientazione scolastica.
Il protagonista del gioco è Jimmy Hopkins, un problematico quindicenne che viene spedito all’immaginaria Bullworth Academy, una scuola privata nel New England. La scuola è controllata da bande di bulli e riproduce in un microcosmo ristretto gli stessi rapporti di potere visti nelle metropoli di GTA: da un lato il potere istituzionale e repressivo (il preside e gli insegnanti al posto della polizia), dall’altro il potere autoproclamato che emerge dal basso (i bulli al posto dei mafiosi). Le giornate alla Bullworth scorrono tra lezioni obbligatorie, piccoli lavoretti, conflitti nei corridoi e missioni che mettono alla prova il protagonista.
Bully è paragonabile a GTA anche nella sua ambivalenza di visione. GTA è talvolta salutato come una critica al modello statunitense, che colpirebbe attraverso una satira fatta di eccessi, ma talvolta è anche visto come un videogioco che glorifica quel sistema. Anche Bully suscitò discussioni e polemiche. Alcuni critici temevano che Bully potesse istigare comportamenti aggressivi o legittimare episodi di prepotenza, andando a glorificare il bullismo, visto che Jimmy Hopkins deve farsi strada alla Bullworth anche con la forza, fino a diventare il “re” della scuola. D’altro canto, che chi ricorda che il gioco mostrava le difficoltà del protagonista nel districarsi in un ambiente complesso, cercando un suo equilibrio tra ribellione e regole, come molti adolescenti si trovano costretti a fare. Forse Jimmy non è un eroe positivo, ma neppure un cattivo senza scrupoli: è un adolescente alle prese con le difficoltà della crescita.
Nel contesto del ritorno a scuola, vale la pena riflettere su cosa Bully può raccontarci ancora oggi. Al di là delle esagerazioni narrative, il gioco mette in scena un’esperienza che molti studenti purtroppo conoscono: la scuola non è solo lezioni e compiti, è fatta anche di alleanze e conflitti, di bulli, prove di forza e pavoneggiamenti. Preferiamo spesso dimenticarcene, ma la realtà scolastica è questa, in tante classi.
TRE I VIDEOGIOCHI AMBIENTATI A SCUOLA IL TANTO DESIDERATO "HOLLOW KNIGHT: SILKSONG", USCITO IL 4 SETTEMBRE
"Settembre, andiamo. È tempo di migrare" scriveva D’Annunzio nella sua poesia I pastori, con cui sottolinea la fine dell’estate osservando la transumanza stagionale che conduce le greggi giù dai monti dell’Abruzzo, verso l’Adriatico. Anche noi, a settembre, "migriamo" dalle località di vacanza per fare ritorno a casa e a scuola. Mentre le giornate si accorciano, ci sarà anche tempo per provare nuovi videogiochi, come per esempio il tanto desiderato Hollow Knight: Silksong, uscito il 4 settembre dopo circa otto anni di attesa. Un gioco che ha fatto collassare i server degli store digitali su cui è venduto, per l’enorme numero di download in contemporanea. C’è anche chi ritroverà scuole e classi anche dentro ai videogiochi che si metterà a giocare. Per quanto non siano ambienti gettonati come regni fantasy o desolate lande postapocalittiche, anche gli edifici scolastici sono stati scelti come teatro per numerosi prodotti videoludici di successo.
Tra questi, uno dei più noti è certamente Bully: la sua ambientazione scolastica, raccontata con i toni satirici tipici della casa di sviluppo Rockstar, lo ha reso memorabile. Ma non è certo l’unico. Un esempio importante si trova nella serie giapponese Persona, nota per la sua ripresa di molti concetti espressi dal filosofo e psicologo Carl Gustav Jung, soprattutto con la sua teoria degli Archetipi. Pur con diverse varianti, in più capitoli della serie il giocatore impersona un ragazzo delle superiori che conduce una doppia vita: da un lato le lezioni, le verifiche e i rapporti con i compagni; dall’altro la battaglia, insieme ai suoi amici, contro manifestazioni soprannaturali del potere e della corruzione degli adulti. Il fascino del gioco sta anche in questo equilibrio: racconta la routine scolastica con i suoi piccoli drammi quotidiani, ma allo stesso tempo la trasforma in una grande avventura corale. Un approccio differente è quello di Life is Strange del 2015. Ambientato in un’immaginaria scuola dell’Oregon, il gioco segue la storia di Maxine Caulfield, detta Max, una studentessa che scopre di avere il potere di riavvolgere il tempo. L’elemento fantastico si intreccia con un racconto realistico di adolescenza: pressioni sociali, episodi di bullismo, amicizie che si consolidano o si spezzano.
Hollow Knight: Silksong
Hollow Knight: Silksong

L’interazione del giocatore consiste soprattutto nello scegliere come reagire a situazioni complesse, facendo evolvere la storia in modi differenti. C’è poi tutto il grande filone dei cosiddetti dating simulator, i "simulatori d’appuntamento", in cui bisogna corteggiare un ragazzo o una ragazza. Il successo di questi videogiochi è ben comprensibile, considerando quante persone hanno visto nascere i primi amori proprio tra i banchi e nei corridoi scolastici.
Molti di questi sono ambientati in mondi fantastici, diversi dal nostro. C’è per esempio la serie Monster Prom, ambientata in un liceo di giovani mostri, e c’è I Wani Hug That Gator! in cui si gioca nei panni dell’unico umano in una scuola di dinosauri antropomorfi. Anche Goodbye Volcano High del 2023 mostra una scuola di teenager dinosauri, ma qui l’elemento romantico (pur presente) passa in secondo piano, per domandarsi invece come reagirebbero degli adolescenti davanti all’arrivo di un meteorite che potrebbe distruggere il pianeta. Ovviamente ci ne sono anche tanti "simulatori di appuntamenti" con protagonisti umani, come Katawa Shoujo, che segue le vicende di un ragazzo con una malattia cardiaca che viene trasferito in un liceo per persone diversamente abili, dove entrerà in contatto con cinque ragazze con cui potrà sviluppare una relazione romantica. Questo filone di visual novel basate suI corteggiamenti scolastici si è talmente codificato nel tempo da aver permesso operazioni "mimetiche" come il bellissimo e inquietante Doki Doki Literature Club! del 2017. Questo gioco di Team Salvato inizia come il classico "gioco di appuntamenti" ambientato in un club scolastico giapponese, in cui corteggiare una delle quattro ragazze presenti. Questa è solo l’apparenza, perché il gioco si rivela poi essere un horror basato sulla rottura della quarta parete, in cui uno dei personaggi finisce per rivolgersi direttamente al giocatore oltre lo schermo (se vi state chiedendo come ci riesce, cerca di indovinare il vostro nome basandosi sul vostro account). Insomma, ce n’è per tutti i gusti.