Da Ottone alla Germania, sulle tracce del nonno deportato
Il pellegrinaggio della memoria dei familiari di Abramo Canevari nei luoghi dei suoi ultimi anni vita: dal sacrario del lager di Sandbostel all'ospedale di Wintermoor
Elisabetta Paraboschi
|32 giorni fa

Il sacrario del lager di Sandbostel
Nella scheda ingiallita di Abramo Canevari, pubblicata sul sito www.internatimilitaripiacentini.it realizzato dall’Isrec-Istituto di storia contemporanea di Piacenza (sarà presentato il prossimo 27 settembre), c’è un pezzo della sua storia di famiglia: sappiamo quando è nato e dove e di chi è figlio, qual era la sua condizione familiare, il suo lavoro e il suo grado di istruzione, ma anche quando è stato fatto prigioniero dai tedeschi e dove. I figli e le nipoti di Abramo sono partiti da questa scheda e il loro viaggio li ha condotti in Germania, sulle orme dell’internamento del loro familiare, al sacrario del lager di Sandbostel e poi all’ospedale di Wintermoor, dove Abramo era passato.
«Noi siamo originari di Ottone – spiegano le figlie Maria Clara e Giuseppina partite con il fratello Giovanni – nostro padre era nato nel 1917. Era partito per la ferma militare nel 1938, avrebbe dovuto finire il servizio due anni dopo, ma è scoppiata la guerra così è stato mandato sul fronte francese. Lì lo aveva raggiunto il fratello Eliseo che farà poi una brutta fine perché viene mandato in Russia e non è mai tornato».


