Torta alla marijuana sul lavoro, doppia condanna a cinque mesi

Un facchino si sentì male dopo averla mangiata. «Ho anche perso il lavoro»

Paolo Marino
Paolo Marino
July 15, 2025|2 giorni fa
Torta alla marijuana sul lavoro, doppia condanna a cinque mesi
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Cinque mesi di reclusione, pena sospesa, per la torta al cioccolato con l’aggiunta di marijuana offerta a un ignaro collega, che dopo averne mangiata una fetta si sentì male sul lavoro. Una goliardata costata cara a due giovani residenti in provincia di Mantova, impiegati in un’azienda logistica di Castelsangiovanni, accusati di lesioni personali (per le conseguenze fisiche che l’ingestione della torta ebbe sul collega) e di spaccio (sebbene nell’ipotesi meno grave della lieve entità).
La condanna è stata pronunciata dal giudice Federico Baita. Una decisione sulla quale solleva dei dubbi l’avvocato Fabrizio Vappina del foro di Cremona. « Leggeremo le motivazioni del giudice e le valutazioni sull’attendibilità di alcune testimonianze. Per esempio, quella di una collega che ha riferito di aver riconosciuto il sapore della marijuana dopo aver assaggiato un pezzetto di torta».
I fatti risalgono al 2020. I due imputati, un uomo di 29 anni e una donna di 28, negano l’accusa. Ascoltati durante l’ultima udienza, hanno raccontato al giudice di aver portato al lavoro una torta al cioccolato, preparata a casa il giorno prima, da consumare durante una pausa del turno lavorativo notturno. « Negli ingredienti non c’era marijuana», hanno ribadito. E hanno spiegato di non essere in confidenza con il collega che si lamentò di essere stato male dopo aver mangiato la torta che gli era stata offerta.
« Durante una pausa andai fuori a fumare una sigaretta, incontrai due colleghi e mi misi a chiacchierare», aveva riferito al giudice Baita e al pubblico ministero Paolo Maini il 32enne originario di Gela, ex dipendente di un magazzino del polo logistico di Castelsangiovanni. « Dissi che non avevo trovato al distributore automatico il cornetto che prendevo ogni giorno, così loro mi offrirono una fetta di torta al cioccolato», era proseguita la sua testimonianza. «Venti minuti dopo averla mangiata ero fuori di me, avevo la tachicardia ed ero impaurito per come mi sentivo», aveva concluso. Furono necessari un’ambulanza e le cure del pronto soccorso. Un’esperienza che segnò la fine del rapporto lavorativo del facchino siciliano, licenziato dall’azienda quando venne informata dell’esito degli esami del sangue eseguiti all’ospedale, che fecero emergere un’intossicazione da cannabinoidi.