Fiorenzuola, rimpasto indigesto: FdI invoca una verifica politica

Torna al sindaco geometra la delega ai Lavori pubblici di Morganti. I 90mila euro per la statua del patrono all'origine dei malumori

Paola Brianti
Paola Brianti
|32 giorni fa
Il municipio di Fiorenzuola
Il municipio di Fiorenzuola
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 Ci sarebbe un’accesa discussione intorno alla statua equestre di San Fiorenzo dietro al rimpasto di giunta deciso dal sindaco geometra di Fiorenzuola, che si è ripreso la delega ai Lavori pubblici togliendola all’assessore in quota Fratelli d’Italia Massimiliano Morganti , e ha lasciato Paola Pizzelli (Forza Italia) senza la delega del distretto di Levante, passata però al collega di partito Marcello Minari.
Un vero «fulmine a ciel sereno» come scrive il presidente piacentino di Fratelli d’Italia Filippo Bertolini, che invoca con urgenza «una verifica politica». Perché se Romeo Gandolfi indossa la fascia da sindaco, il merito è anche di Morganti, «il secondo più votato alle elezioni del 2021 con 362 preferenze personali: non diciamo che Morganti meriti una statua ma neppure che una statua valga più di un accordo politico». La statua appunto, che come confermano alcune indiscrezioni in Municipio è quel monumento equestre a San Fiorenzo da inaugurare per la festa del patrono a ottobre e piazzare nella rotonda all’ingresso della città per chi arriva da Piacenza: costo 94mila euro, incluse le opere stradali.
Sembra che Morganti non abbia affatto condiviso l’entusiasmo del sindaco per tale opera e che sia dunque stato ricambiato con un rimpasto senza preavviso. Un fulmine a ciel sereno, appunto e non importa che anche lui abbia fatto i suoi miracoli, elettorali ovviamente. Quella che quindi la maggioranza di governo aveva definito nella prima comunicazione una semplice «riorganizzazione dettata dai sopraggiunti impegni» di Morganti, il giorno successivo diventa un caso politico per il gruppo local del partito di Giorgia Meloni, che poi tanto local non è, visto che il primo referente resta pur sempre il ministro Tommaso Foti.
Ebbene, nella nota, Bertolini fa sapere che «la faccenda, a un anno e mezzo dalle prossime elezioni amministrative assume tratti incomprensibili». Perché il manuale Cencelli della giunta di Fiorenzuola è dal 2016 molto rigido: due assessori alla Lega, due a Fratelli d’Italia e due a Forza Italia. E se è vero che Morganti resta assessore, le deleghe Patrimonio, Cultura, Biblioteca, Associazioni e sport sommate non valgono quanto i Lavori pubblici. E infatti Bertolini sbatte i numeri sul tavolo: «È necessario rimarcare come la lista del centrodestra a sostegno di Gandolfi, nel 2016 e nel 2021, recasse al suo interno i simboli dei partiti e, riteniamo doveroso ricordarlo anche se ci pare che si faccia finta di non saperlo, Fratelli d’Italia è il primo partito della coalizione, che a novembre ha totalizzato a Fiorenzuola il 32,6% per un totale di voti validi alla lista di 1494». E conclude: «Auspichiamo che questi cambi al fotofinish non alterino il clima di serenità che ha contraddistinto l’amministrazione di Fiorenzuola negli ultimi nove anni. Questo rimescolamento di deleghe, tuttavia, rende una verifica politica tanto dovuta quanto indispensabile».
Morganti, da noi contattato telefonicamente, si è limitato a rimarcare come la posizione rispetto a questo riordino sia stata indicata nel comunicato stampa inviato a nome della maggioranza SiAmo Fiorenzuola nella giornata di giovedì (quello in cui il rimpasto sembrava condiviso da tutti), ma da militante e dirigente di Fratelli d’Italia ha espresso «gratitudine e sintonia» per l’intervento della segreteria.