Crollo di Ponte Lenzino «colpa della frana, non dei tecnici»
Gli esperti incaricati dal gip ribaltano le tesi della Procura sul personale di Anas

Paolo Marino
|3 giorni fa

Il cantiere per la costruzione del nuovo ponte sul Trebbia al confine tra i comuni di Corte Brugnatella e Cerignale dopo il crollo di cinque anni fa - © Libertà/Pietro Zangrandi
I periti del tribunale ribaltano le analisi sul crollo di Ponte Lenzino. Messa da parte l’ipotesi dell’erosione prodotta dalla corrente del Trebbia sulla fondazione del pilone collassato, i due professori del Politecnico di Milano, incaricati dal giudice Vincenzo Riganti di fare chiarezza sulle cause di quanto accaduto cinque anni fa, puntano il dito sulla frana di Carisasca. Lo scivolamento del terreno, sostengono, avrebbe spinto sulla spalla dell’infrastruttura, prima deformandola poi determinandone il cedimento. «Si può ritenere che la causa del crollo sia da associare agli effetti sulle soglie e sulle strutture del ponte prodotte dalla spinta “orizzontale” esercitata sul Ponte Lenzino dall’ammasso franoso del versante di sponda destra (lato Genova)», scrivono i professori Maurizio Acito e Marco Mancini, docenti di Tecnica delle costruzioni e Costruzioni idrauliche, rispondendo al quesito posto dal gip.
Il cambio di prospettiva non è di poco conto, perché va a incidere sulle responsabilità prospettate dalla procura. Infatti, tre tecnici Anas sono stati indagati per il crollo, con l’aggravante di considerarlo un evento prevedibile. La valutazione di Acito e Mancini è stata discussa nel corso dell’udienza preliminare davanti al gip Riganti che ha disposto la perizia. Il 29 ottobre è stata fissata una nuova udienza per permettere al pubblico ministero Emanuele Podda e al collegio difensivo dei tre tecnici Anas (gli avvocati Susanna Iori, Maurizio Merlini, Valerio Guazzarini, Angelo Scavone e Silvia Braschi) di porre domande ai due periti. Potranno intervenire anche i legali di Anas, titolare della Statale 45 della Val Trebbia, costituitasi parte civile. Toccherà al giudice fare una sintesi in vista del “non luogo a procedere” piuttosto che del rinvio a giudizio degli indagati.