Trecento lavoratori di MCM in stato di agitazione. I sindacati: «Si parla di fallimento»
C'è forte preoccupazione nelle sedi di Vigolzone e Roveleto di Cadeo. FIM, FIOM, UILM e RSU: «Abbiamo richiesto all’azienda se la notizia è vera e quali sono le reali intenzioni sul futuro degli stabilimenti, ma senza ricevere risposte». Programmate assemblee
Redazione Online
June 25, 2025|9 ore fa

Sul futuro di MCM – Machining Center Manufacturing c'è forte preoccupazione tra i trecento lavoratori delle sedi di Vigolzone e Roveleto di Cadeo, che annunciano lo stato di agitazione a partire da giovedì, 26 giugno. Lo comunicano i sindacati FIM, FIOM, UILM e la Rappresentanza sindacale unitaria (RSU) dell'azienda, che opera nel settore delle macchine utensili. «Stando a quanto abbiamo appreso - dichiarano - da notizie in rete che non hanno ancora trovato conferme da parte dell'azienda, ma che hanno messo in allarme oltre 300 famiglie, la filiale italiana di RIFA Precision Machinery ( MCM) presenterà istanza di fallimento».
La RSU fa sapere di avere richiesto a MCM chiarimenti in merito alla veridicità della notizia ed alle reali intenzioni sul futuro dell’unità produttiva, senza ricevere finora comunicazioni da parte dei vertici aziendali. «Non abbiamo conferme ma nemmeno smentite di questa scelta - viene precisato - che, a nostro avviso, è totalmente sbagliata, sia nei tempi sia nei modi. A partire da una procedura, quella del fallimento di cui abbiamo avuto notizie – lo ripetiamo – non confermate, che contestiamo in toto».
«La proprietà - è l'appello congiunto dei sindacati e della Rsu - si muova prima che situazione diventi insostenibile. La smetta di nascondersi, ripristini la governance e assicuri gli strumenti finanziari necessari a produrre l’importante portafoglio ordini di cui è in possesso».
Dopo le assemblee programmate negli stabilimenti nella giornata di giovedì 26 giugno, partirà lo stato di agitazione dei lavoratori MCM di Vigolzone e Roveleto che avvertono: «In assenza di risposte, decideremo le forme di lotta più opportune per assicurare la continuità produttiva e la salvaguardia occupazionale».