Città e visioni di futuro tra Piacenza e il mondo
Ben 9 progetti dagli studenti internazionali del Politecnico al corso del professor Massimo Tadi
Leonardo Chiavarini
July 8, 2025|25 giorni fa

Alcuni studenti del corso Architecture for smart cities al Politecnico, sede di via Scalabrini - © Libertà/Leonardo Chiavarini
Da Piacenza a Mumbai, passando per Addis Abeba. È un viaggio intorno al mondo, che, attraverso dati ed idee, punta a riflettere sulle città del futuro: come dovrebbero essere? A quali esigenze e problemi devono cercare di rispondere? Tutto questo avviene nel frizzante contesto del campus piacentino del Politecnico di Milano. Lì , nella sede di via Scalabrini, un nutrito gruppo di studenti internazionali sta frequentando il master in Architettura sostenibile e Progetto del paesaggio e ha da poco terminato il corso "Architecture for smart cities”, tenuto dal professor Massimo Tadi.
Di questi studenti, del loro viaggio all'interno delle città tra scenari presenti e futuri, avevamo già avuto modo di parlare in questa rubrica, alla fine di marzo. Oggi, iniziamo ad illustrare i frutti sorprendenti dei loro lavori. «Nel percorso di questi mesi con gli studenti – spiega il professor Massimo Tadi – abbiamo riflettuto sul concetto generale di smart city e poi abbiamo "letto” le città attraverso 5 sottosistemi: energia, mobilità, acqua, rifiuti e circolarità». Dopo aver affrontato circa una cinquantina di smart cities in giro per il mondo, gli studenti, divisi in gruppi, hanno lavorato a un progetto, poi presentato al termine del corso. I vari gruppi hanno avuto infatti l'opportunità di scegliere tra il realizzare un concept di smart city per una qualunque città a scelta oppure idearlo sul caso di Piacenza, centro urbano in cui vivono e studiano attualmente.
Di questi studenti, del loro viaggio all'interno delle città tra scenari presenti e futuri, avevamo già avuto modo di parlare in questa rubrica, alla fine di marzo. Oggi, iniziamo ad illustrare i frutti sorprendenti dei loro lavori. «Nel percorso di questi mesi con gli studenti – spiega il professor Massimo Tadi – abbiamo riflettuto sul concetto generale di smart city e poi abbiamo "letto” le città attraverso 5 sottosistemi: energia, mobilità, acqua, rifiuti e circolarità». Dopo aver affrontato circa una cinquantina di smart cities in giro per il mondo, gli studenti, divisi in gruppi, hanno lavorato a un progetto, poi presentato al termine del corso. I vari gruppi hanno avuto infatti l'opportunità di scegliere tra il realizzare un concept di smart city per una qualunque città a scelta oppure idearlo sul caso di Piacenza, centro urbano in cui vivono e studiano attualmente.
«Questa consegna ha fruttato 9 progetti – spiega il professor Tadi –, alcuni davvero di ottimo livello, specie per la realisticità con cui affrontano il tema. Le città, infatti, sono analizzate a partire dalla loro storia e dalle loro caratteristiche, tenendo conto di difficoltà e punti di forza. Da lì , ciascun gruppo di studenti ha sviluppato un progetto di smart city appositamente pensato per il caso del centro urbano scelto in partenza». Insomma, come un abito nuovo, l'idea di smart city cucita addosso, su misura della città. «Un lavoro – continua Tadi – che non ha certo risparmiato i dettagli e che ha tenuto conto di stakeholders e archi temporali più che realistici. Gli studenti hanno anche preso in considerazione tappe intermedie e necessari momenti di monitoraggio nel corso del processo di trasformazione che conduce la loro città di partenza verso un volto nuovo, più smart e sostenibile».
Nelle prossime pagine di "Green future” (21/07) verranno pubblicati alcuni spunti tratti da questi recenti progetti, due in particolare riguarderanno il caso di Piacenza. «Sono contento all'idea che i lettori del quotidiano e in generale tutti i piacentini interessati possano visionare alcune di queste idee avute dagli studenti per la loro città – dice il professor Tadi –. Oltre a credere nel valore dei progetti dei miei studenti, penso che condividere alcuni spunti con la cittadinanza possa essere non solo interessante, ma anche utile. Posso anticipare – conclude il professore – che i due progetti piacentini muovono da due driver diversi. Il primo punta a valorizzare l'industria e parte da questo settore per lo sviluppo della città; il secondo, invece, è più legato all'agricoltura e al paesaggio».
Nelle prossime pagine di "Green future” (21/07) verranno pubblicati alcuni spunti tratti da questi recenti progetti, due in particolare riguarderanno il caso di Piacenza. «Sono contento all'idea che i lettori del quotidiano e in generale tutti i piacentini interessati possano visionare alcune di queste idee avute dagli studenti per la loro città – dice il professor Tadi –. Oltre a credere nel valore dei progetti dei miei studenti, penso che condividere alcuni spunti con la cittadinanza possa essere non solo interessante, ma anche utile. Posso anticipare – conclude il professore – che i due progetti piacentini muovono da due driver diversi. Il primo punta a valorizzare l'industria e parte da questo settore per lo sviluppo della città; il secondo, invece, è più legato all'agricoltura e al paesaggio».