La nuova luce di un classico: HeroQuest torna per le nuove generazioni
Negli anni Novanta, prima che i videogame per console e computer conquistassero definitivamente l'attenzione dei giovani, una scatola divenne l'oggetto del desiderio di una generazione
Carlo Chericoni
|3 giorni fa

Meno spettacolare rispetto alle controparti tridimensionali, le pedine in cartone dei nemici sono però più colorate e graficamente curate - © Libertà/Carlo Chericoni
Carlo Chericoni
Lanciato nel 1989, HeroQuest, si impose come un vero e proprio fenomeno culturale e, insieme a Dunguons & Dragons, contribuì alla diffusione del mondo fantasy nell’immaginario di una generazione. Consapevole del valore nostalgico che quel marchio continuava a esercitare, Hasbro ha riportato in vita il gioco nel 2021 con una riedizione fedele all’originale e con una qualità dei materiali migliorata, ma con un prezzo di circa 120 euro si trattava di un prodotto pensato più per collezionisti e appassionati storici che per una nuova generazione di giocatori.
Oggi, però, la saga prova a cambiare rotta lanciando HeroQuest: La Prima Luce, un’edizione più economica destinata a diventare la porta d’ingresso dei più giovani al mondo dei dungeon crawler, ovvero quei giochi che simulano esplorazioni di sotterranei pieni di trappole, mostri e tesori.
Per contenere i costi, è stata ridotta la componente tridimensionale. Invece delle classiche miniature in plastica per ogni personaggio ed elemento scenico, La Prima Luce propone sta-tuine solo per i quattro eroi principali e per un singolo nemico: il drago, che funge da antagonista centrale. Le altre creature malvagie e gli arredi del sotterraneo sono invece rappresentati da pedine sagomate in cartoncino. Nonostante la semplificazione dei materiali, l’esperienza di gioco resta completa. Nella scatola sono infatti presenti tutte le componenti classiche: carte tesoro, artefatto, incantesimo e mostro, insieme ai dadi speciali per il movimento e i combattimenti. Immancabile anche lo schermo del Maestro del Gioco, che permette a chi interpreta il ruolo dello stregone Zargon di gestire la partita senza rivelare ai giocatori i segreti nascosti dell’impresa che stanno affrontando.
Oggi, però, la saga prova a cambiare rotta lanciando HeroQuest: La Prima Luce, un’edizione più economica destinata a diventare la porta d’ingresso dei più giovani al mondo dei dungeon crawler, ovvero quei giochi che simulano esplorazioni di sotterranei pieni di trappole, mostri e tesori.
Per contenere i costi, è stata ridotta la componente tridimensionale. Invece delle classiche miniature in plastica per ogni personaggio ed elemento scenico, La Prima Luce propone sta-tuine solo per i quattro eroi principali e per un singolo nemico: il drago, che funge da antagonista centrale. Le altre creature malvagie e gli arredi del sotterraneo sono invece rappresentati da pedine sagomate in cartoncino. Nonostante la semplificazione dei materiali, l’esperienza di gioco resta completa. Nella scatola sono infatti presenti tutte le componenti classiche: carte tesoro, artefatto, incantesimo e mostro, insieme ai dadi speciali per il movimento e i combattimenti. Immancabile anche lo schermo del Maestro del Gioco, che permette a chi interpreta il ruolo dello stregone Zargon di gestire la partita senza rivelare ai giocatori i segreti nascosti dell’impresa che stanno affrontando.

Anche dal punto delle meccaniche di gioco è quasi tutto uguale, a parte qualche impercettibile modifica; il che significa che siamo sempre di fronte a un regolamento molto semplice e immediato, particolarmente adatto ai più giovani o sfide che coinvolgono l’intera famiglia.
HeroQuest resta, in fondo, uno di quei giochi pensati per divertirsi senza troppe complicazioni, in cui il lancio dei dadi è parte integrante del racconto e non solo della meccanica. È proprio l’imprevedibilità dei risultati, infatti, a rendere unica ogni avventura.
Questa edizione “economica” propone anche interessanti differenze con la versione 2021, ovvero 10 nuove imprese che raccontano l’origine dei protagonisti, nuovi design per le miniature degli eroi e, la più importante, un tabellone di gioco fronteretro. Accanto alla classica mappa del dungeon, i giocatori troveranno un secondo layout più neutro e modulare, pensato per favorire la creazione di scenari personalizzati. Una scelta che strizza l’occhio ai giocatori più creativi, pronti a inventare e condividere le proprie avventure da zero, espandendo così il potenziale narrativo del gioco ben oltre le missioni già incluse nella scatola.
HeroQuest resta, in fondo, uno di quei giochi pensati per divertirsi senza troppe complicazioni, in cui il lancio dei dadi è parte integrante del racconto e non solo della meccanica. È proprio l’imprevedibilità dei risultati, infatti, a rendere unica ogni avventura.
Questa edizione “economica” propone anche interessanti differenze con la versione 2021, ovvero 10 nuove imprese che raccontano l’origine dei protagonisti, nuovi design per le miniature degli eroi e, la più importante, un tabellone di gioco fronteretro. Accanto alla classica mappa del dungeon, i giocatori troveranno un secondo layout più neutro e modulare, pensato per favorire la creazione di scenari personalizzati. Una scelta che strizza l’occhio ai giocatori più creativi, pronti a inventare e condividere le proprie avventure da zero, espandendo così il potenziale narrativo del gioco ben oltre le missioni già incluse nella scatola.

Come anticipato HeroQuest: La Prima Luce è pensato per essere un primo passo, ma non un punto d’arrivo. Chi si lascerà conquistare da questo universo potrà continuare a esplorarlo grazie alle numerose espansioni già pubblicate per l’edizione 2021, tutte completamente compatibili.
La Hasbro ha dato vita a un prodotto ben calibrato per il pubblico a cui si rivolge. Riduce il superfluo, mantiene l’essenziale e abbassa la soglia d’ingresso a un tipo di gioco che, altrimenti, rischierebbe di restare confinato a una nicchia di appassionati.
La Hasbro ha dato vita a un prodotto ben calibrato per il pubblico a cui si rivolge. Riduce il superfluo, mantiene l’essenziale e abbassa la soglia d’ingresso a un tipo di gioco che, altrimenti, rischierebbe di restare confinato a una nicchia di appassionati.

HEAVY METALE E DUNGEON: L'ESPANSIONE DI HEROQUEST CHE ARRIVA DA HOLLYWOOD
C’è chi lo ricorda come il lupo mannaro Alcide Herveaux nella serie tv True Blood, chi lo invidia per essere stato il marito di Sofia Vergara e chi lo ammira per il suo fisico imponente, ma per gli appassionati di giochi da tavolo il popolare attore Joe Manganiello è principalmente un “nerd” amante di Dungeons & Dragons e del fantasy in generale.
Una passione che lo ha portato a firmare una delle espansioni più originali di HeroQuest, La Cripta dell’Oscurità Perpetua, realizzando così il sogno di contribuire a uno dei giochi che avevano segnato la sua infanzia. La sua fonte d’ispirazione? Le classiche storie fantasy in cui gli eroi intraprendono una “missione impossibile”, come l’impresa contro il drago Smaug ne Lo Hobbit, in cui il successo è possibile solo grazie a coraggio e cooperazione. Nel costruire un’avventura epica non si è però fatto sfuggire l’occasione di inserire anche rimandi autobiografici come il goblin di nome Bubelexia che prende ispirazione dal nome del suo chihuahua Bubbles e un personaggio elfico chiamato Vander basato su un eroe creato da suo fratello per le loro partite a D&D.
C’è chi lo ricorda come il lupo mannaro Alcide Herveaux nella serie tv True Blood, chi lo invidia per essere stato il marito di Sofia Vergara e chi lo ammira per il suo fisico imponente, ma per gli appassionati di giochi da tavolo il popolare attore Joe Manganiello è principalmente un “nerd” amante di Dungeons & Dragons e del fantasy in generale.
Una passione che lo ha portato a firmare una delle espansioni più originali di HeroQuest, La Cripta dell’Oscurità Perpetua, realizzando così il sogno di contribuire a uno dei giochi che avevano segnato la sua infanzia. La sua fonte d’ispirazione? Le classiche storie fantasy in cui gli eroi intraprendono una “missione impossibile”, come l’impresa contro il drago Smaug ne Lo Hobbit, in cui il successo è possibile solo grazie a coraggio e cooperazione. Nel costruire un’avventura epica non si è però fatto sfuggire l’occasione di inserire anche rimandi autobiografici come il goblin di nome Bubelexia che prende ispirazione dal nome del suo chihuahua Bubbles e un personaggio elfico chiamato Vander basato su un eroe creato da suo fratello per le loro partite a D&D.

Una delle caratteristiche più sorprendenti di La Cripta dell’Oscurità Perpetua è il suo stile fortemente ispirato all’immaginario heavy metal fantasy degli anni ‘80. Manganiello descrive il tono dell’espansione come un esplicito richiamo richiamo all’estetica della rivista Heavy Metal e l’atmosfera dark tipica del periodo “satanic panic” americano, ovvero quando negli Usa, tra gli anni ‘80 e ‘90, i giochi di ruolo vennero accusati di occultismo.
Dal punto di vista del game design, La Cripta dell’Oscurità Perpetua si distingue come una delle avventure più difficili mai apparse in HeroQuest, pensata per mettere alla prova anche gli eroi più esperti. Manganiello ha, infatti, sfruttato la sua decennale esperienza come “Dungeon Master” per creare un senso di senso di pericolo costante durante l’intera storia, così da massimizzare il coinvolgimento.
Il risultato finale è un’espansione sicuramente dedicata agli appassionati più adulti per temi e complessità, ma che allo stesso tempo presenta una grafica più dinamica e moderna rispetto a quelle classica, una cosa che potrebbe fa storcere il naso ai collezionisti. Questo però sarebbe un peccato, perché gli impedirebbe di godersi un’espansione estremamente immersiva e dall’alto potenziale nostalgico.
Dal punto di vista del game design, La Cripta dell’Oscurità Perpetua si distingue come una delle avventure più difficili mai apparse in HeroQuest, pensata per mettere alla prova anche gli eroi più esperti. Manganiello ha, infatti, sfruttato la sua decennale esperienza come “Dungeon Master” per creare un senso di senso di pericolo costante durante l’intera storia, così da massimizzare il coinvolgimento.
Il risultato finale è un’espansione sicuramente dedicata agli appassionati più adulti per temi e complessità, ma che allo stesso tempo presenta una grafica più dinamica e moderna rispetto a quelle classica, una cosa che potrebbe fa storcere il naso ai collezionisti. Questo però sarebbe un peccato, perché gli impedirebbe di godersi un’espansione estremamente immersiva e dall’alto potenziale nostalgico.