Uma Musume: i cavalli da corsa diventano ragazze cantanti

Nonostante la stranezza del concept, almeno agli occhi occidentali, questo videogioco rientra tra i grandi successi asiatici degli ultimi anni

Francesco Toniolo
July 8, 2025|33 giorni fa
Uma Musume: i cavalli da corsa diventano ragazze cantanti
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A duecento metri dal traguardo, Special Week è in quarta posizione, ma ecco che all’improvviso accelera, si prepara a dare il tutto per tutto con uno scatto finale. Recupera terreno, forse ce la può fare… proprio sulla linea del traguardo, Special Week è in testa, ha vinto la gara!
Per chi segue il mondo dell’equitazione, questa potrebbe essere l’estratto di una vecchia telecronaca giapponese, legata ai tempi in cui gareggiava il cavallo Special Week, tra il 1998 e il 1999. Ma qui stiamo parlando di qualcosa di un po’ diverso. Nel nostro caso, Special Week è una ragazza. O meglio, è una Uma Musume, che si può tradurre come “ragazza cavallo”: è una giovane fanciulla con coda e orecchie animali, amante delle gare, in cui si è reincarnato lo spirito del famoso cavallo da corsa.
È possibile seguire le gare della simpatica Special Week e delle sue amiche nel videogioco Uma Musume: Pretty Derby, disponibile dal 2021 su telefono e, da una settimana, anche su Steam (la principale piattaforma di gioco per computer). Nonostante la stranezza del concept – almeno agli occhi occidentali – questo videogioco rientra tra i grandi successi asiatici degli ultimi anni e la sua pubblicazione su Steam può essere una buona occasione per sperimentarlo. Tanto più considerando che si tratta di un videogioco gratuito, per quanto con la possibilità di effettuare acquisti interni al gioco.

Il franchise Uma Musume ha unito due mondi molto lontani tra di loro, che vengono fusi nelle meccaniche di gioco. Da un lato, ci sono le già citate corse dei cavalli. Nei panni di un trainer, bisogna aiutare la propria Uma Musume a prepararsi al meglio per le gare. Un aspetto curioso del gioco è che, durante le gare, noi non possiamo far nulla per influenzarne il risultato, possiamo solo limitarci a osservarle, come farebbe un reale spettatore. Il nostro intervento di giocatori si limita alle fasi preparatorie, ed è qui che emerge l’altro “mondo” a cui attinge Uma Musume: quello delle idol, ovvero delle giovani ragazze (giapponesi o coreane) che cantano, ballano e si esibiscono per un pubblico di fan adoranti. La carriera delle protagoniste del gioco ha in effetti diversi punti in comune con una idol, a partire dalla necessità di conquistarsi il favore di un numero sempre crescente di fan. Il gioco contiene anche diversi video di performance in cui le Uma Musume cantano e ballano su un palco. L’ibridazione tra sport competitivo e intrattenimento musicale è proprio il cuore del progetto, che parla sia agli amanti delle idol sia agli appassionati delle simulazioni, soprattutto quelle di carattere sportivo manageriale, in cui non si gioca nei panni di un atleta ma del suo allenatore o del manager della squadra.
Uma Musume: Pretty Derby presenta anche una forte componente narrativa. Al fianco delle sessioni di allenamento sono presenti un gran numero di eventi, più o meno casuali, in cui la propria Uma Musume interagisce con altre persone. Questi incontri possono suggerirle nuove strategie (che si traducono in “poteri” che andrà a utilizzare in gara) o motivarla a dare il massimo, ma potrebbero anche demoralizzarla, abbassando la sua performance durante allenamenti e corse. Per cui siamo davanti a un gioco ricco di testo, visto che gran parte di questi eventi è accompagnata da numerosi dialoghi e che è anche possibile guardare ulteriori scenette che raccontano la storia di ciascun personaggio.
Night in the Woods
Night in the Woods
QUANDO GLI ANIMALI DEI VIDEOGAME PARLANO DI NOI
Nei videogiochi si incontrano spesso animali più o meno antropomorfi, che si comportano come esseri umani: parlano, si vestono, vivono in case, costruiscono comunità. Alcuni dei più famosi personaggi dei videogiochi sono proprio animali antropomorfizzati, come Sonic the Hedgehog o Crash Bandicoot, due nomi più che noti a chi frequenta un minimo il medium videoludico. Ma il ricorso a personaggi di questo genere è ben più esteso e ramificato di quanto può sembrare a un primo impatto e, soprattutto, capita che questi personaggi abbiano qualcosa da dire su di noi, come esseri umani.
L’idea non è certo nuova, in verità. Pensiamo alle tradizionali favole, come quelle di Esopo, in cui i protagonisti sono proprio animali che si comportano come umani, per trasmettere agli ascoltatori una morale su come comportarsi. Anche i fumetti e i cartoni animati sono pieni di animali umanizzati, dagli storici Topolino e Paperino a Zootropolis, dal libro “Vento tra i salici” al manga Beastars e molto altro ancora. Anche i videogiochi si sono inseriti in vario modo all’interno di questa lunga tradizione, utilizzando simili personaggi per riflettere sui rapporti umani, sulle comunità e sul senso della crescita.
Per fare un esempio tra i tanti prendiamo Night in the Woods, un gioco in cui la protagonista, una ragazza di nome Mae, torna nella sua cittadina natale dopo aver abbandonato il college. Si ritrova circondata da vecchi amici, genitori, vicini di casa, ma lei fatica a reintegrarsi in questo paesino. Un aspetto interessante del gioco è che tutti gli abitanti appaiono con fattezze animali, pur essendo degli umani (non è quindi un mondo sullo stile di Zootropolis). Tecnicamente, sono umani zoomorfizzati. Mae, per esempio, appare come una gatta nera. Questa scelta espressiva fa risaltare il senso di estraneità veicolata dalla storia e fornisce anche alcuni indizi sulle caratteristiche dei vari amici di Mae.
Laddove Night in the Woods racconta la difficoltà di reinserirsi in una piccola comunità, una serie come Animal Crossing va in direzione opposta. In questo caso giochiamo nei panni di un essere umano che si trasferisce in un piccolo villaggio di animali antropomorfi, con cui fa man mano amicizia, condividendo esperienze quotidiane e chiacchierando con loro.
A volte siamo davanti a pacifici amici, come nel citato Animal Crossing, o anche a legami familiari. Sono anche molto frequenti le storie romantiche, sempre legate ad animali antropomorfi, che magari sfidano i pregiudizi per stare insieme a qualche creatura molto diversa, ma che sentono di amare. Sono storie che, in un modo o in un altro, spingono verso la coesione, derivante dall’amore (familiare o romantico), dall’amicizia o da un bene superiore che si desidera raggiungere. Come ben intuibile, tuttavia, è possibile trovare anche l’opposto: ci sono anche tanti casi in cui gli animali vengono usati per mostrare quanto sia difficile vivere insieme, arrivando a diverse forme di guerra aperta. In videogiochi come Armello o Root ci sono fazioni di animali in guerra perenne. In casi come lo strategico Tooth and Tail ci si trova davanti a una lotta per il cibo che giunge al “cannibalismo” (per quanto non sia forse il termine esatto, visto che si parla di differenti specie di animali antropomorfi).
Il fatto che tutto questo venga raccontato attraverso animali non è casuale. Forse è un modo per rendere certe storie più accettabili, meno dirette. Parlare di depressione, emarginazione o conflitti familiari usando personaggi animali aiuta a creare una distanza che rende più facile l’identificazione. Anche in questo caso non è nulla di nuovo, se ci si pensa. Nel campo dei fumetti si può per esempio citare il celebre Maus, il capolavoro di Art Spiegelman, che racconta gli orrori della seconda guerra mondiale attraverso umani zoomorfizzati: gli ebrei sono rappresentati come topi, i tedeschi sono dei gatti, i polacchi dei maiali, ecc. Attraverso il filtro degli animali può essere possibile fornire un nuovo modo per raccontare storie come questa. Quel che è certo è che, se fate un giro su qualche negozio virtuale di videogiochi (come Steam), troverete più di un tag legato alla presenza di animali antropomorfi e potrete rendervi conto di quante volte gli sviluppatori abbiano utilizzato personaggi del genere. A volte anche senza voler veicolare chissà quale messaggio, e va bene così, anche questo mostra la varietà del medium.