Se amiamo davvero i nostri amici pelosi rispettiamone la natura

Il garante per gli animali del Comune di Piacenza Giovanni Peroni: no ad antropomorfizzare i pet di casa, può creare squilibri

Simona Segalini
Simona Segalini
July 26, 2025|15 giorni fa
La dolcissima Mila, tre mesi di vita e residente a Mortizza
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Un mercoledì qualsiasi, di una estate qualsiasi a Piacenza. « Ho appuntamento con una persona, residente in città: mi chiede di fare quattro chiacchiere sulla gestione dei cani a Piacenza, anche a seguito degli articoli apparsi sulla pagina del quotidiano locale “Libertà” , proprio in questa rubrica. In poco tempo troviamo una sintonia, soprattutto quando cominciamo a parlare di “antropomorfismo”». Sotto il solleone, anche Giovanni Peroni, garante per i diritti degli animali domestici del Comune di Piacenza, sceglie la chiacchiera sbarazzina che tuttavia - tanto sbarazzina - non sarà.
« Accade sempre più spesso che l’umano consideri il cane come un bimbo, un compagno, un figlio e non lo riconosca più per quello che è, cioè un animale meraviglioso ed intelligente, in grado di donare molto, se rispettato e aiutato a crescere con equilibrio. E così “antropomorfizza” inconsapevolmente il proprio amico. Ma perché certe persone affibbiano a tutti i costi caratteristiche umane ai quattrozampe? Sicuramente anche perché spesso non esiste una corretta cultura cinofila diffusa, con la triste conseguenza che manca quella conoscenza necessaria per trascorrere una vita felice insieme al proprio amico peloso. Ma ciò accade spesso anche per un disequilibrio nella propria vita sociale ed affettiva: sono numerosi gli individui che preferiscono instaurare rapporti esclusivi con i propri animali a causa di trascorse delusioni nella sfera sociale o affettiva. Di conseguenza tutte le attenzioni sono riversate sull’amico con la coda, che alla fine non può che soffocare e manifestare atteggiamenti insicuri e a volte isterici, caricato da tante insane attenzioni».
E così il pigiamino per dormire, l’accappatoio per il bagnetto, gli occhiali da sole, la felpa griffata e perfino le beautyfarm specializzate, dove i nostri beniamini hanno la “fortuna” di godere di massaggi rilassanti, coccolati da oli essenziali, dimostrano che qualcuno non solo vive il cane come una persona, ma lo utilizza per assecondare il proprio ego e celare le proprie debolezze. 
E gli umani che dicono? « L’alibi è sempre lo stesso: sdoganano il loro atteggiamento tirando in ballo l’empatia, che si traduce con “questa cosa al mio cane piace tanto”. E’ certamente un’abilità fondamentale per le relazioni sociali e professionali, ma questo genere di “empatia” ho i miei dubbi che vada bene per il mondo degli amici con la coda, se li vedo camminare a testa bassa perché il cappuccio del loro cappottino li obbliga a una posa innaturale o li scorgo fare pipì sulla traversa in terrazzo, perché non “vogliono” scendere. In realtà non facciamo altro che mancare loro di rispetto, obbligandoli a situazioni di stress e di ambiguità relazionale ed affettiva ». Conoscere il comportamento e i bisogni reali dei cani e dei gatti che condividono la nostra vita è importante. E’ dovere di ogni persona capire il loro linguaggio, imparare ad interagire con essi in maniera equilibrata e stabilire regole di comportamento che aiutino alla conduzione di una vita serena.
«Stiamo assistendo sempre più spesso a un’antropomorfizzazione galoppante degli animali, ma io di vedere cani conciati come pupazzi, agghindati con nastrini e fiocchettini, o trattati come bambini , non ne ho davvero più voglia. E’ stato inevitabile ricordare i film della Disney, una volta tanto biasimata dagli animalisti di tutto il mondo per aver reso umani i vari animali personaggi delle favole, ma ora quasi osannata per aver mostrato come alla fine tutti gli animali “buoni” sono come noi, giacca e pantaloncini compresi. Già, perché anche per la Disney, esistono animali “brutti e cattivi”: ragni, scorpioni, insetti, squali, pipistrelli, lucertole, meduse, serpenti, rane e rospi, contribuendo a creare quella cultura moderna di valutazione esclusiva del lato estetico: bello è bravo, brutto è cattivo. Ma chi stabilisce il bello o il brutto?».