Malattie infettive in visita alla Pellegrina, «Un luogo di accoglienza fondamentale»

Il primario Trapani e lo staff ospiti per un giorno a Casa Don Venturini. «Tante diagnosi in fase avanzata, serve più prevenzione»

Redazione Online
|1 giorno fa
Malattie infettive in visita alla Pellegrina, «Un luogo di accoglienza fondamentale»
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Casa Don Venturini e Reparto Malattie infettive dell’Ospedale di Piacenza: professionalità diverse che si completano da una trentina d’anni. Una storia che è fatta fatta di tante storie individuali, dove ciascun paziente, medico, infermiere, educatore, operatore sociale, intere famiglie avrebbero tanto da raccontare di battaglie per la vita e di speranze.
Nei giorni scorsi, a un anno dalla sua nomina, il nuovo direttore degli Infettivi, Filippo Trapani, insieme a diversi componenti del suo staff, è stato ospite speciale alla Pellegrina, nella comunità di Fondazione La Ricerca che accoglie persone in Hiv-Aids qui approdate dopo abbandoni, disperazione, inciampi, e tanta solitudine. La visita guidata nei locali della struttura, nata nel 1993 per volere della Diocesi di Piacenza Bobbio e in stretta sinergia oltre che con la Caritas proprio con il Malattie Infettive di allora, ha contribuito a intensificare ancor di più i legami tra gli assistenti e gli assistiti.
Dottor Trapani, come è stato accolto dagli ospiti della casa?
«Direi molto bene, ho trovato tanta riconoscenza verso il nostro personale, dovuta ad anni di collaborazione tra le due strutture».
Un incontro di grande impatto emotivo…
«E’ stata sicuramente un’emozione forte. Vedere il loro benessere oggi, anche se relativo, non può che farmi pensare al passato, a quando comunicare una diagnosi di Hiv portava con sé un senso di paura e disperazione, perché in quegli anni la malattia era considerata quasi sempre fatale. Oggi grazie alle terapie antivirali altamente efficaci è cambiato tutto, si riesce a vivere una vita normale senza evolvere verso l’Aids, soprattutto se l’infezione viene scoperta in una fase precoce e si è aderenti al trattamento».
Quarantaquattro anni, laureato a Bologna, dove ha conseguito la specializzazione in Malattie infettive e iniziato la carriera professionale al Policlinico Sant’Orsola e all’Istituto di Montecatone, ospedale di riabilitazione centro di riferimento nazionale di alta specializzazione per la riabilitazione di persone con lesioni midollari e cerebrali acquisite, il dottor Trapani ha già avuto importanti esperienze legate alla cura dell’Aids.
Aids e territorio, com’è la situazione piacentina vista dall’osservatorio del Malattie Infettive?
«Abbiamo avuto un incremento delle nuove diagnosi di Hiv nel 2024. Fortunatamente, al momento, non confermato in questi primi nove mesi del 2025. Purtroppo, però molte nuove diagnosi vengono scoperte nella fase avanzata di malattia, quindi in condizione di Aids. Questo ci fa pensare che dobbiamo lavorare ancora tanto nel favorire l’adesione al test Hiv anche in persone che si ritengono poco a rischio, come gli eterosessuali».
E’ importante la presenza sul territorio di una struttura come Casa Don Venturini? Perché?
«E’ ancora molto importante perché l’infezione da Hiv spesso coinvolge persone con delle fragilità pre-esistenti o ne diventa essa stessa la causa. Avere una struttura come Casa Don Venturini dove essere accolti, protetti e accuditi come in una famiglia in un momento di difficoltà è sicuramente fondamentale, diventa un porto sicuro in cui è ancora forte il senso di comunità».
Non solo cura, ma anche tanta prevenzione attraverso le testimonianze degli ospiti della casa. E’ un impegno che portate avanti insieme?
«Stiamo cercando di organizzare degli eventi in cui cerchiamo di divulgare le modalità di trasmissione e di prevenzione delle infezioni da Hiv, coinvolgendo anche gli ospiti della casa. La lora testimonianza è sicuramente fondamentale».