Medico fermato in acque internazionali da Israele, la sorella vive a Piacenza: «Orgogliosa di lui»

L'abbordaggio da parte della marina israeliana è avvenuto a 120 miglia nautiche dalle coste di Gaza. A bordo della flotilla medici, infermieri e giornalisti italiani

Marco Vincenti
Marco Vincenti
|13 giorni fa
Gli attivisti il giorno prima dell'abbordaggio della marina israeliana in acque internazionali
Gli attivisti il giorno prima dell'abbordaggio della marina israeliana in acque internazionali
1 MIN DI LETTURA
«Se state vedendo questo video vuol dire che la nave su cui ero imbarcato è stata intercettata e sono stato rapito e portato illegalmente in Israele. Chiedo a tutti di fare pressioni sul governo e sull’ambasciata italiana in Israele affinché rilascino i miei compagni di viaggio e me il prima possibile». Il filmato postato su Instagram dal medico Riccardo Corradini pochi istanti prima dell'abbordaggio della marina israeliana che ha bloccato la ‘seconda’ Freedom flotilla coalition a 120 miglia nautiche dalle coste di Gaza. 
Dalle 4 della mattina di mercoledì 8 settembre non si hanno più notizie di lui e degli altri attivisti italiani a bordo della Conscience, la principale delle navi che componevano la flotilla carica di 18 tonnellate tra medicinali e beni di prima necessità.
«Sono orgogliosa di mio fratello, ma ora ho solo paura». Parla così Azzurra Corradini, piacentina d’adozione, di suo fratello Riccardo. «Un’opportunità di riscatto per l'umanità intera, un carico di aiuti concreto per una popolazione stremata da un’aggressione brutale» il giovane medico definiva così la missione umanitaria alla quale aveva partecipato salpando lo scorso 30 settembre dal porto di Otranto insieme ad altri dottori, infermieri, giornalisti e attivisti italiani.
Azzurra e Riccardo sono originari del Trentino Alto-Adige. Lei, dopo essersi sposata, si è trasferita a Piacenza dove vive e lavora. L’ultima comunicazione tra i due fratelli risale alle 4 del mattino tra martedì e mercoledì. Poi, il silenzio. Da allora Azzurra è in costante contatto con la Farnesina e l’ambasciata italiana a Tel Aviv, ma – fino al tardo pomeriggio di oggi – nessuna informazione precisa è pervenuta sullo stato di salute del fratello e degli atri attivisti fermati in acque internazionali. Nel frattempo, Piacenza è tornata a manifestare in piazza contro il genocidio e a favore del popolo palestinese.