Passa il Piano del traffico, per la rotonda di via Boselli addio a 3 alberi

Dopo un lungo muro contro muro il consiglio dice sì al Put (minoranza astenuta). Il vicesindaco sul rondò: «Soluzione equilibrata, migliora ambiente, viabilità e ciclabile»

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
|29 giorni fa
L'ultima seduta del consiglio comunale- © Libertà
L'ultima seduta del consiglio comunale- © Libertà
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Il muro contro muro tra minoranza e maggioranza, l’ostruzionismo del centrodestra per gran parte della seduta fino alla svolta che ha spianato la strada all’approvazione, per giunta senza voti contrari. Ieri in consiglio comunale il centrosinistra ha portato all’incasso il Piano urbano del traffico (Put), con le linee di azione sulle politiche viabilistiche nei prossimi due anni (ApP astenuta, il centrodestra non ha partecipato al voto).
Durante la discussione ha di nuovo tenuto banco la rotonda tra via Boselli, via Damiani e viale Martiri della Resistenza a cui va data forma definitiva dopo la felice sperimentazione, in sostituzione del semaforo, con i new jersey. Se è vero che «mantenere le piante» di cui il progetto originario prevedeva l’abbattimento significa «stringere» lo spazio per la ciclopedonale in via Damiani «rispetto ai tre metri e rotti che il codice della strada prescrive per una pista in sede propria», la nuova soluzione prospettata per la rotonda di via Boselli «va comunque a migliorare l’attuale stato di fatto: gli alberi possono restare, sono compatibili con la viabilità, la rotonda gira lo stesso, è un progetto con equilibrio tra il beneficio ambientale che già una rotatoria produce di per sé fluidificando il traffico e il beneficio per le altre utenze». Con queste parole il vicesindaco e assessore alla Mobilità Matteo Bongiorni è tornato a fare il punto sul cantiere, la cui partenza è in agenda tra un mese. Dei dieci tigli a rischio se ne salveranno otto o più probabilmente sette, come Bongiorni ha precisato a margine della seduta correggendo le indicazioni dei giorni scorsi che quantificavano in due le piante da sacrificare. Tre invece saranno quasi sicuramente quelle incompatibili con una rotatoria di 40 metri di larghezza complessiva («Più larga della media perché altrimenti il traffico non rallenterebbe ») la cui progettazione è stata rivista dopo le proteste di ambientalisti e residenti per il taglio di tutti e dieci gli alberi, proteste che hanno fatto breccia anche in settori della maggioranza. «Le piante rimangono, sarà la prossima amministrazione a decidere se intervenire successivamente, a determinare il tasso di riqualificazione», ha considerato il vicesindaco nel riepilogare i termini della mediazione raggiunta in seno alla maggioranza.