L'Ausl e il bilancio in rosso, Bardasi «Sono io commissario, zone opache»
La dg e le inchieste: «Da quando sono arrivata, questa azienda ha cominciato a cambiare»

Marcello Pollastri
July 8, 2025|4 giorni fa

Paola Bardasi, direttrice generale dell'Ausl di Piacenza
«Bilancio in rosso? Sì, ma l’Ausl non arretrerà sui servizi». Sono le parole di Paola Bardasi raccolte nel corridoio della sede Ausl, poco prima della conferenza stampa convocata lunedì per tutt’altri motivi. Ma la direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi, non si è sottratta ad alcune domande: poche battute, dette quasi di getto, che però dicono molto sulla situazione finanziaria – e non solo – dell’azienda sanitaria locale, in un momento tra i più delicati della sua storia.
Il bilancio in negativo
Il dato da cui si parte è quello del bilancio 2024: una perdita di esercizio superiore ai 61 milioni di euro. Un segno negativo che, se letto in modo superficiale, potrebbe allarmare. Ma secondo Bardasi va inquadrato in un contesto ben più ampio, che coinvolge tanto le scelte regionali quanto le politiche sanitarie nazionali. Nonostante questo, Bardasi rassicura: l’Ausl di Piacenza non arretrerà sulla qualità e la quantità dei servizi sanitari garantiti ai cittadini. «Noi non derogheremo ai nostri livelli essenziali di assistenza. Non taglieremo dove serve continuità. Certo, sarà un anno complicato, ma l’impegno è massimo».
Le inchieste giudiziarie
A complicare ulteriormente il quadro, però, c’è un altro fronte, quello più insidioso: le inchieste giudiziarie in corso che riguardano l’Ausl di Piacenza, e che coinvolgono anche la stessa direttrice generale. In particolare, Bardasi è indagata nell’ambito dell’indagine sugli appalti sanitari. Le voci su un possibile commissariamento dell’azienda si rincorrono da settimane, anche se nessuna comunicazione ufficiale è mai arrivata dalla Regione.
«Io sono serena – dice con un sorriso ironico –. Anzi, penso sinceramente che io questa azienda l’abbia commissariata nel momento stesso in cui mi sono seduta su questa sedia». Parole forti, che fanno intuire quanto, a suo dire, il suo insediamento abbia rotto equilibri consolidati. «Dal primo giorno ho scelto la via della trasparenza. Una trasparenza che qui dentro, onestamente, non era di casa. E più passa il tempo, più mi accorgo che quella che all’inizio sembrava solo un’impressione vaga, una sorta di opacità diffusa, ha in realtà contorni sempre più chiari».
Un’accusa indiretta a chi l’ha preceduta o a chi ancora oggi, all’interno dell’azienda, rappresenta un ostacolo al cambiamento? Bardasi non lo dice apertamente. Ma lascia intendere che il processo di risanamento non riguarda solo i conti, bensì il sistema nel suo complesso.