Baby gang e devianza giovanile: «Basta sminuire, investiamo in educazione»
Enti, istituzioni e forze dell'ordine insieme al convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp intitolato 'La ricerca della sicurezza'

Marco Vincenti
May 26, 2025|30 giorni fa

Un episodio di rissa tra giovanissimi avvenuto nei scorsi mesi a Piacenza a pochi metri dall'Isii Marconi- © Libertà
«Genitori e insegnanti devono porsi come modelli di educazione agli occhi dei ragazzi. Basta sminuire, serve prevenire ma soprattutto educare al rispetto per fermare episodi di violenza che da tempo non si possono più considerare semplicemente dei casi isolati». Non ha dubbi la psicologa giuridica Maria Cristina Meloni nel definire «un problema sociale serio» quello che riguarda fenomeni che hanno riempito le pagine di cronaca non solo della nostra città, ma anche a livello nazionale.
Episodi di violenza con protagonisti minorenni, baby-gang, fenomeni di bullismo , insulti, minacce e casi di devianza giovanile. Un’emergenza sociale su cui si sono confrontati enti, istituzioni e forze dell’ordine all’interno del convegno organizzato nel pomeriggio di lunedì 26 maggio dal sindacato di polizia Coisp nel salone monumentale di palazzo Gotico. «Un fenomeno complesso e delicato - precisa il segretario generale Domenico Pianese -, sempre di più, purtroppo, i minori si rendono protagonisti di episodi violenti soprattutto nelle aree urbane del nostro Paese. Serve quindi un'analisi approfondita e un confronto continuo per intercettare il prima possibile segnali allarmanti».
La situazione a Piacenza
Ma qual è la situazione nella città di Piacenza? «In realtà non abbiamo riscontrato nessun aumento - la risposta del questore Ivo Morelli -. Questi fenomeni crescono e diminuiscono senza una logica. Quasi mai ci troviamo di fronte a gruppi organizzati. Ci sono vari aspetti da considerare tra cui l'educazione familiare, la prevenzione, l'apporto fondamentale di scuola e associazione e la repressione dei casi più critichi». Fondamentale quindi la collaborazione tra realtà differenti, come da auspicio del prefetto di piacenza Paolo Ponta: «Da un lato ci vuole la giusta sanzione verso i comportamenti devianti, ma dall'altro non bisogna dimenticare che se noi seminiamo buona educazione, coinvolgimento e rispetto i ragazzi si sentono responsabili e parte di un sistema, riuscendo così a diventare cittadini migliori». «In tanti oggi parlano di pace - continua Ponta -, ma non basta dire pace , pace ,pace. Serve costruire la pace a partire dal compagno di scuola, all'insegnante e al rispetto verso le autorità».
Al centro del convegno il confronto aperto tra istituzioni, forze dell’ordine ed esperti su una delle emergenze sociali più complesse e attuali: la crescita della devianza minorile e il fenomeno delle baby-gang, che sempre più spesso mettono in crisi il tessuto educativo e la sicurezza della comunità. Tra i presenti anche il ministro agli Affari europei, Pnrr e Politiche di coesione Tommaso Foti: «Necessario fare rete e aumentare gli sforzi educativi».
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