Truffe sempre più evolute: l’allarme dei Carabinieri di Piacenza
Gli esempi del comandante di Stazione Adamo Furi. Il messaggio è chiaro: diffidare, informarsi e non agire mai d’impulso

Marcello Tassi
|36 giorni fa

Le truffe cambiano volto, proprio come cambia il mondo che ci circonda. Ed è per questo che i Carabinieri di Piacenza hanno incontrato questa mattina la stampa, con l'obiettivo di lanciare un messaggio chiaro ai cittadini: le truffe si stanno evolvendo, diventano sempre più sofisticate e coinvolgono un numero crescente di vittime, anche tra i più giovani.
Il tenente colonnello Michele Laghi, comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale, ha spiegato: «È stata un’occasione per lanciare un messaggio alla cittadinanza e rafforzare quella che possiamo definire una sana diffidenza. La truffa, per realizzarsi, ha sempre bisogno di un’azione da parte della vittima: se la vittima non fa quel qualcosa, si salva. Non si tratta di furti o rapine, dove il reato è imposto con la forza: qui serve una partecipazione attiva della vittima. Se riusciamo a interrompere questa dinamica, si evita la consumazione del reato. E per riuscirci, è fondamentale parlarne».
Laghi ha sottolineato l'importanza della diffusione delle informazioni, anche grazie al contributo dei media, che ha portato a una flessione del fenomeno truffe nell’ultimo anno: «Rispetto al 2024, oggi registriamo un calo del 10%. Questo significa che diminuisce il numero dei casi in cui i truffatori riescono a ottenere un guadagno, grazie a un’opera di informazione e sensibilizzazione. I tentativi restano stabili, ma si riduce la loro efficacia. È il segnale che i cittadini stanno sviluppando maggiore attenzione. Ma attenzione: il fenomeno si trasforma di continuo».
Uno dei cambiamenti più significativi è l’aumento delle truffe realizzate attraverso telefonate provenienti da numeri che sembrano appartenere a istituti bancari o addirittura alle Forze dell’Ordine. «Oggi riceviamo una telefonata che sembra arrivare dal direttore della banca, ed è davvero difficile distinguere se sia reale o meno. L’età delle vittime si è abbassata: se prima i truffati erano prevalentemente anziani, ora parliamo di persone tra i 35 e i 40 anni, con un buon livello culturale e una professione. Questo ci fa capire che nessuno è immune. È fondamentale che passi un messaggio: nessuna banca chiama per dire che i soldi sono in pericolo e che vanno spostati. La tecnologia ha reso tutto più insidioso».
Il tenente colonnello ha poi concluso: «I truffatori oggi sono molto più preparati sul piano informatico, capaci di mascherarsi come istituzioni affidabili. Noi continuiamo a monitorare il fenomeno per contrastarlo, ma il punto debole resta sempre la vittima. Anche le persone anziane ormai usano app bancarie, ed è per questo che certe truffe diventano più semplici da mettere in atto. Non vogliamo lanciare un allarme, ma non possiamo abbassare la guardia. L’informazione resta l’arma più efficace».
I nuovi volti della truffa: gli esempi del comandante di Stazione Adamo Furi
Il comandante di Stazione Adamo Furi ha portato alcuni esempi concreti delle truffe in atto: «Colpisce molto che oggi siano anche i giovani a cadere in questi tranelli. Una delle truffe più comuni è quella che coinvolge gli anziani: il truffatore chiama utilizzando un numero apparentemente appartenente ai Carabinieri, a volte citando nomi veri di militari in servizio a Piacenza. Oppure simulano una polizza assicurativa falsa, colpendo soprattutto cittadini stranieri».
Un caso frequente riguarda la cosiddetta "clonazione della targa": «Il truffatore sostiene che l’auto della vittima sia stata usata in un reato o sia associata a un furto ingente. La telefonata resta aperta per lungo tempo: cercano di capire se la vittima è sola, e se c’è qualcuno in casa, invitano ad andare in caserma, lasciando la vittima da sola. A quel punto la convincono a consegnare soldi o oro, con la scusa di un confronto con materiale "recuperato" da un reato. È un’evoluzione della vecchia truffa del finto parente in difficoltà».
Attenzione anche ai bonifici istantanei: «La richiesta arriva dopo una telefonata che sembra provenire davvero da un direttore di banca. Si tratta spesso di bonifici verso conti esteri, anche per somme molto alte. In pochi minuti, le vittime perdono i risparmi di una vita, e quei soldi non tornano più indietro. I truffatori isolano la vittima, la fanno sentire sola, la mettono sotto pressione, tengono la telefonata aperta e fanno credere di aver chiuso la comunicazione. Intanto insistono sul tempo, stordiscono, sono incredibilmente persuasivi. Bastano pochi minuti per essere truffati».
Il messaggio è chiaro: diffidare, informarsi e non agire mai d’impulso. Nessuna banca o forza dell’ordine chiederà mai soldi, oro o dati sensibili per telefono. Solo la consapevolezza può salvare da una truffa.