Sting, notte stellata e di note tra il fascino del Friuli e un pubblico internazionale

L'ex Police in trio ha fatto tappa a Codroipo prima di partire per un tour mondiale

Eleonora Bagarotti
Eleonora Bagarotti
July 17, 2025|30 giorni fa
Sting, notte stellata e di note tra il fascino del Friuli e un pubblico internazionale
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Il grande fascino discreto, ma profondo, del Friuli ha fatto colpo su Sting. La rockstar è anche un grande produttore di vino e di olio biologico nella sua tenuta di Figline Valdarno, tra i vigneti dell’area del Chianti, insieme alla frutta, ai salumi, ai prodotti locali e al miele. Piccola parentesi: se volete, nella sua tenuta Il Palagio potete anche soggiornare poiché Matthew Gordon Sumner & Signora negli ultimi tempi hanno aperto un agriturismo dove si possono fare lezioni di yoga e quant’altro per rilassarsi e godere della bellezza del paesaggio italiano, da sempre molto amato dall’ex Police (si vocifera a proposito di un acquisto di un’altra villa in meridione).
Ma torniamo al Friuli. Sting ha apprezzato assaggi locali e osservato il panorama cogliendo «le meraviglie in comune tra questa terra ancora incontaminata e la Toscana». Ha chiesto al suo chef personale di preparargli pietanze a base di prodotti locali, dal pescato alle verdure. E proprio in Friuli, a Codroipo, ha tenuto un concerto strepitoso davanti a più di diecimila persone nel parco di Villa Manin, «in una notte stellata molto bella, che mi ha reso particolarmente felice, dato che il maltempo mi ha costretto, per questioni di sicurezza, a cancellare la precedente tappa a Bassano del Grappa», poco distante, in Veneto.
Sarà stata anche la bellezza della natura o il poter in qualche modo recuperare per il suo pubblico (in tanti si sono precipitati a Villa Manin acquistando il biglietto, dopo l’annullamento di Bassano), sta di fatto che il concerto si è rivelato un evento indimenticabile, dopo la già acclamata apertura del tour mondiale di Sting al Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, all’inizio di luglio.
Un altro aspetto particolare era la presenza di un pubblico internazionale, che si è colta ed è sicuramente stata recepita dal musicista: in tanti provenivano dalla Slovenia, dall’Austria (dove ha suonato ieri sera), dalla Croazia, dalla Svizzera e poi da Romania, Francia, Spagna, Serbia, Grecia e alcuni fedelissimi dall’Inghilterra... del resto, «come non approfittare di un concerto di Sting in Italia, dove si può anche fare una bellissima vacanza?», ha dichiarato Marianne, un’imprenditrice in platea con suo marito, da Londra.
Inseparabile dalla seconda moglie Trudie Styler, che lo ha affiancato non solo nell’uscita dai camerini ma anche nel breve tour nei dintorni (lei è a sua volta innamorata dell’Italia, tanto che, dopo aver realizzato un documentario su Napoli, è stata vista girare con macchina fotografica per catturare alcuni scorci friulani), Sting ha suonato in trio, nel quale è spiccato l’amico e collaboratore di lunghissima data, il chitarrista Dominic Miller, che ha contribuito fortemente al sound tipico dei migliori lavori solisti del Nostro. Alla carrellata di successi, legati all’album live “Sting 3.0” - che è poi anche il titolo della tournée e la dice lunga sulla collocazione attuale nel panorama musicale del cantautore e bassista di Newcastle - ha contribuito la bravura del batterista Chris Maas e un’effettiva sintonia di intenti.
«Essere in trio anziché in una band implica che devi lavorare ancora più sodo - ha detto Sting -. Sul palco, in pratica mi sento un venticinquenne e questo mi fa felice». Il risultato, a 73 anni, è sicuramente dovuto a una vita sana e ad alcuni valori condivisi con la moglie. «Nuoto quasi tutte le mattine, pratico yoga, faccio stretching, cammino in mezzo al verde, mi alleno con il corpo e con la mente. Amo e mi sento amato. Un aspetto importante - ha concluso il musicista - è quello della famiglia. Avere figli e nipoti, in particolare Akira, mi ha reso una persona migliore e un artista sempre più convinto che senza ricadute positive sul prossimo, l’arte resta qualcosa di asettico». Akira è il figlio di Brigitte Sumner, una dei quattro figli avuti con Trudie, ed è affetto da un severo autismo. Il nonno, sempre più spesso, pubblica sui social i momenti trascorsi insieme a lui.
L'AMORE PER L'ITALIA CONDIVISO CON LA MOGLIE TRUDIE STYLER, ATTRICE, REGISTA E DOCUMENTARISTA
Per lei il cinema da sempre è arte ma anche impegno sociale. Prima di iniziare le riprese del suo prossimo film da regista con Antonio Banderas, e prima del tour del marito, Trudie Styler è arrivata a Ischia Global «dove tutto è nato» per parlare di “Pace e Rispetto Vs. Bullismo e Prevaricazione”, tema scelto quest’anno da Social Cinema Forum da lei presieduto e che ha discusso anche di diritti civili ed eco-sostenibilità, battaglie che vedono al suo fianco il marito Sting.
«Mi ha fatto piacere festeggiare qui la messa in onda su Rai 1 del mio docufilm “Posso entrare? An Ode to Naplese” (si può rivedere su Raiplay, ndr). È una bellissima collocazione, forse inusuale per un documentario, genere che di solito trova spazio sui canali tematici. Sono molto orgogliosa di questo risultato, il film è anche sulla piattaforma Disney ed è visto in 33 paesi del mondo. Felice per tutti coloro che hanno partecipato e che ho potuto ascoltare come Francesco Di Leva con la storia del suo teatro Nest di San Giovanni a Teduccio» ha detto Styler con accanto l’artista napoletano e il figlio Mario, Humanitarian Award al Global Festival insieme a Dario D’Ambrosi, anima del Teatro Patologico.

Anche il prossimo film di Styler, una storia di finzione per il grande schermo (la seconda dopo “Freak Show” nel 2017), avrà nei contenuti un preciso messaggio sociale, come sempre nei suoi progetti. Il titolo è “Rose’s baby” e parlerà di una coppia di divorziati disfunzionali con problemi di relazione tra loro.
Ed è in cantiere un altro racconto tutto italiano firmato Styler. «Non lo nascondo - ha confessato l’attrice e regista -: Napoli è nel mio cuore, quando torno al sud mi rendo conto che ci sono sempre tantissime storie da raccontare, avete questa ricchezza ed è una cosa che amo. Sto cominciando a pensare ad un soggetto su un preciso momento storico di Napoli ma non voglio ancora parlarne: lo farò quando sarà veramente arrivato il momento. Intanto noto che ovunque nel mondo, da Londra a New York, chi vede il mio film resta affascinato dalla città. Credo di avere dato il mio contribuito al cambio di reputazione di Napoli, a combattere l’idea che sia pericolosa - ha concluso Trudie Styler -. Certo, ogni città ha le sue problematicità ed è in qualche modo pericolosa, ma non per questo non va visitata. Napoli è unica ed è stata per tanto tempo molto incompresa».
Non a caso, con il marito Sting ha acquistato una villa sulla Costiera Amalfitana, di cui è «innamorata... ma so di dire una cosa che mi accomuna a tutti gli altri, quindi non sono originale, però io e mio marito amiamo il vostro Paese. Lo amiamo davvero».