Dal tech a Duolingo, Marta Bonzanini torna in Italia sceglie la Val Trebbia
La manager piacentina, responsabile per l’Italia del marketing della nota piattaforma per l'apprendimento delle lingue, va in controtendenza. «Sono un cervello in rientro. Sentivo il bisogno di un maggiore contatto con la natura»

Patrizia Soffientini
August 12, 2025|4 giorni fa

Marta Bonzanini (prima a destra) con mamma Giovanna, papà Giorgio e il fratello Davide

Marta Bonzanini da gennaio è responsabile per l’Italia del marketing di Duolingo, nota piattaforma che offre oltre 248 corsi per più di 40 lingue, e insegna anche matematica, musica e scacchi. Bonzanini, 38 anni, è piacentina. Dopo la laurea in Cattolica e tante esperienze vissute all’estero, ha scelto di rientrare e ora vive, molto felicemente - assicura - in Val Trebbia, dove dà corpo anche alle sue passioni per trekking ed equitazione.
Dottoressa Bonzanini, le lingue sono sempre un tabù per gli italiani?
«Più che un tabù, direi che per molti italiani le lingue straniere sono una fonte di frustrazione. I dati dicono che l’Italia è tra gli ultimi paesi Europei per quanto riguarda la padronanza della lingua inglese e purtroppo abbiamo un retaggio scolastico pesante: per anni abbiamo studiato grammatica su grammatica, senza mai parlare davvero. Però oggi la situazione sta cambiando. Soprattutto i giovani sono spinti a migliorare le proprie conoscenze linguistiche grazie a strumenti nuovi e più accessibili, come guardare video o ascoltare podcast in lingua, ma anche app come Duolingo. Saper parlare una nuova lingua è più una questione di coraggio e costanza, che di perfezione».
Come è arrivata a Duolingo, e per chi non la conosce qual è la caratteristica di questa piattaforma?
«Il mio percorso verso Duolingo è iniziato con la passione per la comunicazione e le culture. Dopo varie esperienze nel mondo del tech e del marketing, sono approdata in questa azienda che ha un obiettivo molto ambizioso: rendere l’educazione gratuita e accessibile a tutti. Duolingo è una piattaforma per imparare le lingue, progettata come un videogioco e fatta per essere così coinvolgente che non riesci a smettere di usarla. Grazie a Duolingo, imparare una lingua può diventare un’esperienza quotidiana, leggera, e perfino divertente».
Ci sono lingue emergenti, lingue che in futuro sarà utile conoscere?
«Assolutamente sì. L’inglese resta fondamentale e la più studiata dagli italiani, ma abbiamo visto una crescita di interesse verso lingue come il portoghese, l’arabo e le lingue asiatiche come il coreano (spinto dalla K-culture), e il cinese mandarino».
Lei è di origine piacentina, che rapporto ha con la nostra città e provincia? Ci parli un po’ di lei, della sua famiglia e se continua a venire dalle nostre parti.
«Io mi definisco un cervello in rientro, perché dopo 12 anni all’estero tra Germania, Irlanda e Australia sono tornata a vivere qui durante la pandemia. Sono cresciuta a Piacenza in città, ma sono ‘emigrata’ in provincia dopo il rientro a casa. Dopo la lunga esperienza in Australia sentivo di aver bisogno di spazi diversi e di più contatto con la natura. Ho quindi scelto di vivere fuori città, più precisamente in Valtrebbia, che adoro in tutte le stagioni ma soprattutto in estate. Ho la possibilità di lavorare in smart working e mi sposto su Milano una o due volte a settimana, in base alle necessità, e non manco di vantare le chicche poco conosciute della nostra provincia con chi non le conosce.
La mia famiglia ha origini in parte di Pontenure (dal lato paterno) e in parte di San Rocco al Porto (dal lato materno), e ho un fratello minore, Davide».
La mia famiglia ha origini in parte di Pontenure (dal lato paterno) e in parte di San Rocco al Porto (dal lato materno), e ho un fratello minore, Davide».
Tornando al suo lavoro, quali esperienze ha fatto prima di occupare un ruolo così impegnativo? È stata all’estero?
Ho sempre studiato lingue, fin dalle scuole medie e sono sempre stata curiosa di scoprire cosa ci fosse ‘là fuori’. La mia formazione educativa e lavorativa che ho maturato all’estero è una parte fondamentale del mio percorso personale e professionale. Dopo qualche esperienza di vacanza studio negli anni delle superiori, mi sono definitivamente ‘lanciata’ grazie al percorso di doppia laurea in Economia Aziendale dell’Unicatt di Piacenza, con il quale ho trascorso gli ultimi due anni in Germania. Dopodiché ho iniziato a lavorare da subito nel settore tech, che all’epoca della mia laurea era ancora emergente, con un’esperienza a Dublino presso quella che era Facebook e ora si chiama Meta. Mi sono poi trasferita a Sydney in Australia nel 2013, dove mi sono sempre mossa nel settore del tech e digital marketing, facendo esperienze anche in aziende meno note e start up. Fino poi a rientrare in Italia a marzo 2020 con un rientro abbastanza rocambolesco durante la pandemia. Dopo il rientro mi sono vista come una figura ibrida che ha dalla sua parte sia l’esperienza all’estero, sia la conoscenza del mercato italiano, e come tale mi sono proposta ad aziende internazionali che avessero come obiettivo quello di espandersi in Italia. E così sono approdata prima ad Airbnb dal 2022 al 2024 e poi a Duolingo da Gennaio 2025».
È stato difficile come donna scalare certe posizioni?
«Avendo sempre lavorato per aziende internazionali, devo ammettere che non ho sentito e sofferto personalmente le difficoltà di cui sono comunque molto consapevole, attraverso lo scambio continuo con altre professioniste e leader femminili di vari settori. Purtroppo però in Italia ci sono ancora troppi pregiudizi, troppe stanze dove la voce femminile non viene ascoltata quanto dovrebbe. Ma il cambiamento c’è, e passa anche dal nostro esempio: lavorare bene, con competenza e gentilezza, dimostrando che la leadership non ha bisogno di urlare per essere efficace. E poi, non siamo sole: c’è una rete di donne incredibili che si sostengono a vicenda, e io ne faccio parte con orgoglio».
Cosa consiglierebbe a un giovane che debutta oggi nel mondo del lavoro?
«Due cose: curiosità e coraggio. Viaggiate, scoprite cosa c’è oltre a quello con cui siete cresciuti e che avete sempre conosciuto. Non aspettate che arrivi “il lavoro giusto”: createvelo, esplorate, sbagliate, cambiate strada. Il mondo è fluido, e chi sa imparare in fretta è avvantaggiato. E poi non dimenticate l’empatia: sapere collaborare, ascoltare e comunicare bene è la soft skill più hard che ci sia».