Alla scuola elementare di Quarto si va per imparare... giocando

Alla "Settimana della lettura 2025" storie, fantasia e giochi senza corrente

Carlo Chericoni
June 1, 2025|24 giorni fa
La foto di gruppo alla fine del pomeriggio "senza corrente" evidenzia come tutti, grandi e piccoli, si siano divertiti © Libertà/Carlo Chericoni
La foto di gruppo alla fine del pomeriggio "senza corrente" evidenzia come tutti, grandi e piccoli, si siano divertiti © Libertà/Carlo Chericoni
6 MIN DI LETTURA
Nell’ultima settimana di maggio, la scuola primaria di Quarto si è trasformata in un vivace laboratorio di fantasia, grazie alla “Settimana della Lettura 2005”, una lodevole iniziativa pensata per avvicinare i più piccoli al piacere della lettura e a forme di intrattenimento creative e alternative.
Dal 26 al 30 maggio, le consuete lezioni hanno lasciato spazio a un ricco programma di attività: letture condivise con i genitori, incontri con scrittori e illustratori, laboratori artistici, scambi di libri e persino un intero pomeriggio dedicato ai giochi da tavolo e di ruolo.
A curare quest’ultima proposta è stata l’associazione “Orizzonte degli Eventi” di Piacenza, sempre attiva e piena di idee, che ha voluto far riscoprire ai bambini il fascino del gioco “senza corrente”, quello che nasce dalla fantasia, dalla narrazione e dal gioco di squadra.
«L’obiettivo è condividere la nostra passione per i board game e offrire alla comunità scolastica uno strumento educativo che unisce apprendimento e divertimento» spiega Raffaella Tanzarella, organizzatrice del pomeriggio ludico.
Coinvolgere un pubblico così giovane, abituato all’immediatezza dei videogiochi, rappresenta una vera sfida. Proprio per questo, la selezione dei titoli è avvenuta con grande attenzione. «Abbiamo scelto giochi con regolamenti semplici e tematiche coinvolgenti, spesso ispirate a ciò che i bambini studiano in classe», racconta ancora Raffaella.
Pirata Splash è dedicato ai giocatori più giovani
Pirata Splash è dedicato ai giocatori più giovani
Una scelta che si è rivelata vincente: i giochi proposti hanno riscosso un grande successo, come dimostrano i commenti entusiasti dei giovani partecipanti.
Jacopo, 10 anni, insieme ai suoi amici Edoardo, Lorenzo e Giovanni, ha giocato a Charlie Detective. Hanno particolarmente apprezzato il fatto di dover collaborare e confrontarsi per risolvere i crimini e scoprire il colpevole. «Non è come Cluedo, dove giochi da solo», ci racconta Jacopo. Un’opinione condivisa anche da Leonardo, 10 anni, che ha trovato molto stimolante la cooperazione richiesta in Bandida, un gioco in cui, tutti insieme, si cerca di impedire la fuga di una ladra costruendo con le carte dei percorsi che non portano da nessuna parte.
Clara, anche lei di 10 anni, ha sperimentato Level 9, un gioco in cui si impilano tessere numerate cercando di non lasciare spazi vuoti. L’ha trovata un’attività affascinante, che le ha ricordato il lavoro della mamma architetta.
Linda, Rebecca, Eptiel e Giorgia (10 anni) hanno giocato per la prima volta a un gioco da tavolo: Monkey Palace della Lego. Pur trattandosi di un gioco competitivo, le quattro bambine hanno scelto di collaborare, ragionando insieme per trovare la strategia di piazzamento più efficace durante i turni. Come ha raccontato una di loro: «Mi è piaciuto tantissimo collaborare insieme!».
Michele, 9 anni, ha giocato a Bärenpark e ha raccontato di aver utilizzato le nozioni di geometria e matematica apprese a scuola sia per il piazzamento delle tessere che per il calcolo dei punti.
Sara, 10 anni, ha provato Azul, un gioco di strategia in cui si scelgono tessere colorate da posizionare sulla propria plancia per ottenere più punti possibile. «All’inizio mi sembrava complicato», ci racconta, «ma poi più giocavo, più mi appassionavo e iniziavo a pensare a delle strategie. Mi è piaciuto anche se non ho vinto!».
Bärenpark: la sfida è riuscire a costruire un perfetto parco per orsi usando tessere in stile Tetris


Bärenpark: la sfida è riuscire a costruire un perfetto parco per orsi usando tessere in stile Tetris
«Sentire i bambini dire “anche se ho perso mi sono divertito” è qualcosa di eccezionale, soprattutto oggi, in un mondo dove spesso prevale l’apparenza e il bisogno di primeggiare», racconta una mamma, che sottolinea anche che «i bambini sono così entusiasti dell’esperienza che per giorni ne parlano, ne escono arricchiti sia dal punto di vista sociale, sia delle competenze logico matematiche ma anche di comprensione del testo. Avrebbero continuato a giocare ancora per ore se avessero potuto».
L’importanza del gioco come supporto didattico è ciò su cui si sofferma anche la maestra Lisa Gugliemetti, coordinatrice del progetto Settimana della Lettura: «È uno strumento significativo, un cardine dell’imparare facendo, perché attiva conoscenze e abilità sia operative che relazionali. Favorisce lo sviluppo della creatività e della capacità di trovare soluzioni diverse. I bambini hanno partecipato con entusiasmo a tutti i giochi proposti, dimostrando attenzione, rispetto delle regole e ascolto reciproco. Hanno collaborato per raggiungere obiettivi comuni, si sono concentrati nel comprendere i regolamenti e nel rispettare i turni, accettando con serenità sfide, sconfitte e vittorie. Si sono così creati momenti di relazione autentica e vera inclusione. Come insegnante, ritengo che i giochi da tavolo e di ruolo siano strumenti educativi efficaci, preziosi e ricchi di valore formativo, perfetti per imparare… divertendosi!»
Le attività di Orizzonte degli Eventi non si fermano al pomeriggio nella scuola elementare di Quarto: il 27 e 28 settembre 2025 l’associazione aspetta tutti gli appassionati di gioco “senza corrente” a Giocacon. A ottobre riprenderanno poi gli appuntamenti fissi del sabato pomeriggio alla Biblioteca Giana Anguissola di Piacenza.
Per dettagli su date e modalità di partecipazione, è possibile consultare i canali social dell’associazione.
Alcuni dei titoli selezionati dall'associazione Orizzonte degli Eventi
Alcuni dei titoli selezionati dall'associazione Orizzonte degli Eventi
AVVENTURA IN EGITTO. I GIOCHI DI RUOLO ENTRANO IN CLASSE. INTERVISTA A MARCO GABBA DI "ORIZZONTE DEGLI EVENTI"
Un’occasione per scoprire che raccontare storie insieme non è solo divertente, ma anche estremamente educativo: si impara a collaborare, a risolvere problemi in gruppo, a pensare in modo creativo. Abbiamo intervistato Marco Gabba, uno dei collaboratori del progetto, per capire come funziona una sessione con i più piccoli, quali giochi sono stati scelti e che tipo di competenze emergono quando la fantasia si mette al servizio dell’apprendimento.
Da quanto esiste la community Storytellers?
«Storytellers è una community di Piacenza dedicata agli appassionati di giochi di ruolo; non essendo un’associazione ma un semplice gruppo informale, non è facile identificare una vera data di fondazione, noi consideriamo il 09/09/2019. Siamo più di 260 membri e ci ritroviamo per giocare ogni mercoledì sera presso Magic Planet».
Che tipo di gioco di ruolo avete scelto per coinvolgere i bambini in questa particolare forma d’intrattenimento? Si tratta di un regolamento originale o un adattamento di uno esistente?
«Solitamente lavoriamo “per sottrazione” andando a semplificare i regolamenti che usiamo per gli adulti, anziché cercare o creare prodotti dedicati ai bambini. Il requisito è che siano giochi che prediligano la narrativa rispetto alla pura esecuzione meccanica. Per fare alcuni esempi: Broken Compass, che permette di creare avventure in stile Indiana Jones, ArmaKitten, in cui ci sono gatti che compiono missioni da superspia e Scorribanda, con le sue avventure di animali nel bosco».
Quale era la trama proposta agli scolari della scuola elementare Ilaria Alpi di Quarto?
«Durante la sessione proposta, i bambini si sono immersi in un’avventura ambientata nell’Antico Egitto, perfettamente in linea con il programma scolastico delle classi coinvolte. A guidarli in questa missione speciale è stato Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, interpretato dal narratore del gioco, che ha convocato i giovani avventurieri per comunicare una scoperta sensazionale: grazie alle più moderne tecniche di restauro, è stato individuato un bassorilievo sulla porta di una stanza segreta all’interno di una piramide. Lì, un tempo, erano incastonate preziose gemme, ora scomparse. La porta non può essere aperta senza di esse. I bambini, nei panni degli esploratori, si sono messi alla ricerca delle gemme mancanti, affrontando enigmi ispirati a tematiche storiche reali, come il ruolo del Nilo nell’agricoltura, il culto delle divinità egizie, e le pratiche funerarie dell’antico popolo del Nilo. Risolti gli enigmi e ritrovate le gemme, gli avventurieri sono riusciti ad aprire il portale. All’interno, un tesoro li attendeva, custodito da secoli. Tra gli oggetti ritrovati, spiccava un misterioso bastone rituale che ha subito attirato l’attenzione del direttore Greco. Nel finale a sorpresa, se i bambini decidevano di consegnarglielo, la narrazione si concludeva con una scena suggestiva: il direttore intento a usare il talismano per… riportare in vita la mummia del Faraone!».
Come reagiscono i bambini alla loro prima esperienza con il gioco di ruolo?
«In generale, il riscontro è estremamente positivo. La naturale diffidenza verso un’attività nuova lascia presto spazio a entusiasmo, curiosità e coinvolgimento. Basta far rotolare i primi dadi perché l’attenzione cresca rapidamente, accompagnata da risate, domande e partecipazione attiva. Il gioco diventa così un’esperienza immersiva e divertente, capace di rompere il ghiaccio e favorire la socializzazione fin da subito».
Quali competenze trasversali si sviluppano attraverso i giochi di ruolo?
«I giochi di ruolo rappresentano un’esperienza di narrazione condivisa, in cui la collaborazione tra i partecipanti è fondamentale. Uno degli aspetti più significativi è proprio la necessità di agire come squadra: nessun personaggio può affrontare tutte le sfide da solo. Per avere successo, è indispensabile valorizzare le idee e le abilità di ciascun giocatore, imparando ad ascoltare, a cooperare e a costruire insieme soluzioni creative. Questo tipo di gioco favorisce lo sviluppo di competenze trasversali preziose anche in ambito scolastico, come il pensiero critico, la gestione del dialogo e la capacità di lavorare in gruppo».
Nelle ambientazioni che usate c’è spazio anche per temi educativi?
«Certamente! Nel corso degli anni, abbiamo partecipato a grandi collaborazioni con altre associazioni ed enti scientifici nazionali in occasione di Modena Play per raccontare storie sullo spazio, i cambiamenti climatici, l’intelligenza artificiale. Sul territorio, ci siamo concentrati su cambiamenti climatici e convivenza con la natura in occasione di collaborazioni con scuole e centri di ricerca. A “Si gioca a scuola”, invece, abbiamo proposto un’avventura a tema Antico Egitto, in continuità con il programma didattico delle classi coinvolte».
Lasciate che i bambini contribuiscano alla creazione della storia?
«Nella mia esperienza, la cosiddetta narrativa emergente è uno strumento potentissimo per coinvolgere i giocatori, anche adulti, in modo attivo e partecipato. Questo approccio prevede una certa flessibilità nel gestire la trama, lasciando spazio alle idee che nascono spontaneamente dalle interazioni tra i partecipanti. Spesso, anche gli enigmi non hanno una sola soluzione: se i giocatori propongono una buona idea, quella diventa la chiave per superare la sfida. Lo stesso vale per la costruzione del mondo di gioco: si parte da un’ambientazione semplice, come “Siamo su un’isola”, e poi si chiede ai giocatori di contribuire con elementi creativi tipo “Ognuno di voi inventi un luogo interessante da esplorare”. In questo modo, la storia prende forma in modo condiviso, stimolando immaginazione, collaborazione e pensiero critico».
Perché, secondo voi, il gioco di ruolo è uno strumento così potente per l’educazione?
«Su questo tema, lascerei la parola agli educatori! Scherzi a parte, è un’attività che offre un’immersione e una partecipazione senza paragoni, oltre ad essere divertente! Inoltre, le storie vissute accompagnano i bambini anche dopo la sessione, e possono essere raccontate a genitori o amici».
C’è un aneddoto particolare che vi è rimasto impresso durante questo evento?
«Una bambina è rimasta così entusiasta della sessione appena terminata che durante il momento dei saluti ha voluto raccontarla a tutti i compagni. E niente… per l’anno prossimo toccherà inventarne una nuova!».
In Bandida è richiesta la cooperazione
In Bandida è richiesta la cooperazione