L’acciottolato rifatto, Italia Nostra protesta: «Storia cancellata»

Il palazzo ristrutturato in via Beverora: le proteste dell’associazione Il titolare dei lavori: utilizzato tutto il materiale originale integrandolo

Elisabetta Paraboschi
July 21, 2025|25 giorni fa
L’acciottolato rifatto, Italia Nostra protesta: «Storia cancellata»
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Nella prima mappa completa di Piacenza, realizzata da Paolo Ponzoni nel 1571, il palazzotto di via Beverora 5 già c’era. E c’era anche il portico annesso e presumibilmente anche l’acciottolato che - arrivato fino a noi - in alcuni punti mostrava i segni del tempo, ma ancora manteneva l’antica posa. L’edificio, oggetto di un lavoro di risanamento conservativo a opera della ditta Barocco, ora finisce al centro di un dibattito scaturito da una fotografia: è quella pubblicata ieri su “Libertà” dal fotografo Alessandro Bersani, che sottolineando la particolarità dei portici, fa presente che «prima della ristrutturazione la pavimentazione sconnessa li rendeva pericolosi, quasi impraticabili». L’annotazione non convince Italia Nostra, che negli ultimi due anni con l’associazione “Fondo ambiente e territorio Piacenza” e altri cittadini aveva seguito con preoccupazione i lavori del cantiere.
«Conosciamo da tempo la bravura e la sensibilità di Bersani e il suo amore per Piacenza in cui dimostra un’attenzione per la città superiore a quella di chi ci amministra - fa presente Chiappelloni - per questo ci sentiamo di puntualizzare riguardo all’intervento di ristrutturazione, dove era prescritto risanamento conservativo, del palazzo porticato di via Beverora. È vero che la pavimentazione dei portici era sconnessa, ma solo in alcuni punti, peraltro rattoppati, mentre per la maggior parte era integra e ben conservata, con una trama fine e fitta, insolita per Piacenza, per la dimensione minima dei ciottoli, con una posa risalente ad almeno un secolo fa, ma probabilmente più antica. Ora la pavimentazione antica non esiste più, poiché è stata rimossa e con i materiali originari è stato fatto un fondo integralmente nuovo».
Nel mirino di Italia Nostra però non c’è solo l’acciottolato, ma anche le catene poste ai due ingressi dei portici: «Il passaggio è totalmente impedito da una transenna e una catena, ma speriamo che questo sia dovuto solo ai lavori in corso e che al termine il diritto di passaggio che i piacentini hanno da sempre lì venga ripristinato - spiega Chiappelloni - questo proprio perché si tratta di un edificio storico e unico nella nostra città, un bene di tutti che con la ristrutturazione ha già subito modifiche eccessive per la distruzione della porta e delle finestre del piano terra, la trasformazione delle arcate del portico e altri pesanti rimaneggiamenti, interni ed esterni, che hanno irrimediabilmente trasformato l’edificio».
Da parte sua però il titolare della Barocco, Francesco Balsamo, chiarisce subito: « Le catene verranno tolte alla fine dei lavori - spiega - e per quanto riguarda l’acciottolato, che originariamente si presentava fortemente sconnesso, abbiamo utilizzato il materiale che c’era integrandolo con altri ciottoli antichi per completarlo. Il nostro obiettivo, in tutti gli interventi, è quello di di recuperare e valorizzare il centro di Piacenza e non di stravolgerlo: tra l’altro abbiamo avuto una continua interlocuzione con il Comune per l’intervento e ci siamo attenuti alle richieste».
Da parte sua però Chiappelloni taglia corto: «Il centro negli ultimi anni ha perso edifici significativi, che in altre città sarebbero stati restaurati con cura mentre qui sono stati pesantemente modificati o demoliti - fa presente - oltre a via Beverora ricordiamo l’ex Camuzzi di viale Risorgimento e i casi eclatanti di via Pace e via Romagnosi, entrambi soggetti a ristrutturazione e che invece sono stati demoliti e sostituiti da edifici incongrui col contesto. Ci sembra vada approfondito il fatto che a Piacenza molte ristrutturazioni diventano impunemente demolizioni, mentre risanamenti conservativi diventano ristrutturazioni per evitare ulteriori perdite storiche e architettoniche».