Peste suina, quest'anno nel Piacentino 23 focolai. A Parma sono 103

Le azioni di contenimento sono considerate incoraggianti ma il quadro resta delicato. Entro settembre una nuova riunione della Cabina di regia

Redazione Online
August 11, 2025|2 giorni fa
Un cinghiale
Un cinghiale
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Resta alta l’attenzione della Provincia di Piacenza rispetto all’evolversi della diffusione della Peste Suina Africana (Psa). I dati aggiornati relativi al nostro territorio contano, a partire dall'inizio dell'anno e fino al 29 luglio scorso, 23 focolai tra la fauna selvatica: i risultati delle azioni intraprese sono ritenuti positivi ma il quadro resta delicato e complesso, anche alla luce del fatto che nel confinante territorio di Parma i focolai nel selvatico registrati negli stessi mesi sono ben 103, ossia ben 80 in più.
Intanto è stata fissata entro settembre in Provincia la prossima riunione della Cabina di regia per la gestione congiunta dell’emergenza Psa, alla quale - viene annunciato - sarà invitato anche il Commissario straordinario per la peste suina africana, Giovanni Filippini.
Finiranno sul tappeto tra l'altro anche le questioni connesse alle due più recenti ordinanze firmate dallo stesso Commissario, la n. 3/2025 e la n. 4/2025: quest’ultima, pubblicata lo scorso 4 agosto, rimodula alcuni aspetti della precedente e introduce nuove misure per il contenimento della Psa. «Rispetto alle nuove misure gestionali - fanno sapere dalla Provincia - alcune meritano specifici approfondimenti in quanto, ad un primo esame, non sembra abbiano debitamente considerato le specifiche caratteristiche dei diversi territori e gli esiti delle attività svolte dai diversi soggetti coinvolti».
Interrogazione di Tagliaferri (FdI): «Si fermi la diffusione»
Partendo dalla notizia dell'aumento dei casi nel Parmense, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (FdI), con una interrogazione a risposta scritta,  chiede alla Giunta della Regione Emilia Romagna misure straordinarie per evitare la diffusione nei territori confinanti. Tagliaferri critica le ordinanze commissariali n. 3/2025 e 4/2025, da lui ritenute poco calibrate sulle specificità locali, e interroga la Giunta su studi di impatto, cronoprogramma, risorse per contenimento e indennizzi, recepimento delle proposte FdI (abbattimenti selettivi, barriere fisiche, sorveglianza) e trasparenza delle decisioni.