Da Mareto al tetto del mondo: le radici piacentine di Benedetta
Scorre sangue valnurese nelle vene della centrale Sartori, campionessa iridata con le azzurre di Julio Velasco
Luca Ziliani
|33 giorni fa

Benedetta Sartori in trionfo in Thailandia ai Mondiali giocati e vinti in maglia azzurra
Quando l’oro...è di famiglia. Il gioco di parole viene semplice parlando di Benedetta Sartori, centrale classe 2001 della Numia Vero Volley Milano, reduce dall’impresa in maglia azzurra in Thailandia, dove con la nazionale guidata da Julio Velasco ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali. La ventiquattrenne giocatrice è, infatti, figlia di generazioni di gioiellieri, con nonno Mario che aveva radici valnuresi (precisamente di Bolderoni, comune di Farini, vicino a Mareto), prima di trasferirsi in terra milanese per fare l'orafo. «Con lui - racconta Benedetta - avevo un rapporto bellissimo, anche se l’ho vissuto pochissimo dato che è scomparso quando avevo solo quattro anni. Mi ricordo però tante cose nella casa a Nerviano (Milano): mi veniva a prendere all’asilo, le mele raccolte sugli alberi. Aveva tanti nipoti, io ero l’ultima e c’era un legame speciale. Personalmente, non ho ricordi nitidi delle terre piacentine di dove era originario, ma una cosa è certa: adoro i salumi e mangio solo la coppa piacentina».

Inevitabile parlare dell’impresa iridata: «Ancora oggi non mi sembra vero di aver vinto i Mondiali. Oltre al successo e alla medaglia d’oro, mi porto dietro la consapevolezza di aver imparato tantissimo dalle mie compagne, dagli allenatori e dalle avversarie. Ricordo le riunioni di squadra, dove ognuna esponeva i propri pensieri: mi rendevo conto che, pur essendoci ragazze che stavano giocando il loro terzo e quarto Mondiale e che avevano già vinto tantissimo, avevano alcune fragilità come le mie».

Una medaglia d’oro, ma anche un bel bagaglio di esperienza: «Mi sento più ricca dal punto di vista personale, sento di aver imparato tante cose su come preparare partite importanti e affrontarle, anche se poi farlo è completamente diverso. Ci hanno aiutato sicuramente tutti i discorsi che Julio (Velasco) ci fa per esempio sul non subire gli errori e pensare subito alla palla dopo».
Già, Velasco, un monumento della pallavolo mondiale e per l’ennesima volta vincente: «Difficile spiegarlo, sembra quasi che abbia sempre la soluzione giusta al momento giusto, oltre ad avere una grande capacità di trasmettere una mentalità vincente a tutte, dalla più piccola alla più grande del gruppo».
Già, Velasco, un monumento della pallavolo mondiale e per l’ennesima volta vincente: «Difficile spiegarlo, sembra quasi che abbia sempre la soluzione giusta al momento giusto, oltre ad avere una grande capacità di trasmettere una mentalità vincente a tutte, dalla più piccola alla più grande del gruppo».
