Manieri di (cara) bellezza, tanti i castelli in vendita

Proprietari alle prese con spese di manutenzione stellari corteggiati da Big del mondo. Trattative “riservate” che arrivano a sfiorare i 20 milioni di euro

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
|9 giorni fa
Uno dei borghi del Piacentino in vendita sul sito “Lionard Luxury”
Uno dei borghi del Piacentino in vendita sul sito “Lionard Luxury”
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«Guardi, no, so che ci sono voci in giro... Ma non ho venduto il castello. Però se mi chiede se ci sto pensando la risposta è sì. Vorrei».
«I castelli fino a qualche decennio fa infatti erano trattati quasi da stalle, roba da attrezzi e trattori, da ricordi impolverati, rifugi di guerra con i proiettili nelle pareti e le incisioni nelle galere. Poi arrivarono le prime piscine, le ricchezze, il benessere, il sogno che fa rima con castello... », dicono i “cortigiani”, che vicino ai castelli sono nati e cresciuti, e molti hanno anche trovato lavoro.
Molte dimore antiche in effetti sono rifiorite, grazie agli imprenditori e alle famiglie dal lungo albero genealogico che hanno piastrellato così una strada per pagarsi le tante spese, cresciute negli ultimi anni a dismisura, e salvare le reliquie dei casati. Qualcuno si è buttato sui matrimoni (location: «Per l’affitto si va dai 2.500 euro ai 20mila...», dicono alcuni neosposi), sulle aziende agricole (dagli oliveti ai frutteti), sulle mostre, sugli eventi di nicchia. Sui vip. Però anche i castellani hanno i loro guai, o comunque i loro pensieri della fine del mese: e un castello è un castello, non un monolocale in centro. Ha gli spifferi, i vincoli, le tasse, i giardini, forse anche i fantasmi, mentre dall’altro lato ci sono industriali, registi o big dal mondo che fanno loro la corte, disposti a quasi tutto pur di sentirsi regine e cavalieri. Così, uno dopo l’altro, negli ultimi tempi, spulciando tra i siti di agenzie di lusso internazionali che fanno da vetrina alle vendita di questa o quella dimora, si arriva a contare un numero mai visto di castelli in vendita, almeno 10, tra i 400 che, comprese le “magioni con torrioni”, Carmen Artocchini censì nel-le sue opere, nel Piacentino.
Contattando i singoli proprietari salta fuori di tutto: chi dice che il castello risulta in vendita ma in realtà ha cambiato idea («Troppo affetto, non ce la faccio», «Voleva mio figlio, io no»), chi dice di essere stato preso d’assalto dalle richieste («Speravo in più discrezione, ma i castelli vanno di moda»), chi invece spiega di essere ormai pronto a concludere l’affare, e chi non si fa convincere da nessuno, «perché vendere un castello non è come vendere una casa. Ti sembra di vendere un’idea, un progetto».