"Ko al bullismo": il progetto che trasforma i bulli in alleati
La kick boxing come scuola di vita: il progetto insegna ai ragazzi il valore della disciplina e del rispetto per gli altri

Marcello Tassi
May 26, 2025|31 giorni fa

Guantoni allacciati, occhi concentrati e un entusiasmo contagioso: prosegue “Ko al bullismo”, il progetto ideato dall’ex campionessa mondiale Natalia Coeva, che usa la kick boxing come strumento educativo per promuovere rispetto, autocontrollo ed inclusione nelle scuole. Non solo sport, quindi, ma anche ascolto, dialogo e crescita interiore.
L’ultima tappa si è svolta ieri mattina al campo della Spes Borgotrebbia, coinvolgendo decine di bambini della scuola del quartiere. L’evento ha segnato la chiusura del progetto nazionale «Sport di squadra e gioco scuola», promosso da Aics (Associazione Italiana Cultura Sport) e finanziato dal Dipartimento per lo sport.
«La nostra disciplina – spiega Natalia – insegna prima di tutto il rispetto verso i compagni. E poi educhiamo i ragazzi a sfogare la loro energia negativa nello sport, in particolare nel nostro. “Ko al bullismo” insegna disciplina, ma soprattutto a usare la testa e il cuore».
Il progetto, che negli ultimi mesi ha coinvolto numerosi studenti dai 6 ai 13 anni in città e provincia, ha saputo trasformare storie difficili in esempi virtuosi.
«Le insegnanti sono entusiaste, così come i genitori – racconta Coeva –. In una classe c’era un bambino che bullizzava i compagni. Dopo il nostro intervento, è diventato il primo a difendere i più deboli. È stata una soddisfazione immensa».
L’obiettivo ora è far crescere il progetto e portarlo in sempre più scuole. «Le maestre – aggiunge Cinzia Catenacci, presidente di Aics Piacenza – ci stanno chiedendo di replicare l’esperienza anche nelle classi che non abbiamo potuto coinvolgere, per limiti di tempo e risorse. “Ko al bullismo” ha bisogno di sostegno: abbiamo già ricevuto un prezioso aiuto da Acrobatic Fitness e Fornaroli Polymers, ma siamo sempre alla ricerca di nuove realtà che ci aiutino a portare questo messaggio in quante più scuole possibile, anche fuori dalla provincia».