L'incidente in bici, coma e risveglio: «Vivo per miracolo, grazie a medici e vigili»
Toccante lettera di Wim Coopman, cicloturista belga. Il commissario Rampoldi: «Felice che ce l’abbia fatta, tra noi è nata un’amicizia»

Marcello Pollastri
|9 giorni fa

«Ho visto le foto scattate dalla polizia sul luogo dell’incidente… Le ho guardate una volta, e basta. Vedersi sdraiati a terra in una pozza di sangue non è l’immagine che nessuno vorrebbe avere di sé».
Così inizia la lettera di Wim Coopman, cicloturista belga che il 3 giugno scorso, lungo la via Emilia Pavese a Montale, era rimasto vittima di un terribile incidente. Oggi, quattro mesi dopo, è vivo per miracolo - e ha voluto dire grazie a chi gli ha salvato la vita: i sanitari di Piacenza e la polizia locale. Wim, manager di 66 anni, era era partito con quattro amici da Milano diretto a Roma, prima tappa di una grande avventura in bicicletta dopo il pellegrinaggio compiuto nel 2023 da Diksmuide, nelle Fiandre, fino a Santiago de Compostela. «Avevamo ancora due chilometri da percorrere quando è successo il disastro», scrive. «La violenta collisione con un’auto ha dato una svolta drammatica al nostro viaggio».
Trasportato d’urgenza in eliambulanza all’ospedale Maggiore di Parma, Wim era in condizioni disperate. «Quando siamo arrivati sul posto - racconta il commissario Matteo Rampoldi, responsabile della sezione infortunistica della polizia locale - la scena era drammatica. Sinceramente non pensavamo ce l’avrebbe fatta. Ma poi, con il tempo, è diventata una storia di speranza e di amicizia».
Nel suo messaggio, Wim parla con profonda riconoscenza: «Quelle foto mi hanno mostrato che una squadra incredibile ha fatto tutto il possibile per salvarmi la vita. Ora so, grazie ai medici specialisti belgi che ho consultato al mio ritorno, che i medici piacentini hanno dovuto usare tecniche audaci, possibili solo per professionisti esperti e di altissimo livello. Non potrò mai esprimere abbastanza la mia gratitudine, non solo ai medici, ma anche alla polizia e a tutti coloro che mi hanno aiutato a sopravvivere».
