Otto comuni piacentini rischiano di non essere più in "montagna"

Allarme tra i sindaci per la nuova legge promossa dal ministro Calderoli. «Con la perdita dello status di "comune montano" - è il loro timore - si ridurrebbero fondi e sostegni»

Thomas Trenchi
|3 giorni fa
Bobbio è uno degli otto comuni piacentini che rischiano di perdere la classificazione di "comune montano". Gli altri sono Corte Brugnatella, Piozzano, Travo, Bettola, Gropparello, Vernasca e Alta Val Tidone
Bobbio è uno degli otto comuni piacentini che rischiano di perdere la classificazione di "comune montano". Gli altri sono Corte Brugnatella, Piozzano, Travo, Bettola, Gropparello, Vernasca e Alta Val Tidone
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Strade dissestate, servizi ridotti, spopolamento: sono problemi che chi vive e amministra le zone interne del Piacentino conosce bene. Fino a oggi la classificazione di "comune montano" ha rappresentato un’ancora di sostegno, grazie a fondi dedicati, agevolazioni fiscali e incentivi contro l’abbandono dei territori. Ora però la nuova legge sulla montagna, promossa dal ministro Roberto Calderoli, rischia di cambiare le carte in tavola.
La norma stanzia 200 milioni di euro l’anno per il triennio 2025-2027, ma introduce criteri di altitudine e pendenza che potrebbero escludere molti comuni dell’Appennino piacentino. «Bobbio, Corte Brugnatella, Piozzano, Travo, Bettola, Gropparello, Vernasca e Alta Val Tidone rischiano di perdere la classificazione montana», avverte il consigliere regionale Lodovico Albasi (Pd). «Verrebbero confermati solo Cerignale, Coli, Ottone, Zerba, Farini, Ferriere e Morfasso».
Secondo Albasi, i nuovi parametri sembrano «più adatti alle Alpi che all’Appennino» e la legge avrebbe «più un’impronta politica che tecnica». Anche l’assessore regionale Davide Baruffi denuncia che in Emilia-Romagna i comuni montani passerebbero da 121 a 40, riducendo drasticamente la platea di enti sostenuti.
I sindaci piacentini condividono la preoccupazione. «Perdere lo status significherebbe meno risorse e bandi a cui accedere», spiega Paolo Negri, primo cittadino di Bettola. A Vernasca, Gian Luigi Molinari ricorda che «la classificazione incide sui fondi per la viabilità e i servizi. Toglierla sarebbe un’ulteriore penalizzazione per territori già fragili».
L’Appennino attende i decreti attuativi, ma la sensazione diffusa è di incertezza. «Si parla di aiutare la montagna – conclude Albasi – ma senza criteri realistici e risorse certe, rischiamo solo di svuotarla ancora di più».