Tra cura e consapevolezza, allo “Specchio” la lezione di Giorgio Macellari
Ieri sera è andata in onda la penultima puntata stagionale de "Lo Specchio di Piacenza" con protagonista il rapporto tra scienza e umanità
Matteo Prati
June 18, 2025|7 giorni fa

Giorgio Macellari insieme a Nicoletta Bracchi durante "Lo Specchio di Piacenza"- © Libertà
Nella penultima puntata stagionale de “Lo Specchio di Piacenza”, il talk televisivo ideato e condotto da Nicoletta Bracchi su Telelibertà, si è aperto un momento di intensa riflessione sui grandi temi della cura, della medicina, dell’etica e del pensiero filosofico. Protagonista della serata, un ospite d’eccezione: il professor Giorgio Macellari. Senologo di riferimento, scrittore appassionato e intellettuale raffinato, Macellari è una voce autorevole nel panorama medico e culturale non solo piacentino. Con equilibrio e profondità, ha condotto il pubblico in un viaggio attraverso esperienze personali, ricordi, domande esistenziali e riflessioni civili, restituendo l'immagine di una medicina che va oltre la tecnica, e si fa incontro umano tra scienza e coscienza, tra competenza e compassione. Il dialogo si è mosso tra immagini, fotografie e ricordi personali, lasciando emergere non solo il professionista, ma anche l'uomo, il marito, il padre e l'intellettuale.
«Scrivo per capire cosa penso io per primo - ha detto - la scrittura non è solo un mezzo di comunicazione ma uno strumento di conoscenza e introspezione». Nel corso della sua carriera, Giorgio Macellari ha curato migliaia di donne. L’esperienza in senologia lo ha arricchito da un punto di vista professionale, ma soprattutto umano. «Ho imparato tanto dalle donne, dalla loro forza nella sofferenza, dalla capacità di esprimere fragilità senza vergogna. Quando una donna affronta una diagnosi di cancro, si trova in un momento di estrema vulnerabilità. In quel contesto, la capacità del medico di contenere, comprendere e accompagnare può fare la differenza. La sofferenza non si cancella, ma si può condividere e superare». Una delle testimonianze più toccanti è quella legata alla malattia della moglie: una diagnosi di cancro al seno che lo ha posto di fronte a una scelta difficile. «Decisi di operarla io stesso, assumendomi la responsabilità del suo destino. Mia moglie mi ha insegnato a vivere, con il suo sorriso e i suoi occhi porta il sole in casa, ogni giorno comincia bene grazie a lei. Mio figlio? E' come avrei voluto essere e non sarò mai. Ha una determinazione e una limpidezza che mi commuovono. Per come è, per come fa le cose». Focus sul tema dell'etica, cuore pulsante anche del suo ventiseiesimo libro, "Etica per il medico giusto", i cui diritti d'autore sono stati devoluti all'Istituto Mario Negri, come tutti i suoi libri. Un testo che affronta questioni delicate e attuali come il consenso informato, il testamento biologico, il diritto all'autodeterminazione, e che si interroga sul significato profondo del prendersi cura. «Il medico non può essere solo un tecnico, deve saper ispirare fiducia, saper ascoltare, entrare in empatia con il vissuto del paziente, che porta con sé desideri, paure, progetti». Macellari ha anche espresso alcune considerazioni sul ruolo della prevenzione e sull'importanza di uno stile di vita sano. «Oggi siamo in grado di fare diagnosi e cure straordinarie, ma trascuriamo ancora troppo la prevenzione. Basterebbe poco, in termini di stili di vita, per ridurre drasticamente l'incidenza di molte malattie oncologiche. La prevenzione costa, ma la malattia costa molto di più». Forte il legame con l'associazione Armonia, da sempre in prima linea nella sensibilizzazione sul tumore al seno. Macellari ha ricordato con commozione la partecipazione alla mezza maratona di Piacenza accanto a tante donne operate, che gli hanno trasmesso forza e determinazione. «Le donne hanno una struttura bio-psichica più forte di quella maschile. Sanno esporsi, raccontare la malattia, affrontarla senza paura». L'intervista si è conclusa con una riflessione filosofica, che racchiude il senso dell'intero percorso umano e professionale di Macellari: «La vita è un dono immenso, il cui costo è la morte. Va vissuta con intelligenza, facendo il bene per sé e per gli altri. Coltivate il dubbio, un buon esercizio mattutino è smontare la convinzione della sera prima».
Scienza e umanità, il doppio volto della medicina
Il pensiero di Macellari è fortemente legato all'insegnamento di Umberto Veronesi, del quale fu collaboratore e amico: «Un uomo generoso, dolce, visionario. Un maestro nel senso più pieno del termine». Il medico bobbiese è membro del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi e del Comitato Scientifico dell'Accademia di Senologia Umberto Veronesi. Macellari ha voluto dedicare parole dense di affetto ai genitori. «Mia madre – ha raccontato con emozione – mi ha insegnato a farmi piccolo per fare spazio agli altri. Per lei era una cosa naturale, io invece ho sempre fatto più fatica a metterlo in pratica». Del padre, Gino Macellari, noto giornalista, ha ricordato invece il rigore e l’autorevolezza. Nel corso dell’intervista, il professor Macellari ha espresso un punto di vista lucido e misurato sull’intelligenza artificiale, riconoscendone le enormi potenzialità ma anche i limiti attuali. «L’intelligenza artificiale è una risorsa preziosa per la medicina, ma resta uno strumento: non dobbiamo temerla, bensì imparare a governarla con responsabilità e consapevolezza». Macellari sottolinea poi un aspetto fondamentale della professione medica, che nessuna macchina potrà mai replicare: «Nel nostro mestiere, non possiamo rinunciare al contatto umano. L’intelligenza artificiale potrà affiancarci, ma non sostituirci. Il cuore della cura resta nella relazione tra medico e paziente». Le puntate sono disponibili anche on demand sul sito di Telelibertà.tv.