Tagliaferri: «Turismo in crisi? No, l'Italia è al top, ma Piacenza deve migliorare»
Per il consigliere regionale (FdI) in città e provincia servono infrastrutture efficienti, collegamenti ferroviari e promozione mirata. Ed esamina i casi di Bobbio, Castell'Arquato, zone collinari e aree termali
Redazione Online
August 11, 2025|3 giorni fa

Castellarquato, una delle mete turistiche piacentine di cui Tagliaferri propone la valorizzazione
«Altro che «crisi delle vacanze" come racconta la sinistra». Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, sostiene invece che «nei primi due mesi estivi l’Italia è, come confermano i dati, al top del turismo mediterraneo, dietro solo alla Spagna e superando la Francia: un’offerta diversificata, destagionalizzata e capace di attrarre visitatori non solo sulle coste, ma anche in montagna, nelle città d’arte e nelle aree interne». Per il consigliere la nazionale offre lo spunto riflessione per Piacenza e la sua provincia. «Abbiamo colline, borghi storici, eccellenze enogastronomiche, percorsi lungo la Via Francigena e potenzialità per un turismo lento e sostenibile. Ma per agganciare la crescita servono infrastrutture efficienti, dalla viabilità locale alle connessioni ferroviarie, e una promozione mirata che vada oltre il "volantino della sagra"».
Tagliaferri, in riferimento alle statistiche nazionali, parla di 47,4% di presenze, con punte oltre il 50% a ridosso di Ferragosto e per l’intera estate in montagna si stimano oltre 6,8 milioni di arrivi (+4,8% rispetto al 2024). »Nel quadrimestre giugno-settembre - aggiunge - le proiezioni parlano di 70 milioni di arrivi complessivi (+7,69% rispetto al 2024), con un giro d’affari da 15 miliardi di euro solo per le prenotazioni alberghiere. Impressionante il dato di ottobre: già a giugno era stato prenotato il 43% delle strutture, segno di un’efficace destagionalizzazione».
Tagliaferri, in riferimento alle statistiche nazionali, parla di 47,4% di presenze, con punte oltre il 50% a ridosso di Ferragosto e per l’intera estate in montagna si stimano oltre 6,8 milioni di arrivi (+4,8% rispetto al 2024). »Nel quadrimestre giugno-settembre - aggiunge - le proiezioni parlano di 70 milioni di arrivi complessivi (+7,69% rispetto al 2024), con un giro d’affari da 15 miliardi di euro solo per le prenotazioni alberghiere. Impressionante il dato di ottobre: già a giugno era stato prenotato il 43% delle strutture, segno di un’efficace destagionalizzazione».
Il consigliere cita alcuni esempi: Castell’Arquato e la Val d’Arda, che potrebbero essere inserite stabilmente nei circuiti internazionali del turismo storico e cinematografico; Bobbio e Alta Val Trebbia, con percorsi trekking e cicloturistici richiedono manutenzione e segnaletica di qualità; i colli piacentini, con vini e prodotti DOP meritano pacchetti integrati enogastronomici capaci di attrarre visitatori tutto l’anno; zone termali come Salsomaggiore e Tabiano, dovrebbero essere rese facilmente collegabili a Piacenza in un’offerta ben strutturata.
«Mentre il Governo lavora a un modello turistico vincente e destagionalizzato - accusa Tagliaferri - in Emilia-Romagna rischiamo di restare fermi al binomio mare-Rimini e al festival estivo di turno. A Piacenza, poi, sembra che il turismo sia considerato un «optional»: si aspetta settembre per parlarne, come se i turisti chiedessero il permesso di arrivare dopo le ferie della Giunta. È ora di capire che o agganciamo il treno della crescita ora, o resteremo alla stazione… a guardare i convogli passare con dentro i visitatori diretti altrove».