Mura Farnesiane a rischio. «Non sono giardini pensili»
Fa discutere lo stato di abbandono della fortificazione cinquecentesca di Piacenza. Un tesoro dimenticato su cui accendono i riflettori Italia Nostra, Ente Farnese e associazione Parco delle Mura
Filippo Lezoli
July 7, 2025|37 giorni fa

Le mura di Piacenza con il giardino pendente sul vallo - © Libertà/Filippo Lezoli
Torna a fare parlare lo stato di abbandono delle mura cinquecentesche che cingono la città. «Il restauro complessivo delle nostre mura è urgente, purtroppo al momento si procede solo con pochi interventi su singole aree, come sta accadendo a Porta Borghetto in cui, però, è mancata l’informazione ai cittadini sul progetto e dove si spera che non vengano inseriti elementi incongrui a ridosso delle mura, che fra l’altro in quel tratto presentano anche significativi elementi del periodo austriaco, come le feritoie verso la città». Lo afferma Pietro Chiappelloni, presidente della sezione piacentina di Italia Nostra.
D’altronde è sufficiente un colpo d’occhio per scorgere le cascate di piante infestanti che hanno fatto delle mura la propria dimora, cadendo nel vuoto del vallo, oppure i punti dove la cinta è evidentemente ammalorata, se non crollata.

Un degrado che per il generale Eugenio Gentile, presidente dell’Ente Farnese, ha una spiegazione. «Purtroppo - afferma - se si eccettuano rari casi, come fu quello di Nanda Montanari oppure di Italia Nostra, la verità è che ai cittadini delle mura non importa nulla. Del bene pubblico importa davvero poco». Quindi, con riferimento questa volta alla politica, aggiunge: «La sensazione è che manchi una strategia, lo dimostra anche l’idea di trasformare bastione Borghetto in un centro polifunzionale».

Qualcosa però potrebbe muoversi per il Parco delle Mura, che attende da più di trent’anni. È quantomeno la speranza di Carlo Marini, presidente dell’associazione “Parco delle Mura”. «Nella relazione illustrativa del Pug - dice Marini - al punto 3.2 ci sono due tavole denominate “Parco delle Mura e città Farnesiana”: le tavole ci sono, la perimetrazione è stata accettata e anche corretta in base ad alcune note che avevamo inviato a suo tempo. Abbiamo la speranza concreta che si realizzi un progetto complessivo che coinvolga, oltre alla cinta muraria, gli orti, i campi chiusi, le aree verdi di pertinenza e gli edifici complessi che sorgono lungo le mura, per fare un ad esempio quello delle Benedettine e la caserma Cantore». «L’inserimento nel Pug è stato importante - chiude Marini - ma fondamentale è anche l’accordo fra Comune e demanio, da noi fortemente sollecitato, per torrione Fodesta e bastione Borghetto».