Dazi: l'importatore a New York e l'ansia per la burrata

Export, Confapi: ora puntare sull'America latina

Patrizia Soffientini
Patrizia Soffientini
August 2, 2025|2 giorni fa
Dazi: l'importatore a New York e l'ansia per la burrata
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In casa Confapi si respira quell’aria d’incertezza che soffia su tutti i mercati europei in attesa della “mannaia” dei dazi di Trump applicati dal 7 agosto. «Molti settori se i dazi saranno confermati con queste percentuali subiranno un forte contraccolpo» argomenta Andrea Paparo, direttore dell’associazione datoriale che riunisce una miriade di imprese. Un brutto colpo, aggiunge, per il Made in Italy.
C’è chi esporta unicamente alimentari oltre a confezionale porzioni di grana padano per una azienda di Treviso, è la Ma-Vi, azienda “in rosa” di sole donne, fondata da Maria Rosa Maestri nel 1998 e guidata dalla giovane figlia Marta Vignati. Il 20 per cento degli ottimi prodotti alimentari trattati va negli Usa. «Ho sentito al telefono la nostra importatrice di New York - spiega Vignati - che acquista da noi prodotti caseari freschi ogni settimana per via aerea, come la burrata pugliese Igp, ed è molto preoccupata per la concorrenza che si faccia là sul prodotto, vuole parlare con i nostri produttori per condividere l’assorbimento di una parte di dazi».
Dazi che sugli alimentari pesano per il 15 per cento. I piccoli soffrono di più, non sembra valere invece per il grande importatore di Los Angeles che a MaVi ha affidato anche la gestione di logistica e certificazioni. «Esportiamo all’80 per cento formaggi stagionati, pecorino, parmigiano reggiamo, grana padano, altri Dop e non Dop». Usa, ma anche Ue, Messico, Arabia Saudita, Tunisia, Marocco, Giappone dove i dazi sono al 4 per cento e Cina. L’importatore di Los Angeles fa arrivare container con surgelati, pasta ripiena, funghi porcini, mozzarella, oltre ai prodotti freschi.