Cittadella, sospensiva confermata. Il Comune annuncia reclamo
Il giudice Fazio blocca la penale da 813mila euro. Calcolo ritardi "viziato". Palazzo Mercanti: "Diffida valida"

Marcello Pollastri
|43 giorni fa

Nuova puntata nel contenzioso sul parcheggio interrato di piazza Cittadella. Il tribunale di Piacenza, con decreto firmato dal giudice Antonino Fazio, ha confermato la sospensione del provvedimento emesso lo scorso 7 agosto, ma limitatamente alla parte relativa all’ingiunzione di pagamento della penale per i ritardi accumulati dal concessionario Piacenza Parcheggi. Una sospensiva parziale, dunque, che non riguarda l’intera diffida notificata dal Comune il 23 luglio alla società di Filippo Lodetti Alliata. L’amministrazione, dal canto suo, rivendica la piena legittimità delle contestazioni e annuncia reclamo, ribadendo che «il contenuto sostanziale del procedimento avviato resta in piedi».
I rilievi del giudice
Nelle oltre quaranta pagine del decreto, Fazio mette in discussione la correttezza del comportamento dell’ente. Secondo il giudice, l’immediata intimazione al pagamento della penale «non appare conforme ai canoni di buona fede e leale cooperazione che devono improntare l’azione amministrativa». La decisione di procedere senza attendere un pieno accertamento giudiziale del presunto ritardo, sottolinea il tribunale, introduce un elemento di contraddittorietà, «svuotando di significato» i termini concessi in diffida per sanare altre carenze.
Ritardi e calcoli
Al centro della contestazione economica c’è l’applicazione di penali per 812.961,95 euro, calcolate dal Comune moltiplicando il valore giornaliero per 241 giorni di ritardo rispetto al cronoprogramma. Fazio però rileva come il conteggio non sia immediatamente desumibile e soprattutto come includa periodi che non possono essere imputati al concessionario. Da un lato, i due mesi di sospensione legati al contenzioso sul taglio degli alberi, chiuso il 5 novembre 2024; dall’altro, l’intero arco temporale coperto dal provvedimento di sospensione dei lavori disposto dal direttore dei lavori il 27 novembre 2024 e mai formalmente revocato. In quelle fasi – osserva il giudice – non si può parlare di inadempimento contrattuale.
I sottoservizi
Un altro fronte riguarda il rinvenimento, durante gli scavi, di sottoservizi e manufatti non segnalati in precedenza. Per l’amministrazione rientrerebbero nel rischio operativo posto a carico del concessionario; ma per il tribunale non è così. «Il rinvenimento di sottoservizi ignoti – si legge – può costituire causa di forza maggiore, non imputabile al privato».
Dalle carte emerge che il Comune, prima dell’affidamento della concessione, non avrebbe effettuato indagini geognostiche approfondite sul sottosuolo, limitandosi a raccogliere i pareri delle società di gestione delle reti. Una carenza istruttoria che, secondo Fazio, stride «con l’obbligo di diligenza e con i doveri informativi che gravano sulla pubblica amministrazione».
Buona fede e danno potenziale
La valutazione porta quindi il tribunale a ritenere «illegittima» l’ingiunzione relativa alla penale, evidenziando come l’amministrazione «non abbia rispettato i principi di buona fede e correttezza». Non solo: secondo il magistrato, il calcolo dei giorni di ritardo appare «viziato» perché non distingue tra tempi morti dovuti a eventi esterni (provvedimenti giudiziari, sottoservizi imprevisti) e ritardi effettivamente imputabili al concessionario. Quanto al “periculum in mora”, il giudice riconosce che l’immediato pagamento della somma contestata avrebbe potuto arrecare un danno patrimoniale grave e irreparabile alla società, incidendo anche sulla sua affidabilità creditizia, mentre nessun pregiudizio irreparabile sarebbe derivato al Comune dall’attendere la definizione del merito.
Garanzie bancarie restano in piedi
La sospensiva, tuttavia, non riguarda l’intera diffida comunale. Rimane valida la contestazione ben più pesante relativa alla mancata trasmissione delle dichiarazioni bancarie aggiornate a garanzia del finanziamento dell’opera. Su questo punto, precisa Fazio, «non vi è domanda» e quindi la misura cautelare non incide. Toccherà al giudice di merito esprimersi prossimamente.
La posizione del Comune
L’amministrazione comunale ha preso atto della decisione, ma annuncia battaglia. Palazzo Mercanti ribadisce che le proprie contestazioni sono fondate e che la diffida rimane efficace. «Siamo al lavoro – spiega il Comune – per valutare la miglior strategia nell’interesse della comunità e a tutela dell’ente, convinti della correttezza delle scelte compiute. La sospensione sulla penale non cambia la sostanza: restano i gravi inadempimenti contrattuali che abbiamo contestato al concessionario».
L’ente annuncia quindi reclamo contro il provvedimento, deciso a difendere la legittimità della propria azione.
L’ente annuncia quindi reclamo contro il provvedimento, deciso a difendere la legittimità della propria azione.
Partita ancora aperta
La decisione del giudice Fazio segna dunque una battuta d’arresto parziale per l’amministrazione, che dovrà ora confrontarsi con il reclamo e con il giudizio di merito. La partita resta aperta, sul piano giuridico e politico. Se la sospensiva sulla penale rappresenta un primo successo per Piacenza Parcheggi, il cuore della diffida – le garanzie bancarie – rimane intatto. È su questo terreno che si giocherà il prossimo round della controversia.