Il restyling di Bowlcast, dal live allo studio: ospite Claudia Penoni
Il format di Telelibertà torna questa sera alle 21 con l'attrice e comica di Zelig, oltre all'immancabile scudlei carico di vino
Redazione Online
|3 giorni fa

L'attric comica Claudia Penoni tra Marcello Tassi e Danilo Di Trani, con l’immancabile “scüdlein”. La simpatica interprete è ospite questa sera della puntata di “Bowlcast” in onda su Telelibertà
Bentornato, Mr. Bowl. Niente più pubblico questa volta?
«Calma, calma. Stiamo ragionando su tanti fronti. Bowlcast non è una semplice bevuta in compagnia, è un’esperienza sensoriale, un atto di fede, un inno alla ceramica. Ma voi… neanche un saluto! Dove sono finite le buone maniere?»
«Calma, calma. Stiamo ragionando su tanti fronti. Bowlcast non è una semplice bevuta in compagnia, è un’esperienza sensoriale, un atto di fede, un inno alla ceramica. Ma voi… neanche un saluto! Dove sono finite le buone maniere?»
Ha ragione. Ben trovato, allora. Che fine aveva fatto?
«Mi sono preso del tempo per pensare. Per decantare, direi. E così ho deciso di allontanarmi dai grandi palchi all’aperto, dalle urla, dalle birre malversate. Ora mi hanno dato un luogo tutto mio: uno studio, una tana, un tempio! Qui sono l’assoluto protagonista. Niente vento, niente moscerini nel vino. Solo io, la luce giusta e un microfono che mi rispetta».
«Mi sono preso del tempo per pensare. Per decantare, direi. E così ho deciso di allontanarmi dai grandi palchi all’aperto, dalle urla, dalle birre malversate. Ora mi hanno dato un luogo tutto mio: uno studio, una tana, un tempio! Qui sono l’assoluto protagonista. Niente vento, niente moscerini nel vino. Solo io, la luce giusta e un microfono che mi rispetta».
Quindi questa nuova stagione è diversa?
«Diversissima. È più intima, più raccolta. Direi quasi intimista. Mi permette di essere riflessivo, di scavare dentro la mia ceramica. Non sono solo uno scodellino, sono un contenitore di emozioni. E poi, senza il pubblico che urla “beviii!”, posso finalmente finire una frase».
«Diversissima. È più intima, più raccolta. Direi quasi intimista. Mi permette di essere riflessivo, di scavare dentro la mia ceramica. Non sono solo uno scodellino, sono un contenitore di emozioni. E poi, senza il pubblico che urla “beviii!”, posso finalmente finire una frase».
Non si monti troppo la testa. Non è mica Lady Gaga.
«Proprio lei! Contiamo di averla ospite tra qualche puntata. Se accetta di portare i suoi stivali glitterati nel mio studio, le verso io il vino personalmente».
«Proprio lei! Contiamo di averla ospite tra qualche puntata. Se accetta di portare i suoi stivali glitterati nel mio studio, le verso io il vino personalmente».
Ma la smetta, parla come Zeno.
«Eh, di ultime sigarette ne ho fumate anche io, ma Zeno no, grazie. Io sono più da bicchiere mezzo pieno. E poi la nuova versione di Bowlcast vi sorprenderà: è come un pub tra amici, dove si ride, si beve e ogni tanto si filosofeggia. Con moderazione, però. Anzi, con cazzeggio».
«Eh, di ultime sigarette ne ho fumate anche io, ma Zeno no, grazie. Io sono più da bicchiere mezzo pieno. E poi la nuova versione di Bowlcast vi sorprenderà: è come un pub tra amici, dove si ride, si beve e ogni tanto si filosofeggia. Con moderazione, però. Anzi, con cazzeggio».
Chi è l’ultimo ospite che avete intervistato?
«Con cui abbiamo chiacchierato e cazzeggiato, vorrà dire! Kripstak, all’anagrafe Claudia Penoni. Una donna strepitosa. Comica, attrice, spirito libero. Racconta gli inizi, i palchi di Zelig, le follie con Leonardo Manera, persino qualche aneddoto su Checco Zalone. È una puntata che parte con una risata e finisce con una riflessione. Sembra scritta da me. E infatti, lo è».
«Con cui abbiamo chiacchierato e cazzeggiato, vorrà dire! Kripstak, all’anagrafe Claudia Penoni. Una donna strepitosa. Comica, attrice, spirito libero. Racconta gli inizi, i palchi di Zelig, le follie con Leonardo Manera, persino qualche aneddoto su Checco Zalone. È una puntata che parte con una risata e finisce con una riflessione. Sembra scritta da me. E infatti, lo è».
Riflettere su cosa?
«Sul perché io debba ancora condividere la scena con quei due: Di Trani e Tassi. Mi perseguitano da stagioni! Io sono un simbolo nazionale e loro… vabbè, lasciamo perdere. Persino Claudia Penoni lo ha detto: “Lo scodellino ha carisma”. Lo so, lo so. Ma mi tocca sopportarli».
«Sul perché io debba ancora condividere la scena con quei due: Di Trani e Tassi. Mi perseguitano da stagioni! Io sono un simbolo nazionale e loro… vabbè, lasciamo perdere. Persino Claudia Penoni lo ha detto: “Lo scodellino ha carisma”. Lo so, lo so. Ma mi tocca sopportarli».
Ma perché ce l’ha sempre con loro?
«Perché fanno di tutto per mettermi in ombra! Tassi ha sbagliato maglietta - un pugno negli occhi - e Di Trani si è presentato con una giacca di pelle che urlava “Kiss Forever”. Apprezzo la citazione, dopo la morte di Ace Frehley, ma c’è un limite. Hanno pure tentato di versare al mio interno del finto succo di mirtillo. A me! Nel sacro scodellino! E poi imitano Petrektek, inventano figli immaginari… ma per favore».
«Perché fanno di tutto per mettermi in ombra! Tassi ha sbagliato maglietta - un pugno negli occhi - e Di Trani si è presentato con una giacca di pelle che urlava “Kiss Forever”. Apprezzo la citazione, dopo la morte di Ace Frehley, ma c’è un limite. Hanno pure tentato di versare al mio interno del finto succo di mirtillo. A me! Nel sacro scodellino! E poi imitano Petrektek, inventano figli immaginari… ma per favore».
Eppure, sembra affezionato a loro.
«Affezionato? Diciamo che mi ci sono abituato, come ci si abitua al rumore del frigorifero. Però devo ammettere una cosa: quest’anno hanno tirato dentro pure il direttore, Gian Luca Rocco. Dice che è per il lancio “social”. Ma mi spiega cosa vuol dire? Ormai è complice dei due. Li incoraggia pure! E poi c’è Max Ceresa, l’uomo delle macchine. Lì la situazione è sfuggita di mano: uno che parla con i cavi e accarezza i mixer come fossero gatti persiani. Non ce n’è uno normale in questa azienda, lo giuro».
«Affezionato? Diciamo che mi ci sono abituato, come ci si abitua al rumore del frigorifero. Però devo ammettere una cosa: quest’anno hanno tirato dentro pure il direttore, Gian Luca Rocco. Dice che è per il lancio “social”. Ma mi spiega cosa vuol dire? Ormai è complice dei due. Li incoraggia pure! E poi c’è Max Ceresa, l’uomo delle macchine. Lì la situazione è sfuggita di mano: uno che parla con i cavi e accarezza i mixer come fossero gatti persiani. Non ce n’è uno normale in questa azienda, lo giuro».
Quindi non le piace il nuovo corso?
«No, no, anzi. Mi piace moltissimo. È che ogni tanto mi sento... rinchiuso. Mi hanno sistemato in uno studio che sembra una cripta, dicono “per l’acustica”. In realtà è per tenermi sotto controllo. C’è tutta una squadra che mi sorveglia, da Filippo Adolfini a Matteo Carpa, senza dimenticare Gianfranco Di Silvestro che svapa come un brucaliffo tra una ripresa e l’altra e il mitico Giuseppe Distefano, al secolo “Gippo”, una sorta di Mr. Wolf della Libertà, insieme al suo braccio destro Max Corti... sembra di stare in un reality. Sto studiando vie di fuga».
«No, no, anzi. Mi piace moltissimo. È che ogni tanto mi sento... rinchiuso. Mi hanno sistemato in uno studio che sembra una cripta, dicono “per l’acustica”. In realtà è per tenermi sotto controllo. C’è tutta una squadra che mi sorveglia, da Filippo Adolfini a Matteo Carpa, senza dimenticare Gianfranco Di Silvestro che svapa come un brucaliffo tra una ripresa e l’altra e il mitico Giuseppe Distefano, al secolo “Gippo”, una sorta di Mr. Wolf della Libertà, insieme al suo braccio destro Max Corti... sembra di stare in un reality. Sto studiando vie di fuga».
In che senso?
«Non posso parlarne apertamente. Ma diciamo che sto cercando di contattare una persona che si intenda di missioni difficili, di fughe eleganti. Un fotoreporter di guerra, ecco. Uno che sa come uscire dalle situazioni scomode con un flash. Chissà, magari sarà presto mio ospite».
«Non posso parlarne apertamente. Ma diciamo che sto cercando di contattare una persona che si intenda di missioni difficili, di fughe eleganti. Un fotoreporter di guerra, ecco. Uno che sa come uscire dalle situazioni scomode con un flash. Chissà, magari sarà presto mio ospite».
Lei è sempre più misterioso, Mr. Bowl.
«Misterioso? No, semplicemente frainteso. Però vi dico questo: Bowlcast torna stasera su Telelibertà, canale 76, alle 21. Claudia Penoni è irresistibile, io sono scintillante come la porcellana nuova, lo studio brilla e i riflettori mi amano. Di Trani e Tassi… be’, evitiamo. E ricordate: anche se mi vedete in tv, io vi vedo lo stesso. E vi giudico. In silenzio. Ma con stile. Come sempre».
«Misterioso? No, semplicemente frainteso. Però vi dico questo: Bowlcast torna stasera su Telelibertà, canale 76, alle 21. Claudia Penoni è irresistibile, io sono scintillante come la porcellana nuova, lo studio brilla e i riflettori mi amano. Di Trani e Tassi… be’, evitiamo. E ricordate: anche se mi vedete in tv, io vi vedo lo stesso. E vi giudico. In silenzio. Ma con stile. Come sempre».