Nine Inch Nails: il ritorno con la colonna sonora di "Tron: Ares"

Trent Reznor e Atticus Ross, da tempo prestati al cinema, non smettono di stupire

Eleonora Bagarotti
Eleonora Bagarotti
|20 giorni fa
I Nine Inch Nails tornano con la colonna sonora di "Tron: Ares", terzo capitolo della saga cinematografica
I Nine Inch Nails tornano con la colonna sonora di "Tron: Ares", terzo capitolo della saga cinematografica
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La notizia merita. Riguarda, e forse basta già questo, l’inconsueta genialità di Trent Reznor e dello sperimentatore Atticus Ross. Negli ultimi giorni, con una forte nostalgia anni Novanta targata Nine Inch Nails, mi sono cullata dentro a un album appena uscito, “Tron: Ares”. Si tratta di una colonna sonora con la musica, ovviamente, dei Nine Inch Nails, via Interscope Records. Intanto, praticamente dietro l’angolo, risuonano ancora le magnetiche sonorità del loro concerto milanese (Pill It Back), tappa di un tour che si è concluso qualche giorno fa a Los Angeles, in modo trionfale. Non solo: quest’anno, oltre alla tournée, il gruppo ha annunciato, per il prossimo 8 novembre, “Future Ruins”, un festival musicale di un giorno per celebrare i compositori visionari di cinema e televisione.
Non smettono di stupire
La notizia, si diceva. C’è, eccome! Anche se, certamente, non si tratta di “The Downward Spiral”, forse il loro album più maturo, che oltre trent’anni fa fece molto parlare di sé perché venne registrato al 10050 di Cielo Drive, la casa in cui Sharon Tate e i suoi amici furono barbaramente assassinati dai seguaci di Charles Manson nel 1969. I Nine Inch Nails, ispirati dal luogo, fecero un disco angosciante e gotico, che risuonò subito come un capolavoro insolito - d’altro canto, i giovani dell'epoca stavano impazzendo per uno strano tizio chiamato Marilyn Manson (da Reznor prodotto)...
Tornando a “Tron: Ares”, segna una bella colonna sonora, divenuta un album che è stato partorito come «un’entusiasmante deviazione dalle acclamate colonne sonore che i compagni di band Trent Reznor e Atticus Ross hanno composto col proprio nome, vincendo due Oscar, tre Golden Globe, un Grammy e un Emmy». Mica briciole.
In effetti, la struttura del disco è imponente e quindi, anche da un punto di vista meramente compositivo - e a livello tecnologico - anche chi già conosce e apprezza i Nine Inch Nails ne resta sorpreso. E travolto. In senso buono. Perché l’architettura sonora di “Tron: Ares” è composta da synth pulsanti, texture distorte e - questo ci suona familiare, d’accordo - melodie inquietanti. Non c’è nemmeno un secondo di orchestra, l’album è un’esplosione fortissima che rompe i confini e trasmette un senso di minaccia, malinconia ma anche slancio. E qui, mi soffermo: perché è proprio questo “slancio” che manca a tanti, quasi tutti, i lavori della musica contemporanea, sperimentale e non.
Ritrovo una delle caratteristiche che, da sempre, mi fa amare i Nine Inch Nails ed è il fatto che, nonostante questo impeto di rottura costante, l’anima sia sempre presente. Nulla è piatto. Neppure in epoca di Intelligenza artificiale - e questo è un bene, oh se lo è...
Tron, il primo capitolo
Facciamo un passo indietro, per chi non lo sapesse. Il primo film di quella che è ormai divenuta una saga era “Tron” di Steven Lisberger con Jeff Bridges. Uscì nel 1982. Prodotto dalla Disney (come il resto della saga) parlava di un giovane programmatore di software per videogiochi in lotta con una potente società di informatica. E, pensate un po’, sin da allora si parlava di AI, ovviamente utilizzata a fini malvagi e non per fare del bene. Il titolo “Tron” si riferisce a un comando del linguaggio di programmazione Basic. La colonna sonora fu, anche allora, straordinaria: Wendy Carlos, in perfetta sintonia con la storia, suonava il Moog, sintetizzatore modulare già utilizzato per Stanley Kubrik e i suoi film “Arancia meccanica” e “Shining”.
Il secondo capitolo
Il secondo capitolo della saga era “Tron: Legacy”, diretto da Joseph Kosinski nel 2010. Il protagonista è un creatore geniale di videogiochi che, vent’anni e una serie di vicissitudini personali dopo, diventa un hacker informatico che, in un sotterraneo segreto, attiva un laser che lo trasporta in un mondo digitale chiamato “La Rete”. Senza raccontarvi come va a finire, specialmente se non l’avete ancora visto, vi consiglio di farlo perché racconta molto di noi. La colonna sonora era dei Daft Punk - nemmeno loro scherzavano...
Il terzo capitolo
Il terzo capitolo dell’innovativo franchise di “Tron”, che arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre, è, appunto “Tron: Ares” diretto da Joachim Rønning con Jared Leto. Ares, il protagonista, viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una pericolosa missione. Incontrerà, per la prima volta, esseri dotati di AI. I musicisti Trent Reznor e Atticus Ross figurano anche tra i produttori esecutivi del film. Ma, senza dubbio, spiccano soprattutto come autori ed esecutori dell’incredibile soundtrack.
Il primo singolo s’intitola “As alive as you need me to be” (ripreso anche in un bellissimo videoclip). Riprende l’uso del sintetizzatore, con potenti ritmiche. Il brano, uscito da poco, è già salito al primo posto sia nella classifica ufficiale dei singoli fisici che in quella dei singoli in vinile nel Regno Unito.
E negli Stati Uniti, con l’ascesa del singolo nella top 10 della classifica Alternative Airplay di Billboard, i Nine Inch Nails hanno consolidato il primato di aver piazzato brani nella top 10 in quattro decenni, dagli anni Novanta del secolo scorso agli attuali anni ‘20.
Un continuo rilancio
Il successo dei Nine Inch Nails è, di fatto, un continuo rilancio. Certo, ci sono album considerati migliori di altri, ma le scelte artistiche della band e dei suoi membri non hanno mai segnato un calo. Un unico (ma eclatante) esempio: il tour insieme a David Bowie per “Outside” nel 1995, il cui risultato rimane tuttora impossibile da dimenticare. Più tardi, saremmo caduti ai piedi dell’affascinante Trent Reznor (uno dei pochi a non sfigurare accanto al Duca Bianco) nel video del 1997 “I’m afraid of Americans” di Dom and Nic. Il brano era uno dei singoli dell’album di Bowie, “Earthling”.
Non siamo gli unici a pensarla così: l’Evening Standard scrive che «Trent Reznor è l’ultima grande star dell’art rock».
Prestati al grande schermo
Nel 2008, Reznor e Ross hanno debuttato come autori di musica per i film con “The Social Network” di David Fincher, che è valso loro un Premio Oscar e un Golden Globe. Hanno poi continuato collaborando a tanti progetti cinematografici e televisivi, tra cui la serie “Watchmen” per la HBO, che è valsa al duo un Emmy. La loro colonna sonora per il film d’animazione Pixar del 2020, “Soul”, ha vinto altri premi, tra cui un Oscar, un Grammy, un Golden Globe e un British Academy Film Award. Nello stesso anno, la colonna sonora per “Mank” di Fincher ha ricevuto diverse nomination. Tra i progetti più recenti, le musiche per “Empire of Light” di Sam Mendes, “The Killer” di Fincher e tre film con il regista Luca Guadagnino: “Bones and All”, “Challengers” e “Queer”.