Impresa Velosport Borgonovese: Triplo Stelvio per Maltauro e Bugada

I due ciclisti della società piacentina hanno scalato la mitica vetta da tutti e tre i versanti in un solo giorno

Michele Rancati
Michele Rancati
|35 giorni fa
Impresa Velosport Borgonovese: Triplo Stelvio per Maltauro e Bugada
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Per gli esperti e gli appassionati di ciclismo bastano due parole per descrivere la difficoltà dell’impresa portata a termine da Sergio Maltauro ed Eleonora Bugada del Velosport Borgonovese: “Triplo Stelvio”.
Per i profani, serve qualche numero: i due ciclisti piacentini (nel primo fine settimana di settembre) hanno raggiunto per tre volte consecutive i 2.757 metri del Passo dello Stelvio, salendo innanzitutto da Bormio (Valtellina), poi da Santa Maria Mustair (Svizzera) e infine da Prato (Val Venosta). Uno sforzo da 124 chilometri (di cui la metà in salita), con un dislivello positivo di 4.800 metri.
Alla fine, ai due appassionati è stato consegnato il brevetto ufficiale che certifica l’impresa. «È stata un’avventura fantastica - commentano - resa unica da un meteo perfetto e dal fascino della neve a bordo strada che ci ha accolti in vetta, ricordo del fine settimana precedente. Il panorama era davvero suggestivo, così come la presenza di tanti altri ciclisti che hanno condiviso con noi fatiche e gioie».
Non si è trattata di una delle iniziative organizzate durante l’anno (con la strada chiusa a beneficio delle sole biciclette), ma quasi per magia erano tantissimi gli appassionati che si sono ritrovati a Bormio per salire in vetta. «Forse perché temevamo tutti che fosse una delle ultime domeniche di bel tempo - spiega Maltauro - fatto sta che eravamo in molti, anche se non tutti hanno fatto la nostra “pazzia”. Io ed Elenora siamo saliti dal versante della Valtellina (22 chilometri e 1.600 metri di dislivello), scesi nel versante svizzero della Val Mustair e risalita da Santa Maria con attraversamento dell’Ubrailpass (17 chilometri e 1.400 metri di dislivello), poi discesa nel versante della Val Venosta e ripartenza da Prato, con i suoi 25 chilometri di salita dura e interminabile, con circa 1.900 metri di dislivello. È stato il momento più tosto da affrontare, ma allo stesso tempo il più spettacolare, con gli ultimi sei chilometri di tornati».
Alla fine, il brevetto “Triplo stelvio”, molto ambito da tutti i ciclisti, e un piatto abbondante di pizzoccheri per rifocillarsi.