Must have dell'estate, e non solo: i solari

Per la pelle del viso e del corpo, anche quella più sensibile, ed inoltre per i capelli

Francesca Pelucchi
July 7, 2025|37 giorni fa
Si parte dagli integratori
Si parte dagli integratori
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Si parte dagli integratori da assumere prima e durante l’esposizione, per arrivare a creme e lozioni per corpo e viso, fino ai prodotti specifici per cuoio capelluto e capelli. I cosmetici solari, ancora di più in questa stagione, sono indispensabili sotto l’ombrellone come in città.
CAPELLI
L’esposizione prolungata al sole può avere effetti dannosi anche su testa e capelli che possono diventare sempre più evidenti col passare del tempo. Il primo segno è la secchezza. I raggi UV possono danneggiare la cuticola esterna dei capelli, causando la perdita di umidità intrinseca. Da qui i capelli risultano secchi, ruvidi e opachi, poiché la mancanza di idratazione li rende più vulnerabili alla rottura e alla perdita di elasticità. A volte, al contrario, l’esposizione al sole può innescare una risposta del cuoio capelluto che porta a un aumento della produzione di sebo nel tentativo di proteggere il cuoio capelluto e i capelli dalla disidratazione. Troppo sole può causare non solo irritazione e arrossamento, ma anche sensazioni di bruciore molto fastidiose. L’esposizione prolungata ai raggi UV può accelerare anche il processo di invecchiamento, noto come foto-invecchiamento. Questo si manifesta con la comparsa precoce di capelli grigi, perdita di elasticità e fragilità. Inoltre, l’indebolimento della struttura dei capelli può portare a una maggiore perdita di volume e densità. È importante adottare misure preventive per proteggere le chiome dai danni solari, come l’utilizzo di prodotti protettivi specifici con filtri UV, ma anche coprire i capelli con cappelli e mantenere una buona idratazione con oli e maschere nutrienti.
VISO E CORPO
«La protezione solare non è un’opzione, ma una necessità quotidiana, anche al di fuori del periodo estivo e delle vacanze al mare», afferma Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO – Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia. Il sole è vita. Stimola la produzione di vitamina D, importante per le ossa e il sistema immunitario, migliora l’umore grazie alla stimolazione della produzione della serotonina e delle endorfine, oltre che a migliorare il ciclo sonno-veglia con una maggiore produzione di melatonina. Ma la sua energia è anche responsabile di fenomeni dannosi come eritemi, fotoinvecchiamento e, nei casi più gravi, tumori cutanei. La radiazione ultravioletta, soprattutto UVA e UVB, ma anche la luce visibile e l’infrarosso, sono in grado di danneggiare il DNA cellulare, favorire la formazione di radicali liberi e alterare la matrice dermica. «L’esposizione cumulativa ai raggi ultravioletti è il principale fattore del fotoinvecchiamento cutaneo precoce, che si manifesta con rughe, perdita di tono, macchie e disidratazione», spiega il dermatologo. «Ed è ormai evidente che anche la luce blu e l’infrarosso possono contribuire in modo sinergico a questi danni».
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Oggi la fotoprotezione è sempre più personalizzabile e si declina in base al fototipo, all’età, alla tipologia di pelle e anche ad eventuali patologie dermatologiche. Le pelli più chiare (fototipi I-III), così come le pelli sensibili, acneiche o soggette a rosacea, necessitano di SPF alti (SPF 30-50+) e di formulazioni ricche in antiossidanti, lenitivi, agenti sebo-regolatori o idratanti. «Le formulazioni moderne non sono più solo fotoprotettive», afferma Benedetta Basso, cosmetologa AIDECO, «ma possono diventare veri trattamenti coadiuvanti: un solare per pelle acneica, per esempio, può contenere ingredienti con azione lenitiva e sebo-normalizzante, mentre uno per pelle matura può offrire un’azione antiossidante e ristrutturante. L’evoluzione tecnologica ha portato alla nascita di veri e propri cosmetici multitasking, come fondotinta ad alta protezione, BB cream con SPF 50+, o solari da città dalla texture leggera e invisibile, ideali per l’uso quotidiano», osserva la cosmetologa. Un’attenzione crescente è anche quella rivolta alla sostenibilità ambientale: alcuni filtri, come oxybenzone e octinoxate, sono stati banditi in aree marine protette per il rischio di danni ai coralli. L’industria cosmetica è quindi sempre più orientata verso nuove molecole fotoprotettive eco-friendly, di origine vegetale o biotecnologica, e verso pack riciclati o riciclabili.
BAMBINI
I bambini subiscono dal 50 all’80% di tutta l’esposizione solare della loro vita prima dei 18 anni e i bambini nati in questi ultimi anni presentano un rischio doppio di sviluppare un melanoma rispetto a un bambino nato dieci anni fa. I piccoli rappresentano quindi la fascia più vulnerabile della popolazione. Questo perché, soprattutto nel neonato, i sistemi di difesa non sono ancora perfettamente sviluppati. “Innanzitutto bisogna ricordare che il neonato ha un sistema di termoregolazione non ancora perfettamente funzionante”, spiega la dottoressa Chiara Lovati, dermatologa. “Questo è il primo motivo per il quale non andrebbe esposto al sole. Nella primissima infanzia, diciamo fino all’anno, bisognerebbe astenersi dall’esporre il bambino al sole per preservarlo da colpi di caldo o di sole, e dalla disidratazione. Dal punto di vista dermatologico invece, è importante sapere che la pelle del neonato è impreparata a un’esposizione solare perché “immatura”, ovvero senza una memoria: non ha uno storico di melanina e non ha sufficienti difese. I bambini piccoli non vanno esposti al sole. In linea generale il solare non è la prima linea di difesa. Bisognerebbe vestire con abbigliamento tecnico protettivo, come magliette e costumi, che rappresentano una barriera fisica”. “L’abbronzatura, infatti, è un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo che nei bambini fino a due anni non si è ancora perfezionato”, aggiunge la dottoressa Eleonora Bellani, dermatologa. “La melanina è secreta da cellule specifiche che si trovano negli strati più profondi della pelle, i melanociti che, con l’esposizione solare, producono melanina che viene racchiusa in organelli più piccoli per poter migrare in superficie, verso l’epidermide, colorando la pelle con quella che chiamiamo abbronzatura. Nei bambini molto piccoli, comunque entro i primi sei mesi di vita, il processo non è maturo e di conseguenza la produzione di melanina è insufficiente a proteggerli”. Dopo l’anno di vita diventa fondamentale proteggere i più piccoli con abbigliamento tecnico anti UV e con una formulazione solare rispettosa della loro pelle delicata che sia quanto più possibile adatta alle pelli sensibili e che offra alta protezione e tollerabilità.