Vent’anni di aiuti ai più fragili nella memoria di Loredana Botti

A Gropparello, l’associazione punta a iniziative per coinvolgere i più giovani

Marcello Tassi
Marcello Tassi
|39 giorni fa
Lo scatto di una recente donazione operata dall'associazione
Lo scatto di una recente donazione operata dall'associazione
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Fare del bene senza clamore. Con il cuore e non per apparire. È questo lo spirito che ha guidato Loredana Botti nella sua vita, ed è lo stesso che da vent’anni anima l’associazione che a Gropparello porta il suo nome. Una donna riservata, che ha aiutato in silenzio, spesso dietro le quinte, e che per molti resta un faro discreto. Ma la luce del suo esempio continua a brillare, ogni giorno, nelle attività di chi ha raccolto il suo testimone.
Nata nel dicembre 2005, pochi mesi dopo la sua scomparsa, l’Associazione Loredana Botti si ispira ai valori della carità cristiana e della solidarietà umana, operando concretamente per le persone più fragili del territorio. Oggi, con la presidente Giuliana Quaglia alla guida, l’associazione è diventata un punto di riferimento per tante famiglie in difficoltà.
«Loredana - spiega la presidente dell’Associazione - era una donna che ha dato un aiuto enorme a tanta gente e non voleva che si sapesse. Aiutava in silenzio, senza mai giudicare nessuno. Per questo abbiamo voluto proseguire ciò che lei aveva iniziato, nel rispetto della sua discrezione, ma facendo sì che il suo esempio non andasse perduto».
Negli anni, i volontari hanno organizzato raccolte alimentari, recuperato viveri invenduti, sostenuto economicamente chi non può permettersi cure mediche, rette scolastiche o anche solo un pasto caldo. Collaborano strettamente con i servizi sociali comunali e accompagnano persone fragili a visite mediche o esami. C’è chi riceve un aiuto per le bollette, chi trova abiti nel servizio guardaroba, chi semplicemente un ascolto. Nel corso della pandemia, i volontari hanno portato cibo nelle piazze di Gropparello con banchetti solidali. 
Dietro ogni intervento, lo stesso spirito che animava Loredana: aiutare senza giudicare, esserci senza farsi notare. «Loredana - prosegue Giuliana - c’era sempre, per tutti. Impiegata nei servizi sociali del Comune, aveva accolto in casa anche un disabile psichiatrico, esempio di una dedizione totale agli altri. E anche oggi, a distanza di due decenni, c’è chi continua a donare con lo stesso spirito: un benefattore anonimo, da quasi 12 anni, contribuisce ogni mese con 500 euro, senza mai chiedere nulla in cambio».
Oggi l’associazione guarda avanti, con progetti sempre più orientati al futuro e all’inclusione. Tra questi, l’alfabetizzazione linguistica per alunni stranieri, il supporto digitale per anziani e persone fragili (tramite Spid, fascicolo sanitario elettronico, prenotazioni online) e iniziative per coinvolgere i più giovani.
«È proprio nelle scuole - sottolinea la presidente dell’associazione - che si gioca la scommessa del domani: far conoscere ai ragazzi la figura e il messaggio di Loredana, prima che i ricordi di chi l’ha conosciuta si affievoliscano. È in cantiere una collaborazione con le scuole medie “Marenghi” di Gropparello: un’occasione per educare alla solidarietà, stimolando i ragazzi a raccogliere testimonianze dai nonni e costruire un racconto collettivo di chi era Loredana. Vorremmo che i giovani scoprissero chi era Loredana attraverso le parole dei loro nonni. Magari chiedendo: “La conoscevi? Che cosa faceva?” E poi, con la loro immaginazione, ricostruire la sua figura, portarla nel presente. Questo sarebbe il modo più bello per tenere viva la sua memoria. Chiunque abbia conosciuto questa donna straordinaria e desideri contribuire a tracciare nuovi dettagli della sua storia è invitato a mettersi in contatto con l’associazione scrivendo o telefonando al numero 3534726813».
Il bene non fa rumore, ma lascia tracce profonde. Quelle di Loredana Botti sono ancora qui, vive nelle mani di chi aiuta e negli occhi di chi riceve.