Boninfante si (ri)presenta: «Giovani di talento, grande sfida»
L'ex Copra torna a Piacenza, alla Gas Sales Piacenza: «La piazza sa dare tanto, presto toccherà a noi»

Marcello Tassi
July 10, 2025|31 giorni fa

Dante Boninfante ai tempi della militanza nel Copra e nelle vesti di allenatore
Un ritorno che sa di casa, ma guarda al futuro. Dante Boninfante è il nuovo allenatore della Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza. Dopo tre stagioni da palleggiatore tra il 2007 e il 2010, torna al PalabancaSport da tecnico per guidare i biancorossi in Superlega e Coppa Cev. Un legame già scritto nella storia del club – culminato con lo storico scudetto – che ora si rinnova in panchina, con l’ambizione di dare continuità a un progetto importante.
Che effetto le fa tornare a Piacenza? «È una bellissima opportunità. Ho vissuto qui anni intensi, in una città appassionata e coinvolgente. Oggi trovo un club solido, con idee chiare e giovani di talento. È una sfida stimolante che mi carica tantissimo».
Il ricordo più forte da giocatore? «Lo scudetto del secondo anno, ovviamente. Ma anche la prima stagione fu speciale: partimmo in salita, ma arrivammo in finale scudetto e Champions. Il pubblico fu straordinario, l’entusiasmo contagioso».
Che allenatore è Boninfante? «Credo molto nel rapporto quotidiano coi giocatori. La crescita tecnica passa anche dalla fiducia e dalla connessione. Ogni squadra è diversa: bisogna conoscerli prima come persone, poi come atleti».
Cosa le ha chiesto il club? «Continuità e un passo in più. Mantenere Piacenza ai vertici, valorizzando il progetto Gas Sales, e affrontare con ambizione la Coppa Cev, soprattutto dai quarti in avanti».
Che squadra sarà? «Equilibrata, con veterani di spessore come Simon, Maar e Galassi, e giovani di talento come Porro, Mandiraci e Gutierrez. Occhi puntati sugli opposti: Bovolenta, chiamato a più responsabilità, e Léon, al debutto in Superlega».
Con lei ci sarà ancora Samuele Papi. «Un vero valore aggiunto, dentro e fuori dal campo. Condividiamo tutto, con confronto diretto e sincero. Lo staff unito è la base per fare qualcosa di importante».
Piacenza è una piazza esigente: la preoccupa? «No. Anzi, è uno stimolo. Dove c’è pressione, c’è anche ambizione. Le grandi piazze sono così: se ci sono aspettative, vuol dire che si crede nel progetto».
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