Se non tifate per il Piace, fatelo almeno per Piacenza
Perché la questione-stadio è strategica non solo per il calcio

Michele Rancati
|18 ore fa

Il Garilli gremito per Piacenza-Entella in Serie C, del 23 aprile 2019
Sono certo che molti di coloro che hanno la mia età (48 anni tra pochissimo) e sono appassionati di calcio hanno girato l’Italia tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila per sostenere il Piacenza più bello di sempre. Lo stesso stanno facendo da tanti anni i Lupi Biancorossi al seguito della Gas Sales Bluenergy (e prima ancora i tifosi del Copra).
In molti casi, siamo sinceri, ci siamo limitati a vedere il tragitto dalla stazione (allora si viaggiava in treno) allo stadio. Ma possiamo dire di essere stati in città che probabilmente non avremmo mai toccato, come Udine, Vicenza, Foggia, Lecce, Salerno, Ascoli o Terni, accanto ovviamente a mete più tradizionali come Milano, Roma, Torino, Genova, Firenze e Napoli. E poi Bergamo, Brescia, Parma, Bologna, Modena, Reggio Emilia, persino Cremona. Qualche fanatico (neppure così pochi, al tempo) ha fatto tappa anche a Palermo e Cagliari.
Piacenza in cambio accoglieva (per il volley lo fa ancora oggi) le tifoserie, spesso molto numerose, provenienti da tutte questa città.
Non c’è miglior veicolo dello sport per fare il tanto decantato marketing territoriale. Piacenza ha richiamato migliaia di persone con l’esposizione del Kilmt ritrovato. La squadra di calcio, quella di volley e in misura minore quelle di basket, per citare gli sport più popolari, lo fanno ogni fine settimana per nove mesi all’anno. E maggiore è il campionato di appartenenza e più gente arriva.
Per questo dobbiamo tenerci strettissima la famiglia Curti, che con grande passione mantiene la Gas Sales ai vertici italiani ed europei.
Per lo stesso motivo, ossia la crescita turistica ed economica del nostro territorio, dobbiamo fare il tifo per il Piacenza, perché possa tornare tra i professionisti, consolidarsi e magari aspirare alla Serie B.
Per ottenerlo la questione stadio è fondamentale. Il Comune nei primi mesi del 2026 pubblicherà un bando che sarà figlio anche del confronto con la dirigenza biancorossa. La procedura, ovviamente, sarà aperta. Ma se, come prevedibile, la società ribadirà l’ambizione di portare il Piace dove merita per storia e seguito, un rifacimento del Garilli dovrà essere prioritario. Andrà reso più moderno, funzionale e sostenibile, tanto a livello economico, quanto ambientale. I costi saranno elevati, ma se si sommano i soldi pubblici spesi ogni anno per la manutenzione e le spese di gestione private si capisce come sarebbe un investimento strategico. Anche perché, come ha dimostrato lo Spring Festival della scorsa estate, uno stadio moderno può essere utilizzato anche quando non si gioca a calcio. A giugno Vasco Rossi sarà in concerto allo stadio di Ancona.
La squadra è in Serie D, l’impianto è poco più grande del Garilli, ma messo molto meglio. Anche se non fate il tifo per il Piacenza, fate il tifo per Piacenza.
In molti casi, siamo sinceri, ci siamo limitati a vedere il tragitto dalla stazione (allora si viaggiava in treno) allo stadio. Ma possiamo dire di essere stati in città che probabilmente non avremmo mai toccato, come Udine, Vicenza, Foggia, Lecce, Salerno, Ascoli o Terni, accanto ovviamente a mete più tradizionali come Milano, Roma, Torino, Genova, Firenze e Napoli. E poi Bergamo, Brescia, Parma, Bologna, Modena, Reggio Emilia, persino Cremona. Qualche fanatico (neppure così pochi, al tempo) ha fatto tappa anche a Palermo e Cagliari.
Piacenza in cambio accoglieva (per il volley lo fa ancora oggi) le tifoserie, spesso molto numerose, provenienti da tutte questa città.
Non c’è miglior veicolo dello sport per fare il tanto decantato marketing territoriale. Piacenza ha richiamato migliaia di persone con l’esposizione del Kilmt ritrovato. La squadra di calcio, quella di volley e in misura minore quelle di basket, per citare gli sport più popolari, lo fanno ogni fine settimana per nove mesi all’anno. E maggiore è il campionato di appartenenza e più gente arriva.
Per questo dobbiamo tenerci strettissima la famiglia Curti, che con grande passione mantiene la Gas Sales ai vertici italiani ed europei.
Per lo stesso motivo, ossia la crescita turistica ed economica del nostro territorio, dobbiamo fare il tifo per il Piacenza, perché possa tornare tra i professionisti, consolidarsi e magari aspirare alla Serie B.
Per ottenerlo la questione stadio è fondamentale. Il Comune nei primi mesi del 2026 pubblicherà un bando che sarà figlio anche del confronto con la dirigenza biancorossa. La procedura, ovviamente, sarà aperta. Ma se, come prevedibile, la società ribadirà l’ambizione di portare il Piace dove merita per storia e seguito, un rifacimento del Garilli dovrà essere prioritario. Andrà reso più moderno, funzionale e sostenibile, tanto a livello economico, quanto ambientale. I costi saranno elevati, ma se si sommano i soldi pubblici spesi ogni anno per la manutenzione e le spese di gestione private si capisce come sarebbe un investimento strategico. Anche perché, come ha dimostrato lo Spring Festival della scorsa estate, uno stadio moderno può essere utilizzato anche quando non si gioca a calcio. A giugno Vasco Rossi sarà in concerto allo stadio di Ancona.
La squadra è in Serie D, l’impianto è poco più grande del Garilli, ma messo molto meglio. Anche se non fate il tifo per il Piacenza, fate il tifo per Piacenza.
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