I compagni di Andrea: «Serio e simpatico, è il dj del gruppo»
La passione per il Milan e per la Zanzara: gli amici descrivono così Dallavalle, fresco vice-campione del Mondo di salto triplo
Alice Morelli
|31 giorni fa

Da sinistra: Krill Visigalli, Andrea Dallavalle, Ilaria Ricchetti, Luca Clerici e Giulio Bonini
Di essere un campione non solo in pista ne ha dato prova venerdì in diretta mondiale, quando ha dovuto riconsegnare il primo posto appena conquistato al portoghese Pedro Pichardo. Preferendo, davanti all’indifferenza del suo avversario, rivolgergli un gesto di stima.
Chi conosce Andrea Dallavalle sa che quello non è stato un momento isolato, bensì l’espressione della sua natura: un ragazzo di 25 anni che prima di tutto sa restare con i piedi per terra.
Lo raccontano i suoi compagni, quelli che con lui condividono fatica e risate al campus d’atletica Pino Dordoni, e che quotidianamente lo vedono arrivare con una cassa bluetooth sotto braccio. «È il dj ufficiale del gruppo - racconta Eleonora Nervetti - e quando la musica parte, vuol dire che si comincia, anche se magari con qualche minuto di ritardo». «Eh sì, il ritardo è una sua costante - aggiunge Simone Biasutti - così come la passione per la musica: in sala pesi mette di tutto, dal cantautorato all’heavy metal. L’unico vero leitmotiv è l’imprevedibilità». E il sorriso: «Quando “Dalla” è al campo, è sempre festa», sorride Chiara Sverzellati.
Così esercizi estenuanti sono sempre immersi in un clima leggero: «Con Andrea si ride sempre - aggiunge Tommaso Boiardi, ora fisioterapista - ma quando si lavora è serio e la sua presenza ti sprona a dare il massimo».
Andrea Rinaldi, lanciatore del martello e interista doc, parla della loro “eterna faida” sportiva: «Dopo ogni derby, se vinciamo io mi presento ad allenamento con la maglia dell’Inter e lui fa lo stesso quando vince il suo Milan. Poi si va avanti a stuzzicarsi fino alla sfida successiva».
Chi conosce Andrea Dallavalle sa che quello non è stato un momento isolato, bensì l’espressione della sua natura: un ragazzo di 25 anni che prima di tutto sa restare con i piedi per terra.
Lo raccontano i suoi compagni, quelli che con lui condividono fatica e risate al campus d’atletica Pino Dordoni, e che quotidianamente lo vedono arrivare con una cassa bluetooth sotto braccio. «È il dj ufficiale del gruppo - racconta Eleonora Nervetti - e quando la musica parte, vuol dire che si comincia, anche se magari con qualche minuto di ritardo». «Eh sì, il ritardo è una sua costante - aggiunge Simone Biasutti - così come la passione per la musica: in sala pesi mette di tutto, dal cantautorato all’heavy metal. L’unico vero leitmotiv è l’imprevedibilità». E il sorriso: «Quando “Dalla” è al campo, è sempre festa», sorride Chiara Sverzellati.
Così esercizi estenuanti sono sempre immersi in un clima leggero: «Con Andrea si ride sempre - aggiunge Tommaso Boiardi, ora fisioterapista - ma quando si lavora è serio e la sua presenza ti sprona a dare il massimo».
Andrea Rinaldi, lanciatore del martello e interista doc, parla della loro “eterna faida” sportiva: «Dopo ogni derby, se vinciamo io mi presento ad allenamento con la maglia dell’Inter e lui fa lo stesso quando vince il suo Milan. Poi si va avanti a stuzzicarsi fino alla sfida successiva».

Al campo è anche considerato un “fratello maggiore”, come confida Ilaria Ricchetti: «Dal primo giorno mi ha fatto sentire accolta. Poi abbiamo le nostre abitudini: io sono la riempitrice ufficiale di borracce, e ogni tanto scatta la lotta al solletico. Il suo punto debole? Quello ai fianchi».
David Palladini, quattrocentista, svela un lato ancora più curioso: «Siamo “zanzarosi”. Amiamo ascoltare o andare a teatro per seguire Giuseppe Cruciani e “La Zanzara’”. Con Andrea si crea quel tipo di legame che parte da una battuta e diventa fratellanza».
David Palladini, quattrocentista, svela un lato ancora più curioso: «Siamo “zanzarosi”. Amiamo ascoltare o andare a teatro per seguire Giuseppe Cruciani e “La Zanzara’”. Con Andrea si crea quel tipo di legame che parte da una battuta e diventa fratellanza».

Agata Gremi, martellista, lo ritiene un modello di riferimento: «A questi livelli è raro trovare qualcuno che non si monti la testa. Andrea è sempre gentile, con una parola per tutti. Sa essere ironico, ma anche profondo quando serve. Riesce sempre a strapparti un sorriso».
Una qualità che colpisce anche Krill Visigalli: «È semplice, divertente, determinato. Durante gli allenamenti parliamo di tutto: calcio, MotoGP, vita. Ci si prende in giro sulle squadre che ognuno tifa, ma non c’è mai tensione, solo gioco».
Per Leonardo Fontana, la sintesi è chiara: «Andrea è una persona con cui è impossibile non sentirsi a proprio agio. Sempre pronto alla battuta, ma anche estremamente serio nei momenti importanti».
Forse il vero segreto non sta allora solo nella rincorsa perfetta, ma in un paio di mutande fortunate targate Diabolik (parola di Biasutti), una playlist improbabile e una risata sempre pronta. Dallavalle, nella sua impresa a Tokyo, ha già superato il salto più difficile: restare sé stesso.
Una qualità che colpisce anche Krill Visigalli: «È semplice, divertente, determinato. Durante gli allenamenti parliamo di tutto: calcio, MotoGP, vita. Ci si prende in giro sulle squadre che ognuno tifa, ma non c’è mai tensione, solo gioco».
Per Leonardo Fontana, la sintesi è chiara: «Andrea è una persona con cui è impossibile non sentirsi a proprio agio. Sempre pronto alla battuta, ma anche estremamente serio nei momenti importanti».
Forse il vero segreto non sta allora solo nella rincorsa perfetta, ma in un paio di mutande fortunate targate Diabolik (parola di Biasutti), una playlist improbabile e una risata sempre pronta. Dallavalle, nella sua impresa a Tokyo, ha già superato il salto più difficile: restare sé stesso.

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