Resident Evil Requiem: torna con un trailer la storica serie horror
L'uscita del gioco è prevista per il 27 febbraio 2026
Francesco Toniolo
June 10, 2025|15 giorni fa

Resident Evil è uno di quei nomi che circolano anche al di fuori del mondo videoludico, grazie ai numerosi film che sono stati realizzati nel corso degli anni, ma la sua anima principale rimane sempre legata ai videogiochi.
Dal primo Resident Evil, pubblicato nel 1996 su PlayStation, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e la serie ha attraversato numerose trasformazioni. Come quando si è spostata progressivamente verso le sparatorie e l’action, lasciando in secondo piano la sopravvivenza e relegando l’orrore solo all’estetica, con zombie e mutanti da riempire di proiettili. Poi, con Resident Evil 7: Biohazard (2017), la serie ha cambiato ancora strada, proponendo un gioco in prima persona (quindi in cui il punto di vista è collocato dentro alla testa del personaggio che controlliamo), con ritmi molto più lenti e con un’ambientazione ispirata a film come The Texas Chain Saw Massacre (in Italia Non aprite quella porta). L’ottavo capitolo, Resident Evil: Village (2021), ha cambiato ancora le carte in tavola, portando i protagonisti nell’Europa dell’Est, tra antichi castelli e magioni gotiche.
Dal primo Resident Evil, pubblicato nel 1996 su PlayStation, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e la serie ha attraversato numerose trasformazioni. Come quando si è spostata progressivamente verso le sparatorie e l’action, lasciando in secondo piano la sopravvivenza e relegando l’orrore solo all’estetica, con zombie e mutanti da riempire di proiettili. Poi, con Resident Evil 7: Biohazard (2017), la serie ha cambiato ancora strada, proponendo un gioco in prima persona (quindi in cui il punto di vista è collocato dentro alla testa del personaggio che controlliamo), con ritmi molto più lenti e con un’ambientazione ispirata a film come The Texas Chain Saw Massacre (in Italia Non aprite quella porta). L’ottavo capitolo, Resident Evil: Village (2021), ha cambiato ancora le carte in tavola, portando i protagonisti nell’Europa dell’Est, tra antichi castelli e magioni gotiche.

Ora l’interesse dei fan è stato riacceso dal trailer di Resident Evil Requiem, il nono capitolo della saga, mostrato un paio di giorni fa durante l’evento Summer Game Fest. Il trailer mette in chiaro che questo capitolo vuole essere un ponte tra gli episodi più recenti e i Resident Evil del passato. Vengono infatti mostrate le macerie di Raccoon City, la fittizia città statunitense che si vede in Resident Evil 2 e in Resident Evil 3. La città era stata distrutta da un attacco missilistico per fermare l’apocalisse zombie causata dall’Umbrella Corporation. A distanza di anni dalla distruzione di Raccoon City, sembra che si stiano verificando dei nuovi, inquietanti eventi tra le macerie della città.
Viene chiamata a indagare sul caso la giovane Grace Ashcroft, un personaggio nuovo della serie ma con un cognome che attira subito l’interesse dei fan di vecchia data. La ragazza è infatti la figlia di Alyssa Ashcroft, una reporter presente in Resident Evil Outbreak (uno dei numerosissimi spin-off della saga) e che aveva perso la vita al Remwood Hotel di Raccoon City otto anni prima degli eventi di Requiem.
Come dovrebbe fare un buon trailer, quello di Resident Evil Requiem sta generando un gran numero di interrogativi tra gli appassionati, che si interrogano anche sulla scelta stessa del termine “Requiem” nel titolo. Potrebbe essere semplicemente legato al rapporto della protagonista Grace con la sua defunta madre, ma ci sono anche tante altre ipotesi che vengono messe sul piatto. Ci si interroga anche sulla stessa modalità di gioco. Gli ultimi Resident Evil hanno portato i giocatori a non dare nulla per scontato, perché sono sempre possibili dei cambiamenti anche radicali nella struttura del gioco. Alcune voci di corridoio, in particolar modo, dicono che potrebbe essere un open world, ovvero un videogioco in cui è possibile esplorare liberamente più o meno tutta la mappa fin da subito, a differenza dei precedenti Resident Evil che hanno sempre avuto una struttura molto guidata.
L’uscita del gioco è prevista per il 27 febbraio 2026. Nei prossimi mesi arriveranno sicuramente altre informazioni su Requiem, con cui si capirà meglio quale sarà la direzione presa da questo nuovo capitolo.
Viene chiamata a indagare sul caso la giovane Grace Ashcroft, un personaggio nuovo della serie ma con un cognome che attira subito l’interesse dei fan di vecchia data. La ragazza è infatti la figlia di Alyssa Ashcroft, una reporter presente in Resident Evil Outbreak (uno dei numerosissimi spin-off della saga) e che aveva perso la vita al Remwood Hotel di Raccoon City otto anni prima degli eventi di Requiem.
Come dovrebbe fare un buon trailer, quello di Resident Evil Requiem sta generando un gran numero di interrogativi tra gli appassionati, che si interrogano anche sulla scelta stessa del termine “Requiem” nel titolo. Potrebbe essere semplicemente legato al rapporto della protagonista Grace con la sua defunta madre, ma ci sono anche tante altre ipotesi che vengono messe sul piatto. Ci si interroga anche sulla stessa modalità di gioco. Gli ultimi Resident Evil hanno portato i giocatori a non dare nulla per scontato, perché sono sempre possibili dei cambiamenti anche radicali nella struttura del gioco. Alcune voci di corridoio, in particolar modo, dicono che potrebbe essere un open world, ovvero un videogioco in cui è possibile esplorare liberamente più o meno tutta la mappa fin da subito, a differenza dei precedenti Resident Evil che hanno sempre avuto una struttura molto guidata.
L’uscita del gioco è prevista per il 27 febbraio 2026. Nei prossimi mesi arriveranno sicuramente altre informazioni su Requiem, con cui si capirà meglio quale sarà la direzione presa da questo nuovo capitolo.
ECCO COME LA SERIE HA SAPUTO EVOLVERSI NEL TEMPO SENZA PERDERE I SUOI AMMIRATORI
La serie Resident Evil è un bel caso di studio, per come si è evoluta nel corso del tempo, riuscendo (quasi) sempre a trovare un buon bilanciamento tra tradizione e innovazione, tra vecchi e nuovi fan. Al giorno d’oggi, questo è un fattore determinante, perché sono sempre più numerosi i brand storici (non solo nei videogiochi) che faticano a trovare il giusto equilibrio. Da un lato, affidarsi solo ai fan del passato è spesso insufficiente a coprire i costi di produzione, anche perché quel pubblico finisce inevitabilmente per assottigliarsi. Chi era bambino negli anni ‘80 o negli anni ‘90 ha un lavoro, una famiglia, delle responsabilità, non ha sempre il tempo e la voglia di star dietro ai prodotti della sua infanzia. D’altra parte, un taglio netto con il passato è spesso un salto nel buio privo di garanzie e molto difficile da compiere, perché bisogna conquistare nuove fette di pubblico che sono però già bersagliate da un numero sterminato di nuove uscite.

Tante, troppe storiche saghe hanno fatto proprio questa fine: propongono versioni annacquate di quelli che erano i loro storici punti di forza per far arrivare il messaggio a più persone, ma nel fare ciò finiscono per non piacere a nessuno. I fan storici magari vanno avanti ad acquistare per inerzia, ma sono ben poco motivati. Il pubblico più ampio e “casual” non mostra interesse o, nel migliore dei casi, si rivela un consumatore di passaggio: magari fruisce del prodotto una volta, ma non diventa certo un fan affezionato.
Resident Evil, che ha quasi trent’anni di storia alle spalle, è riuscito a cavarsela quasi sempre bene, proponendo cambiamenti anche radicali ma che hanno permesso alla serie di continuare a vivere e prosperare. I primi Resident Evil avevano un fascino incredibile e hanno sostanzialmente prodotto il genere dei “survival horror” nei videogiochi. Ovviamente già prima di Resident Evil esistevano videogiochi horror, ma non se ne parlava come di un genere codificato. Ma erano anche dei videogiochi con elementi inutilmente macchinosi, come un sistema di controlli per muovere il personaggio diverso rispetto a quello che è diventato lo standard. Resident Evil 4 (2005) portò un cambiamento radicale. Il protagonista Leon Kennedy saltava giù dalle finestre, sfondava le porte (che nei videogiochi precedenti si aprivano con un mini filmato) e poteva anche colpire i nemici indeboliti con rapide mosse da arti marziali. Anche l’ambientazione era radicalmente cambiata: niente più Stati Uniti, ora l’avventura si svolgeva in una remota area dell’entroterra spagnolo, i cui abitanti erano stati infettati da un mostruoso parassita. Resident Evil 5 (2009) era invece ambientato in Africa subsahariana, sotto un torrido sole decisamente lontano dalle lunghe notti in cui si svolgevano i primi Resident Evil. Veniva inoltre introdotta una modalità cooperativa in cui due giocatori potevano collaborare: un’altra cosa che non si era mai vista nei capitoli principali della serie. Il quinto episodio suscitò un po’ di perplessità, ma fu Resident Evil 6 (2012) a rompere effettivamente l’equilibrio di cui parlavamo in precedenza. Cercando di intercettare l’ampio pubblico che gioca a celebri sparatutto come Call of Duty, anche Capcom aveva tentato di trasformare Resident Evil 6 in un gioco di quel genere.
Resident Evil 6 è un ottimo esempio per ricordare che, in molti casi, inseguire la tendenza del momento non è la scelta migliore. Serie come Call of Duty hanno ovviamente un enorme successo, ma è difficile convincere quel pubblico a spostarsi su un gioco come Resident Evil, soprattutto se quest’ultimo finisce per essere un ibrido che non è né carne né pesce, tra un horror e uno sparatutto. Non a caso, Capcom ha fatto bene a cambiare radicalmente strada con il settimo episodio. Quest’ultimo si è lasciato alle spalle i tentativi fatti con Resident Evil 6 ma non è stato neanche un puro ritorno al passato. Dei primi Resident Evil venivano recuperati solo alcuni elementi, mentre molti altri (tra cui i personaggi presenti) erano completamente nuovi. Così si è evitato l’altro pericolo, quello di una pura operazione nostalgia di interesse per un numero ristretto di persone. Capcom aveva trovato la quadra, anche in termini di pubblico raggiunto, e lo ha poi confermato con il successivo Resident Evil Village. Ora resta da vedere se anche il nono episodio seguirà questa scia. Lo sapremo a febbraio.