Tra borghi e sentieri con Lalla Outdoor: «Vi porto sui nostri Appennini»

Da sabato sera, in sei puntate su Telelibertà, Laura Musi, nota come Lalla Outdoor, racconta le meraviglie di percorsi a portata di mano (e di gamba)

Paola Brianti
Paola Brianti
May 22, 2025|33 giorni fa
Laura Musi
Laura Musi
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Si chiama Laura Musi, i più la conoscono come Lalla Outdoor, che è il nome che si è data sui social per raccontare con brevi video tutorial i suoi trekking. Fatti per non perdersi, per sapere dove partire, quali svolte prendere, dove arrivare. Da sabato 24 maggio alle 20.20 su Telelibertà, la vedremo in sei episodi in “Lalla Outdoor, trekking con Laura”, in onda durante la pausa di “Sentieri piacentini”, il format dell’escursionista e fotografo Roberto Salini che tornerà con due nuove stagioni.
Laura Musi dal primo tutorial alla tivùi
In questi anni trascorsi ad arrampicarsi e camminare, ha raggiunto tantissime vette. Ma che i suoi racconti pensati per YouTube ora vadano in tivù, è come averne raggiunta una «inaspettata. Sono molto grata per questa nuova e felice esperienza ». Chi l’avrebbe detto, assicura: «Quando ho iniziato, ho semplicemente fatto un giro sul monte Penna e postato sui social qualche foto. Mi hanno scritto in tantissimi per chiedermi dove si parcheggia, quanto ci vuole, dove si arriva, ci sono soste, e ho risposto a tutti. La volta successiva ho quindi deciso di fare un tutorial, così da dare già tutte le informazioni nel video. Mi è parso strano, perché avevo semplicemente percorso un sentiero del Cai, noto a moltissimi».
E invece la formula funziona, «perché è molto semplice, raccoglie informazioni anche di tipo storico e curioso, giuste per i social, ed evita di perdersi: quando si parte è facile, a me è capitato più di una volta nonostante le applicazioni sul telefono e la meticolosa preparazione su carta - spiega - Molti sentieri non sono in buone condizioni, a volte spunta una sterrata messa meglio del percorso e la si imbocca, sbagliando». E dunque avere a disposizione un video è molto utile. Tra le impagabili meraviglie avvistate nel Piacentino, «i fichi d’India nani sulla Rocca d’Olgisio, e sempre su quel percorso che sarà in una delle puntate, grotte na-turali, altari sacrificali, il monte San Martino spaccato in due». In giro con il suo smartphone ha avvistato cascate nascoste, «alcune splendidamente ghiacciate, d’inverno», ma i suoi arrivi preferiti «sono le croci in vetta - spiega -. Immagino la fatica di portarla sin lassù, a braccia, in luoghi tanto silenziosi e sacri».
Così lontana dall’escursionista classico, un po’ selvaggio e rude, Lalla Outdoor tiene all’immagine, «sì, è vero, ma lo faccio anche nella vita di tutti i giorni, non solo davanti all’obiettivo», nonostante parta solitamente alle 4 del mattino per arrivare in cima. Ci sono state anche occasioni in cui non è arrivata in fondo al cammino: «Una volta, nel parmense, mi son trovata a pochi metri da un branco di cinghiali - ricorda - e non me la sono sentita di proseguire. Mentre ai Salti del diavolo nel reggiano ho avvistato un lupo, ma non era per niente spaventoso, anzi».
Sulla crescita del turismo di camminatori, spiega che «se ci si crede, è bene investirci. Siamo un piccolo popolo, una nicchia di mercato, molto rispettosa dell’ambiente». Non c’è quindi pericolo che sulla Parcellara sbarchino file di venditori di gadget e bortelline: «Mantenere gli equilibri di alcuni luoghi dimenticati dal tempo è essenziale. Ma un po’ di turismo, quello giusto, non credo farebbe male».