«Piazza Cittadella, un problema ma noi lo risolveremo»

Giunta comunale sotto attacco del centrodestra dopo la rottura con Gps sul parcheggio. De MIcheli: il nodo è una piazza degradata davanti al palazzo più bello, ma ce la faremo

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
July 29, 2025|7 giorni fa
La seduta del consiglio comunale di Piacenza - © Libertà/Marco Grisoli
La seduta del consiglio comunale di Piacenza - © Libertà/Marco Grisoli
3 MIN DI LETTURA
«Noi risolveremo il problema piazza Cittadella, che non è - si badi - la gara, il contratto, la procedura, ma il fatto che è una piazza abbandonata e degradata all’ingresso della città e davanti al palazzo più bello di Piacenza. Di riffa o di raffa quel problema lo risolveremo».
E’ stata perentoria Paola De Micheli (Pd) nell’indicare l’impegno dell’amministrazione Tarasconi. Intervenendo ieri in Consiglio sull’appalto per il parcheggio interrato, tema caldo da tempo ma arroventatosi dopo che giovedì scorso il Comune ha inviato a Piacenza Parcheggi-Gps (Global parking solutions) l’apertura del procedimento di risoluzione contrattuale per grave inadempimento (240 giorni di ritardo sul cronoprogramma e mancata presentazione degli aggiornamenti sulla documentazione bancaria a garanzia della sostenibilità finanziaria di un’opera da 15 milioni), l’onorevole dem ha indicato senza titubanze l’obiettivo da qui in avanti. Fermo restando che c’è da capire sia come quella procedura si concluderà, dal momento che il concessionario dell’appalto (include anche la gestione pluriennale dei parcometri) ha 30 giorni di tempo per cercare di sanare le contestazioni, sia che tipo di strascichi giudiziari produrrà (un contenzioso legale a colpi di richieste di risarcimento danni e pagamento di penali viene ritenuto altamente probabile), De Micheli si è detta convinta che il risultato di riqualificare uno spazio urbano oggi non all’altezza delle presenze monumentali circostanti sarà raggiunto.
Lo ha fatto nel ribattere alle bordate polemiche arrivate in particolare dal centrodestra che non ha arretrato dalla linea di attacco frontale che da tempo tiene sul tema Cittadella. Per la verità si è distinto Massimo Trespidi (lista civica) che, a conclusione di un intervento comunque ruvido verso sindaca e giunta, non ha rinunciato a parole aperturiste in chiave futura: «Se c’è da unire le forze per arrivare a un obiettivo condiviso, noi ci siamo».
E’ stato Filiberto Putzu (Liberali piacentini) a rinfacciare al centrodestra di «gufare contro il parcheggio e perché l’appalto andasse male». Nel definire «contratto capestro che ci vincola» quello sottoscritto con Gps nel 2012 (giunta Dosi), Putzu ha esortato a «non dare addosso all’amministrazione ma a fare il tifo tutti insieme affinché si trovi una soluzione per togliere in tempi brevi la palizzata del cantiere e risolvere il problema, in ogni caso si smetta di dare colpa l’un l’altro, mettere in cattiva luce chi governa, capisco che qualcuno pensi che serva a vincere le elezioni, ma non si può ragionare in questo modo». «E se va al governo il centrodestra che cosa fa? Ditelo». «Sono sempre stato contrario al parcheggio, se si arriverà alla risoluzione del contratto io sono contento, per me non ci devono essere parcheggi sotto, né sopra né a raso», gli ha risposto Trespidi.
Il primo a rivolgere con decisione lo sguardo alle nuove prospettive che d’ora in avanti si aprono era stato, a inizio seduta, Stefano Cugini (ApP) che, pur addebitando alla amministrazione Tarasconi «arroganza, indisponibilità al dialogo» e una «dissennata logica del fare per fare», le ha riconosciuto «scelte coerenti» con quanto annunciato in campagna elettorale. Le dichiarazioni della sindaca sul “piano B” per piazza Cittadella «significano che un’alternativa è possibile, allora facciamo un percorso davvero partecipato, condiviso, mancano due anni alle elezioni, non è scritto da nessuna parte che dobbiamo scontrarci», ha teso la mano Cugini.
Il vicesindaco Matteo Bongiorni che, in assenza di Tarasconi (in ferie), era la massima autorità amministrativa in carica, ha rivolto un generale ringraziamento all’Aula per «la volontà anche positiva emersa sul tema», evidenziando soprattutto tanto lo sprone di Putzu a «evitare un rimpallo di accuse e cercare di focalizzarsi sullo stato attuale» quanto «l’auspicio di Cugini per capire quale può essere il disegno su quel comparto. Bongiorni ha riassunto così la linea su piazza Cittadella adottata dall’amministrazione dal suo insediamento a metà 2022: «E’ vero che è stata impressa un’accelerazione ma facendoci guidare dal contratto, come in ogni appalto, e dal progetto esecutivo del 2019; possono esserci state diverse interpretazioni tra le varie giunta succedutesi, certo è che dal 2012 la vicenda era ancora lì e gli atti adottati sino a quel momento non davano garanzie maggiori rispetto alla direzione che noi abbiamo intrapreso anche per scelta politica». «Credo che la differenza con il passato la faccia la consegna delle aree di cantiere» a Gps, ha sostenuto il vicesindaco rispedendo al mittente l’acuminato riferimento di Jonathan Papamarenghi (civica di centrodestra) secondo cui la sindaca avrebbe «mandato al macello i suoi uomini più valorosi (leggi Bongiorni, ndr) e la maggioranza che il 31 luglio di due anni fa ha votato il riequilibrio economico-finanziario dell’appalto».
Il centrodestra ha rivendicato la linea tenuta durante il mandato di Patrizia Barbieri. L’ex sindaca (lista civica), nel rimarcare la comunicazione di avvio di procedura di risoluzione contrattuale per grave inadempimento inviata a Gps il 13 giugno 2022, ha accusato la maggioranza di «scaricabarile» e di «avere aggravato la posizione del Comune». Con Boris Infantino (Coraggiosa) e Luca Dallanegra (Per Piacenza) il centrosinistra le ha rinfacciato cinque anni di mandato all’insegna dell’«immobilismo». Quanto alla missiva di metà giugno 2022, tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali, conteneva «una contestazione ridicola, una banalità documentale che difatti il concessionario ha sanato nel giro di pochi giorni e gli uffici ne hanno preso atto senza nemmeno comunicarlo alla sindaca», ha sostenuto Infantino.
«Corbellerie», le ha definite Barbieri sottolineando la svolta impressa all’appalto dalla pandemia Covid che ha reso necessaria una «revisione del Piano economico finanziario, e da lì è derivata la valutazione se ci fosse ancora l’interesse pubblico».