Shock a San Nicolò per l'addio a Riccardo: «Era unico»

Il giovane studente del Raineri Marcora è morto travolto da un camion ieri in via Agazzano. La passione per la moto e l'amore per la sua famiglia

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
May 17, 2025|40 giorni fa
Riccardo Cerati aveva compiuto 19 anni il 5 maggio
Riccardo Cerati aveva compiuto 19 anni il 5 maggio
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Al Bosco della Speranza, al Raineri Marcora, una volta all’anno ci si abbraccia, convinti soprattutto di una cosa. Che se pronunci, a voce bassa, i nomi degli studenti che non ci sono più, «le orecchie dell’anima sentono rispondere “presente!”», ha sempre sostenuto il professor Ulisse Ferrari. Oggi ci si trova, l’appuntamento era in calendario da tempo, ma mai nessuno avrebbe immaginato di dover piangere uno studente in più, morto ieri, sull’asfalto, a soli 19 anni compiuti il 5 maggio, non lontano da casa: si chiamava Riccardo Cerati e viveva a San Nicolò. In classe, era uno dei bravi.
Buoni voti, sogni chiari in testa: come tutti i suoi amici di quarta superiore, in queste settimane non doveva prendere su lo zaino e sedersi in aula, ma poteva mettersi alla prova nei tirocini, nelle aziende. Gli piaceva vedere negli occhi dei “grandi” che proprio lui, in quarta superiore, già li sapeva stupire per competenza, sguardo adulto, serietà. Arrivava in moto, come a scuola, come ha fatto anche ieri prima di tornare a casa per mangiare qualcosa al volo e rientrare in quello che sentiva già come un “lavoro”: la moto era il suo batticuore, il vento sulla pelle, il sudore sotto al casco, il gas delle emozioni. Il suo profilo Instagram era aggiornato di continuo sulla due ruote, da personalizzare (c’era il suo nome scintillante inciso sulla carrozzeria), da guidare. La moto è quella gialla come il sole, come la vita che si ha a vent’anni: ieri se ne intravedeva solo un pezzo, accartocciato, e la ruota, sotto a quel camion alla Noce.
«Come torneremo in classe a giugno, terminate le esperienze di stage? E a settembre? Lasceremo una foto di Riccardo sul banco, non distante da quella di un altro alunno, già morto purtroppo due anni fa?», si chiedono i docenti disperati. La sindaca Paola Galvani, con l’assessora Romina Cattivelli, ieri ha bussato alla porta della famiglia Cerati, a San Nicolò: devastante, per i genitori, lasciare l’ospedale dove fino all’ultimo istante hanno sperato di rivedere Riky vivo sorridergli e dirgli “Non preoccupatevi, tutto ok, torno a casa con voi”. Il giovane è invece morto appena arrivato al pronto soccorso e lascia un vuoto che fa male e spezza il cuore.
«Vogliamo che questa famiglia travolta da un dolore indicibile senta vicino tutto l’affetto della nostra comunità», sottolinea Galvani. Ringrazia tutta la giunta che è rimasta sul luogo dell’incidente per provare a gestire la situazione delicata insieme agli agenti di polizia locale guidati dal comandante Manuel Martini: «Non è stato semplice chiudere la strada, così trafficata, per almeno due ore. Gli agenti sono rientrati in modo volontario in servizio, per provare a dare una mano, insieme».
Il preside del Raineri Marcora Alberto Mariani dice che oggi sarà ricordato Riccardo al Bosco della Speranza: «Ci fa veramente male. Riccardo era molto partecipe, motivato. Sapeva fare gruppo in modo costruttivo, buono. Per noi è un dolore grande. Troppo grande».
Oggi a scuola in tanti vorrebbero solo sentire il rumore della moto arrivare dalla strada, e Riccardo sussurrare quel “Presente!”, e invece c’è silenzio, ci sono le lacrime degli amici. E c’è la domanda cui neppure quegli 80 alberi al campus hanno mai dato risposta: è la domanda di chi chiede perché si debba morire in un attimo a nemmeno vent’anni.