I conti in tasca ai consigli comunali. A Piacenza 5.300 euro i costi a seduta
Molto variabili le spese in gettoni di presenza: dagli 81 euro (lordi) nel capoluogo alla rinuncia al compenso degli amministratori a Cerignale
Thomas Trenchi
|1 mese fa

È il prezzo della democrazia. Anche quando non siamo d’accordo, quando le scelte sembrano affrettate o impopolari. Ma anche quando ci piacciono. Si cerca sempre una sintesi, un interesse collettivo. Per trovarlo bisogna incontrarsi, parlare, confrontarsi, deliberare.
I consigli comunali sono il “cuore” di questo processo, spesso il più vicino ai bisogni concreti dei cittadini: scuole, parchi, strade, marciapiedi, opere e commercio. Ma hanno un costo. Ogni seduta comporta una spesa per le casse pubbliche: proviamo a stimarle nel Piacentino, dal capoluogo ad alcuni Comuni più piccoli. Il dato più importante (e impattante) riguarda Piacenza, dove il consiglio comunale è presieduto da Paola Gazzolo e i rappresentanti dei cittadini sono 32.
Una stima rapida: ogni incontro comporta un costo di circa 5.300 euro. La voce principale sono i gettoni di presenza, cioè un compenso per chi partecipa, erogato se si frequenta almeno il 60% della riunione. L’importo è di 81 euro lordi e gli aventi diritto sono 30, esclusa la sindaca Tarasconi, la presidente e la deputata Paola De Micheli. Totale: 2.430 euro per ogni consiglio comunale a palazzo Mercanti, tipicamente il lunedì pomeriggio.
Poi c’è l’indennità della presidente Gazzolo, che coordina i lavori dell’aula e svolge funzioni anche durante la settimana, come collegamento con i capigruppo e rappresentanza dell’organo di indirizzo del Comune, indipendentemente dal numero di riunioni: 76.438 euro lordi all’anno, in media 1.900 euro per ogni seduta considerando le 40 complessive nel 2024.
Un altro tassello è il servizio di streaming e trascrizione digitale, affidato a una società privata per 31.519 euro annui, cioè circa 788 euro a consiglio comunale. A incidere nel capoluogo ci sono anche i rimborsi dei consiglieri: nel caso in cui siano richiesti, vengono erogati in base ai chilometri per chi risiede fuori città o versati al datore di lavoro se il consigliere lascia l’azienda per partecipare al consiglio.
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