«Albergo distrutto dai minori stranieri». Il Comune paga 50mila euro

La richiesta del Petit era 156mila euro ma s’è trovato un accordo bonario. I titolari dell’hotel: così brutti esiti non li avevamo avuti con gli altri migranti

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
|14 ore fa
Il Petit hotel (ora Hotel 5)
Il Petit hotel (ora Hotel 5)
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Un risarcimento di 156.600 euro. Lo ha chiesto al Comune la proprietà del Petit hotel per i danni arrecati dai clienti alla struttura di via Pennazzi, in fondo a via Colombo. Impianto elettrico fuori uso, scarichi intasati da ogni tipologia di rifiuti, serramenti distrutti, porte e camere devastate: questi i “graditi ricordi”, documentati da una perizia tecnica appositamente commissionata, lasciati da una clientela tutta particolare quale quella che il Petit hotel per vari anni ha avuto: i minori stranieri non accompagnati, ragazzi sotto i 18 anni di cui un Comune, quando vengono trovati sul suo territorio, deve obbligatoriamente farsi carico. Lo prescrive la normativa, ragion per cui gli enti locali sono tenuti a predisporre una idonea rete di accoglienza.
Cosa che Palazzo Mercanti ha fatto ricorrendo sia a strutture in house sia a bandi di gara per l’acquisizione di disponibilità immobiliari da parte di operatori privati. Uno di questi la società Ciesse, proprietaria del Petit hotel, che fino allo scorso aprile ha avuto in gestione l’accoglienza di un numero tra quindici e venti di minori straniera non accompagnati. Terminato l’appalto, nel mirino sono finiti i «danni i arrecati alla struttura utilizzata per l’esecuzione del servizio e causati dai fruitori del servizio medesimo, oggetto di affidamento». Così scrive il Comune nel provvedimento con il quale impegna la spesa «in attuazione dell’accordo transattivo» raggiunto con la Ciesse. Le parti hanno cioè trovato un’intesa economica per chiudere in via bonaria la vertenza senza adire le vie legali. Di 50mila euro il quantum pattuito, meno di un terzo quindi della cifra chiesta inizialmente - 156.600 euro - che era stata così dettagliata nella relazione peritale presentata in Comune dalla società tra aprile e giugno scorsi: 90mila euro per il ripristino delle camere, 48.600 euro per i danni a arredi ed elettrodomestici, ma anche 18mila euro «quale lucro cessante per la chiusura forzata dell’attività, durante i lavori per il ripristino», nel senso che l’albergo, dovendo effettuare le opere di riparazione, è stato costretto a un fermo dell’attività tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate che ha impedito di introitare risorse reddituali.
«A seguito di trattative tra le parti», si ricostruisce nel provvedimento di Palazzo Mercanti, la Ciesse «comunicava di essere disponibile a definire bonariamente la vicenda, accettando la somma di 50mila euro». E nei giorni scorsi la giunta ha adottato la delibera che approva l’accordo avendo «ritenuto transigere, al fine di evitare nocumento alla gestione amministrativa contabile dell’ente». Alla società viene quindi riconosciuta la somma di 50mila euro, «comprensiva di ogni onere, con tacitazione di ogni pretesa o ulteriore debenza da parte dell’istante nei confronti del Comune e rinuncia a qualsiasi azione giudiziaria».
«Era tutto distrutto, l’impianto elettrico, i serramenti, i controtelai di porte e finestre, e non dico quello che abbiamo trovato negli scarichi di water, bidet, lavandini, completamente intasati», racconta Sabrina Baldini, titolare dell’hotel. «Insopprimibile attrazione per il vandalismo? Ce lo siamo chiesti per tutto il tempo in cui abbiamo ospitato questi ragazzi», fa sapere l’imprenditrice: «Prima, fino all’inizio del 2021, lavoravamo con i migranti, i richiedenti asilo, che non avevamo devastato così l’albergo nonostante fossero in numero più alto, una sessantina. Negli ultimi tre-quattro anni siamo passati ai minori stranieri, per lo più provenienti dal Nord Africa - Marocco, Algeria, Egitto, Tunisia - al massimo in venti, e i problemi sono stati tanti, non ce la sentivamo più di gestire una cosa simile».
L’ultimo bando aggiudicato alla Ciesse scadeva a fine 2024. E’ stato prorogato per quattro mesi, con il numero di ospiti che è andato progressivamente calando fino a esaurimento, dal momento che il Comune ha individuato nel frattempo soluzioni alternative (v. scheda a lato): «Fino a che abbiamo avuto in carico anche due o tre minori eravamo impediti dall’ospitare in hotel persone adulte e nemmeno abbiamo potuto procedere con i lavori di ristrutturazione che poi abbiamo fatto un po’ di corsa - non sono ancora terminati - per arrivare quanto prima, da luglio, a una riapertura dell’hotel che però è stata con poche camere», ha spiegato Baldini i motivi del lucro cessante nella richiesta di risarcimento.
Da annotare che quando il Petit, che ha una capienza di 43 posti e che nel frattempo ha cambiato nome in Hotel Cinque, sette mesi fa ha chiuso per lavori, all’ingresso venne affisso il cartello “Stiamo ristrutturando, ci vediamo fra poco”. E la titolare, interpellata sui tempi per la riapertura, non si sbilanciò limitandosi a considerare (v. “Libertà” del 3 maggio) che «la ristrutturazione è abbastanza complicata perché la struttura non è stata lasciata in buone condizioni», senza alcun cenno alla vertenza con il Comune che già era in atto.