Una vigna che produce anche energia. Uso duale del terreno e nuove risorse

Nel vigneto sperimentale della Cattolica, un progetto di ricerca per cercare di coniugare produzione di uva e di energia

Claudia Molinari
July 28, 2025|8 giorni fa
Una bella immagine della vigna e, nel riquadro, il professor Poni con il dottor Paolo Bonini, dottorando di ricerca
Una bella immagine della vigna e, nel riquadro, il professor Poni con il dottor Paolo Bonini, dottorando di ricerca
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Un vigneto che produce uva da vino ed energia elettrica allo stesso tempo. Non è un miraggio, ma una prospettiva concreta che la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali sta sperimentando già da un anno con risultati incoraggianti.
A raccontare i dettagli del progetto che ha portato ad installare sul piccolo vigneto sperimentale adiacente alla sede della Facoltà pannelli fotovoltaici, provvede il prof. Stefano Poni, docente ordinario di viticoltura presso la Facoltà piacentina.
«Circa un anno e mezzo fa chiarisce il professore - abbiamo avuto un finanziamento della regione Emilia-Romagna su un progetto che si intitola evocativamente Enervitis e che vuole mettere a punto tecnologie per l’accumulo energetico in vigneto o in cantina. Noi ci occupiamo del vigneto, mentre la parte relativa alla cantina viene sviluppata dall’Università di Bologna che è il nostro co-partner in questo progetto».
Ad ospitare la sperimentazione il piccolo vigneto sperimentale che si trova presso la Residenza Gasparini, di fianco alla sede dell’Università.
«Sono - spiega Poni - quattro filari lunghi una sessantina di metri: qui vengono coltivate quattro varietà (Barbera, Ortrugo, Malvasia di Candia aromatica e Cabernet Sauvignon). L’anno scorso proprio a fine luglio il partner industriale di progetto, i-Pergola, ha montato l’impianto: si tratta di pannelli a 3 metri di altezza, larghi 103 centimetri, che quindi fanno un’ombra che è variabile chiaramente nell’arco della giornata in funzione di vari fattori (l’orientamento dei filari, la posizione del sole, la giornata, la geometria della chioma eccetera) ».
Ma qual è l’obiettivo principale di questo progetto?
« L’obiettivo - risponde il professore - è quello di verificare la fattibilità del cosiddetto uso duale del terreno; ossia impiegare un’unità di superficie per uno scopo duplice. Da un lato quello “primario” di fare viticoltura e fare vino e dall’altro quello di produrre energia. Il sistema si basa sulla consapevolezza che oggi la quantità di energia solare che arriva al suolo con il cambiamento climatico è sempre più abbondante e che quindi si crea anche un surplus energetico rispetto al fabbisogno della vite: un surplus che giustamente potrebbe essere in parte utilizzato per produrre energia elettrica».
I risultati della sperimentazione sembrano incoraggianti: « Abbiamo prodotto - aggiunge il ricercatore - i primi risultati e proprio in queste settimane stiamo per pubblicare i primi riscontri su una rivista internazionale importante. Dalla sperimentazione sono emersi essenzialmente dati incoraggianti, poiché abbiamo evidenziato che la vite sopporta bene un ombreggiamento da parte di questi pannelli (che tolgono anche quasi il 50% della luce totale), perché è una pianta che ha una spiccata capacità di adattamento ».
«Sotto il profilo qualitativo la sperimentazione condotta lo scorso anno, anche a causa delle difficili condizioni climatiche, molto piovose, non è stata sufficiente. Quindi quest’anno ripeteremo la sperimentazione, sperando di avere una stagione migliore».
Il prof. Poni sottolinea anche che la situazione ideale sarebbe quella di progettare vigneto e impianto a pannelli nello stesso momento (cosa che durante la sperimentazione non è ovviamente avvenuta, poiché i pannelli sono stati montati su un vigneto esistente), in modo da poter operare le scelte più adatte proprio nell’ottica dell’impiego duale del terreno.