Le parentele che non ti aspetti tra Intelligenza artificiale, videogiochi e slot machine
Il legame insolito prende il via dalla generazione di immagini con cui sempre più persone entrano in contatto
Francesco Toniolo
June 3, 2025|22 giorni fa

de video ludendi
Che cos’hanno in comune l’intelligenza artificiale, le slot machine e alcuni videogiochi? Messa giù in questo modo potrebbe quasi sembrare una barzelletta, ma qui troviamo uno degli aspetti più dirompenti, potenzialmente rischiosi e per ora poco capiti dell’intelligenza artificiale. In particolar modo parliamo della generazione di immagini, con cui sempre più persone entrano in contatto. Basti pensare a ciò che è successo un mesetto fa, con il boom dello “stile Ghibli”, ma anche gli Italian Brainrot (un fenomeno esploso su TikTok, con filastrocche basate su bizzarri animali creati con l’AI) vanno nella stessa direzione.
Man mano che questi sistemi diventano più performanti e accessibili, si trovano sempre più commenti online, da parte di persone che confessano di averci speso tantissimo tempo senza essersene nemmeno rese conto. Soprattutto quando si lanciano nella generazione di immagini “piccanti”. Queste ultime sono ovviamente bloccate su ChatGPT e su tutti i suoi parenti più famosi e utilizzati, ma non occorre essere degli hacker esperti per trovare alternative prive di filtri e talvolta persino gratuite.
Man mano che questi sistemi diventano più performanti e accessibili, si trovano sempre più commenti online, da parte di persone che confessano di averci speso tantissimo tempo senza essersene nemmeno rese conto. Soprattutto quando si lanciano nella generazione di immagini “piccanti”. Queste ultime sono ovviamente bloccate su ChatGPT e su tutti i suoi parenti più famosi e utilizzati, ma non occorre essere degli hacker esperti per trovare alternative prive di filtri e talvolta persino gratuite.

In un caso del genere, ci sono tutti gli elementi per un cocktail tanto eccitante quanto potenzialmente rischioso, almeno per soggetti fragili.
La somiglianza con le slot machine sta nel piccolo brivido di piacere che precede l’esito incerto. Per quanto il prompt (le istruzioni testuali fornite) possa essere preciso, l’immagine prodotta avrà sempre degli elementi di casualità, mostrerà sempre qualcosa di inaspettato. E quando si tratta di immagini erotiche, per loro stessa natura eccitanti, la tentazione del “facciamo un altro giro” è particolarmente forte. Tra parentesi, vi consiglio il libro Addiction by Design (in italiano Architetture dell’azzardo) di Natasha Dow Schull, per capire come l’evoluzione delle slot machine sia andata proprio in questa direzione e come abbia finito per influenzare la struttura stessa dei casinò.
Poi arriva l’elemento di vicinanza col gaming, che peraltro non è certo una novità. Alcune tipologie di videogiochi, soprattutto quelli per telefono, utilizzano già da anni delle meccaniche molto simili alle slot machine. Non sono giochi d’azzardo, legalmente parlando, ma utilizzano le stesse leve per invogliarti a giocare ancora. Funzionano bene anche perché riescono a offrire qualcosa che la slot machine può solo simulare: il controllo. Le slot possono al più darti l’illusione di poter influire sul risultato, ma il reale impatto dell’utente è bassissimo o nullo. In un videogioco, invece, è molto più semplice mescolare il tutto. Ci sono elementi casuali, come l’acquisto di pacchetti contenenti nuovi personaggi e armi, simili alle figurine (sai che un pacchetto contiene un certo numero di oggetti, ma non ne conosci il valore). Ma ci sono anche elementi in cui il giocatore ha un ruolo molto più attivo e decisionale, per esempio nella scelta di quali personaggi schierare sul campo di battaglia e in che formazione, per aumentarne l’efficacia in battaglia.
Creare immagini con l’AI è molto simile a questo. C’è una parte “giocosa” e su cui abbiamo un grande controllo, che è quella legata alla scrittura del prompt. Poi scatta l’elemento casuale, in cui l’AI restituisce un risultato sempre differente. È un mondo da tenere sicuramente d’occhio sempre di più, evitando facili entusiasmi ma anche panico morale. Di sicuro, abbiamo molto da imparare osservando come si comportano i fruitori delle AI.
La somiglianza con le slot machine sta nel piccolo brivido di piacere che precede l’esito incerto. Per quanto il prompt (le istruzioni testuali fornite) possa essere preciso, l’immagine prodotta avrà sempre degli elementi di casualità, mostrerà sempre qualcosa di inaspettato. E quando si tratta di immagini erotiche, per loro stessa natura eccitanti, la tentazione del “facciamo un altro giro” è particolarmente forte. Tra parentesi, vi consiglio il libro Addiction by Design (in italiano Architetture dell’azzardo) di Natasha Dow Schull, per capire come l’evoluzione delle slot machine sia andata proprio in questa direzione e come abbia finito per influenzare la struttura stessa dei casinò.
Poi arriva l’elemento di vicinanza col gaming, che peraltro non è certo una novità. Alcune tipologie di videogiochi, soprattutto quelli per telefono, utilizzano già da anni delle meccaniche molto simili alle slot machine. Non sono giochi d’azzardo, legalmente parlando, ma utilizzano le stesse leve per invogliarti a giocare ancora. Funzionano bene anche perché riescono a offrire qualcosa che la slot machine può solo simulare: il controllo. Le slot possono al più darti l’illusione di poter influire sul risultato, ma il reale impatto dell’utente è bassissimo o nullo. In un videogioco, invece, è molto più semplice mescolare il tutto. Ci sono elementi casuali, come l’acquisto di pacchetti contenenti nuovi personaggi e armi, simili alle figurine (sai che un pacchetto contiene un certo numero di oggetti, ma non ne conosci il valore). Ma ci sono anche elementi in cui il giocatore ha un ruolo molto più attivo e decisionale, per esempio nella scelta di quali personaggi schierare sul campo di battaglia e in che formazione, per aumentarne l’efficacia in battaglia.
Creare immagini con l’AI è molto simile a questo. C’è una parte “giocosa” e su cui abbiamo un grande controllo, che è quella legata alla scrittura del prompt. Poi scatta l’elemento casuale, in cui l’AI restituisce un risultato sempre differente. È un mondo da tenere sicuramente d’occhio sempre di più, evitando facili entusiasmi ma anche panico morale. Di sicuro, abbiamo molto da imparare osservando come si comportano i fruitori delle AI.

VIDEOGIOCHI E GIOCO D'AZZARDO? ATTENZIONE A NON FARE CONFUSIONE
I videogiochi e i giochi d’azzardo sono due cose differenti. È probabilmente ovvio per chi gioca abitualmente, lo è molto meno per altre persone. La confusione è in parte anche comprensibile. Per prima cosa, il fatto che siano entrambi indicati come “giochi” non è di aiuto. Anche il termine “ludopatia”, utilizzato per descrivere chi soffre di una dipendenza da gioco d’azzardo, finisce spesso per essere erroneamente esteso anche al medium videoludico. Dove peraltro esiste una (molto meno diffusa) dipendenza da videogiochi, ma ha un altro nome: in inglese è indicata come gaming disorder e la sua precisa classificazione è tutt’ora oggetto di dibattito.
In secondo luogo, alcuni videogiochi somigliano effettivamente ad alcuni giochi d’azzardo. Qui è importante sottolineare due parole: “alcuni” e “somigliano”. I videogiochi sono diversissimi tra di loro e giocarci offre esperienze spesso radicalmente lontane da slot machine e dintorni. Ci sono per esempio alcuni videogiochi composti quasi interamente da testo scritto, che si presentano come una sorta di libro interattivo, in cui la storia sta al centro di tutto. Altri sono prodotti estremamente cinematografici, con modelli tridimensionali fotorealistici, inquadrature cinematografiche e talvolta anche veri e propri attori (di cui digitalizzano il volto). Anche in un caso del genere ci sono ben pochi punti di contatto con Gratta e Vinci o slot machine. In mezzo alle moltissime tipologie di videogiochi, ci sono anche quelli che presentano meccanismi simili alle slot. È comunque importante sottolineare che si tratta di una somiglianza. Legalmente rimangono due cose ben distinte, per quanto numerose legislazioni in tutto il mondo si interrogano da anni su come procedere.
Ma come funzionano questi videogiochi e dov’è la parte dell’azzardo? Di solito si comprano dei “pacchetti” virtuali, acquistabili però con soldi reali. Dentro si trovano degli oggetti utilizzabili nel gioco, di rarità variabile. Per trovare gli oggetti più rari (che sono anche i più forti e utili) bisogna spendere diversi soldi. Una piccola percentuale degli utenti di questi giochi può effettivamente arrivare a spendere centinaia di euro al mese per l’acquisto di simili pacchetti. Questi utenti, che rappresentano mediamente lo 0,2% del totale, sono detti “balene”, per indicare quanto è alta la loro spesa rispetto ai “pesciolini” che giocano gratuitamente o spendendo solo pochi euro.
Come intuibile, videogiochi di questo genere - che, ripetiamolo, non rappresentano affatto la totalità del medium - fanno il possibile per farti spendere. E ci sono molte pratiche decisamente poco trasparenti, ma non è gioco d’azzardo. Il parallelismo, semmai, si può fare con le figurine, con le carte da gioco dei Pokémon o di Magic (due tra i più famosi e longevi esempi di carte collezionabili). Anche le uova di Pasqua vanno nella stessa direzione. In tutti questi casi si acquista un bene, il cui contenuto è dichiarato. Si sa che nell’uovo di cioccolato c’è una sorpresa e che nel pacchetto di Magic sono presenti una quindicina di carte. Nel caso di Magic, si sa anche che una di quelle carte sarà rara. Ma esistono un gran numero di carte rare, per cui non è possibile sapere quale sarà presente in quel singolo pacchetto. I videogiochi funzionano nello stesso modo, con la differenza che gli oggetti ottenuti sono digitali. Con una slot machine o altre forme di gioco d’azzardo, invece, il meccanismo è diverso. Non si sta acquistando un bene, si stanno spendendo dei soldi con la speranza di vincerne altri. Certo, ci sono percentuali e probabilità, ma è possibile perdere e basta, senza ottenere nulla in cambio.
Per cui, no, videogiochi e giochi d’azzardo non sono la stessa cosa, ma è comunque bene prestare un minimo di attenzione. Soprattutto con giochi gratis, perché molti di loro si basano proprio sul sistema appena descritto, che pur essendo diverso dalle slot machine ne mutua comunque alcune leve psicologiche, pensate per invogliarti a spendere ulteriori soldi all’interno del gioco. Senza spaventarsi, si può prendere il tutto in modo positivo e propositivo, soprattutto se si hanno figli. Può essere l’occasione buona per interessarsi ai loro videogiochi, per capire su che sistema di monetizzazione si basano. C’è chi ha finito per sviluppare una passione verso i videogiochi partendo proprio così.
In secondo luogo, alcuni videogiochi somigliano effettivamente ad alcuni giochi d’azzardo. Qui è importante sottolineare due parole: “alcuni” e “somigliano”. I videogiochi sono diversissimi tra di loro e giocarci offre esperienze spesso radicalmente lontane da slot machine e dintorni. Ci sono per esempio alcuni videogiochi composti quasi interamente da testo scritto, che si presentano come una sorta di libro interattivo, in cui la storia sta al centro di tutto. Altri sono prodotti estremamente cinematografici, con modelli tridimensionali fotorealistici, inquadrature cinematografiche e talvolta anche veri e propri attori (di cui digitalizzano il volto). Anche in un caso del genere ci sono ben pochi punti di contatto con Gratta e Vinci o slot machine. In mezzo alle moltissime tipologie di videogiochi, ci sono anche quelli che presentano meccanismi simili alle slot. È comunque importante sottolineare che si tratta di una somiglianza. Legalmente rimangono due cose ben distinte, per quanto numerose legislazioni in tutto il mondo si interrogano da anni su come procedere.
Ma come funzionano questi videogiochi e dov’è la parte dell’azzardo? Di solito si comprano dei “pacchetti” virtuali, acquistabili però con soldi reali. Dentro si trovano degli oggetti utilizzabili nel gioco, di rarità variabile. Per trovare gli oggetti più rari (che sono anche i più forti e utili) bisogna spendere diversi soldi. Una piccola percentuale degli utenti di questi giochi può effettivamente arrivare a spendere centinaia di euro al mese per l’acquisto di simili pacchetti. Questi utenti, che rappresentano mediamente lo 0,2% del totale, sono detti “balene”, per indicare quanto è alta la loro spesa rispetto ai “pesciolini” che giocano gratuitamente o spendendo solo pochi euro.
Come intuibile, videogiochi di questo genere - che, ripetiamolo, non rappresentano affatto la totalità del medium - fanno il possibile per farti spendere. E ci sono molte pratiche decisamente poco trasparenti, ma non è gioco d’azzardo. Il parallelismo, semmai, si può fare con le figurine, con le carte da gioco dei Pokémon o di Magic (due tra i più famosi e longevi esempi di carte collezionabili). Anche le uova di Pasqua vanno nella stessa direzione. In tutti questi casi si acquista un bene, il cui contenuto è dichiarato. Si sa che nell’uovo di cioccolato c’è una sorpresa e che nel pacchetto di Magic sono presenti una quindicina di carte. Nel caso di Magic, si sa anche che una di quelle carte sarà rara. Ma esistono un gran numero di carte rare, per cui non è possibile sapere quale sarà presente in quel singolo pacchetto. I videogiochi funzionano nello stesso modo, con la differenza che gli oggetti ottenuti sono digitali. Con una slot machine o altre forme di gioco d’azzardo, invece, il meccanismo è diverso. Non si sta acquistando un bene, si stanno spendendo dei soldi con la speranza di vincerne altri. Certo, ci sono percentuali e probabilità, ma è possibile perdere e basta, senza ottenere nulla in cambio.
Per cui, no, videogiochi e giochi d’azzardo non sono la stessa cosa, ma è comunque bene prestare un minimo di attenzione. Soprattutto con giochi gratis, perché molti di loro si basano proprio sul sistema appena descritto, che pur essendo diverso dalle slot machine ne mutua comunque alcune leve psicologiche, pensate per invogliarti a spendere ulteriori soldi all’interno del gioco. Senza spaventarsi, si può prendere il tutto in modo positivo e propositivo, soprattutto se si hanno figli. Può essere l’occasione buona per interessarsi ai loro videogiochi, per capire su che sistema di monetizzazione si basano. C’è chi ha finito per sviluppare una passione verso i videogiochi partendo proprio così.