A Palazzo Farnese per sentire e vedere civette e pipistrelli
Suggestiva serata alla scoperta degli animali notturni. «Mammiferi leggendari che popolano boschi ma anche viali e centri urbani»
Dea De Angelis
July 19, 2025|17 giorni fa

Più che occhi, orecchie (e radar). Calato il sipario su Piacenza Summer Cult, Palazzo Farnese è stato – venerdì sera – teatro per gli appassionati della natura in città. Accompagnati da guide esperte della Società Piacentina di Scienze Naturali, numerosi cittadini – almeno una trentina – binocolo in mano e “orecchie dritte”, hanno partecipato a “La notte delle grida”, un’interessante e singolare escursione dentro e fuori il palazzo più nobile della città curiosi di conoscerne la presenza di animali notturni.
«Gufo, gufo reale, gheppio, allocco, barbagianni, assiolo, civetta una ricca biodiversità si nasconde tra le mura di città – spiega Linda Mazzoleni al gruppo riunito -. Questi animali notturni quasi leggendari, più che vederli si sentono nel silenzio dei boschi, ma anche dei viali o dei centri urbani». Tablet alla mano la naturalista ha mostrato ai partecipanti le immagini delle varie specie di rapaci notturni presenti a Palazzo Farnese e nelle strette vicinanze.
«La civetta ha dei ciuffi auricolari ma non sono le sue orecchie. Dal canto abbastanza riconoscibile che emette si può risalire alla sua distanza. In totale assenza di luce i suoi occhi diventano neri» prosegue la guida.
«In provincia di Piacenza ci sono circa venti specie di pipistrelli ognuna con la sua specifica nicchia ecologica, dieci di queste in città. Il più comune in ambito urbano è il “pipistrello albolimbato”, nero con una striscia bianca sulle ali» racconta a seguire Antonio Ruggeri, esperto di chirotteri. «Questo è il periodo dell’allattamento per i pipistrelli. Partoriscono a giugno un piccolo. Il pipistrello è un animale, un mammifero insettivoro – ricorda Ruggeri - che preda plancton aereo (zanzare, cavallette, grilli, api, bombi, farfalle) da posatoi, in volo o nelle grotte».
Nella nostra provincia le colonie più numerose si trovano sotto i ponti lungo i nostri corsi d’acqua – continua l’esperto –. Sono due gli insediamenti più importanti, uno a Sant’Antonino sul Trebbia e l’altro a San Salvatore in Val Trebbia sotto la galleria».
Calato il buio – il sole in questi giorni tramonta verso le ore 21 – una civetta ha risposto al “richiamo” (un canto tecnologico) utilizzato da Mazzoleni mentre alcuni pipistrelli, “disturbati” dal “bat radar” attivato da Ruggieri, hanno sorvolato il gruppo di visitatori.
«Sono venuto a Piacenza con mia moglie in visita a nostra figlia che frequenta qui l’Università e questa sera siamo venuti apposta al Farnese per partecipare a questo interessante incontro – dice (in inglese) un turista. «Anche in Irlanda lungo i fiumi organizzano eventi di questo tipo. In Sardegna invece, nel Sulcis, in questo periodo hanno chiuso le visite alle grotte con i pipistrelli per non disturbare l’animale che è in periodo di allattamento» racconta entusiasta dell’iniziativa una signora. «Questo non è il periodo migliore per censire questi animali notturni. Si può farlo anche in inverno quando le ore di buio sono più delle ore di luce e quindi si ha più tempo per studiarli» risponde in conclusione Mazzoleni alla domanda di un ragazzo.