«Una protesi per la mamma»: raccolta fondi per aiutare Ilaria

Tre figli, una lunga malattia, la forza di reagire. E da Cortemaggiore un sogno: «Una gamba tecnologica, per una vita più attiva e sicura»

Valentina Paderni
May 29, 2025|27 giorni fa
Mamma Ilaria e i tre figli: la raccolta fondi un’idea della più grande - © Libertà/Valentina Paderni
Mamma Ilaria e i tre figli: la raccolta fondi un’idea della più grande - © Libertà/Valentina Paderni
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Per salvarle la vita, le è stata amputata una gamba. Ora Ilaria, 49 anni e mamma di tre figli, sogna una protesi tecnologica che le possa permettere di condurre una vita attiva e in sicurezza.
L’apparecchio però ha un costo elevatissimo per la sua famiglia: circa 40mila euro. Così la figlia più grande ha pensato di organizzare una raccolta fondi, utilizzando la piattaforma digitale “GoFundMe”: si chiama “Una protesi per tornare a camminare”.
La donna residente a Cortemaggiore è tenace: «Sono autonoma - dice - con le stampelle cerco di gestirmi al meglio». Poi ammette: «Ho i miei momenti giù, ma la mia grande forza sono i figli. Fossi stata da sola, me ne sarei andata insieme con la gamba che ho perso. Ma per loro, sono la mamma, anche se non più “tutta intera”».
La storia di sofferenza di Ilaria parte da lontano: a 6 anni, mentre gioca con un amichetto, finisce accidentalmente per ustionarsi con una pentola di acqua bollente. Per mesi resta ricoverata in ospedale. Nel tempo, le sue cellule sono impazzite e hanno sviluppato una grave fibromatosi, molto aggressiva. Inizia da lì un lungo percorso di radioterapia, che dura fino all’adolescenza. La radioterapia ha però conseguenze: indebolisce le ossa e causa la chiusura dell’arteria femorale. Si procede con un bypass, il femore si rompe tre volte. L’ultima rottura porta a sviluppare una severa infezione: l’amputazione dell’arto inferiore, all’altezza dell’anca, diventa inevitabile per salvare la vita di Ilaria.
« Il Sistema sanitario nazionale dà in dotazione una protesi - racconta - L’ho provata ma non riesco ad utilizzarla, non mi sento sicura - spiega Ilaria. - Durante il periodo di riabilitazione subito dopo l’intervento, ho indossato una protesi particolare (creata da un’azienda con sede in Germania, nda) che ha un ginocchio elettronico in grado di rallentare un’eventuale caduta. La protesi attuale invece, non dà il tempo di reagire in caso di caduta e arriverei a terra dall’alto». Come a dire che un conto è utilizzare un’utilitaria, un altro è poter contare su un Suv, ad esempio, senza dover pretendere una Lamborghini.
È stata la figlia maggiore Erika, che ha 25 anni, ad aver avviato la raccolta fondi. Con lei anche il fratello Die-go di 19 anni e la sorellina Emma, la piccola di 8 anni. L’iniziativa è una sorta di appello alla sensibilità: c’è una madre, con pensione di invalidità, tre figli e una casa da mantenere, che si muove con le stampelle e dunque dolori a spalle e schiena, e vorrebbe poter contare su un arto funzionale, che le garantisca di camminare bene e sicurezza, che però costa 40mila euro. In provincia di Piacenza abitano più di 280mila persone, se solo un settimo donasse un euro, l’obiettivo solidale sarebbe facilmente raggiunto. «Speriamo davvero con tutto il cuore che capiate la nostra situazione e ci diate un aiuto. Pian piano ce la faremo», scrive fiduciosa Erika su “GoFundMe”.